parrucchiere cinese - page 2 - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: parrucchiere cinese  (Letto 6931 volte)

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cavallo

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« Risposta #15 il: 01 Novembre, 2011, 08:38:23 am »
i prezzi non sono solo o soprattutto dovuti alla qualità dei prodotti (che spesso é bassisima anche nei parrucchieri non-cinesi e sempre enormemente scontata rispetto ai costi degli stessi prodotti se acquistati dai consumatori al dettaglio....)....

le aziende cinesi in Italia hanno meccanismi (che guarda caso talora sono gli stessi di quelle italiane degli anni '50, che però ci scordiamo....) di gestione specifici che tagliano radicalmente i costi; te ne elenco alcuni:
- si adattano a margini di guadagno per unità di prodotto bassissime (talora meno del 5%: i concorrenti italiani ricaricano del 30, del 50, talora del 70% ed oltre....);
- sono gestite in genere in forma familiare, il che abbatte i costi del personale;
- non usano quasi mai il credito bancario (e quindi non pagano gli interessi), ma i circuiti di prestito familiari ed intra-comunitari a interesse zero;
- hanno orari di apertura più dilatati e quindi maggiore opportunità di avere clienti;
- non sprecano soldi in dotazioni iniziali rilucenti e costose, che creano un immobilizzo rilevante di capitali;
- utilizzano intensivamente spazi ed attrezzature (e riducono le ore di non-incasso grazie proprio ai prezzi bassi);
- acquistano il più possibile...da commercianti cinesi, favorendo quindi la circuitazione monetaria all'interno della comunità

la stessa tecnica viene/veniva usata dai Libanesi e dai commercianti indiani  in molti Paesi del mondo , dai Bangladeshi anche in Italia, veniva usata (con alcune varianti sul mneccanismo creditizio intracomunitario) dalle comunità ebraiche nei secoli scorsi, ecc. ., la differenza sta nell'immenso potenziale produttivo e di export gestito da appartenenti alla stessa comunità (che ad esempio é enormemente superiore a quello indiano, pur produttivamente imponente, in Italia) che sta alle spalle dei Cinesi e che gli altri migranti non hanno...

naturalmente,  per accorgersi delle tipologie di offerte ai clienti dei parrucchieri (che guarda caso hanno quasi sempre vetrine su strada) non servono le frequentazioni reiterate (i capelli da anni me li taglia la mia compagna....) e men che mai quelle vascoporno che qualche provocatore mi attribuisce dal suo tombino: basta saper osservare in modo attento e senza pregiudizi la realtà che ci circonda e per capire i meccanismi economici dietro il successo di una impresa servono invece analisi micro e macro (come quelle effettuate da me e dal gruppo di antropolgi "Esquilino Plurale" a Roma nel Rione Esquilino in 2 anni nel 2004-2005 e presentate in un Convegno alla Facoltà di Studi Orientali in quell'epoca....), basate su tecniche di ricerca serie e su molte letture di dati, testi, inchieste ed altre ricerche....

ma questo tutti coloro che non frequentano i tombini, bolognesi o altrove, lo sanno....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

vasco reds

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« Risposta #16 il: 01 Novembre, 2011, 08:57:35 am »
:-D  un classico io non ci vado ma un amico di un amico mi ha raccontato che..... :-D  

stai sereno silvio nessuno ti giudica per quello,  piuttosto per le idee strampalate e per le invenzioni che sPesso riporti qui
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

ilatoffee

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« Risposta #17 il: 01 Novembre, 2011, 11:50:17 am »
Citazione da: "cavallo"
i prezzi non sono solo o soprattutto dovuti alla qualità dei prodotti (che spesso é bassisima anche nei parrucchieri non-cinesi e sempre enormemente scontata rispetto ai costi degli stessi prodotti se acquistati dai consumatori al dettaglio....)....

le aziende cinesi in Italia hanno meccanismi (che guarda caso talora sono gli stessi di quelle italiane degli anni '50, che però ci scordiamo....) di gestione specifici che tagliano radicalmente i costi; te ne elenco alcuni:
- si adattano a margini di guadagno per unità di prodotto bassissime (talora meno del 5%: i concorrenti italiani ricaricano del 30, del 50, talora del 70% ed oltre....);
- sono gestite in genere in forma familiare, il che abbatte i costi del personale;
- non usano quasi mai il credito bancario (e quindi non pagano gli interessi), ma i circuiti di prestito familiari ed intra-comunitari a interesse zero;
- hanno orari di apertura più dilatati e quindi maggiore opportunità di avere clienti;
- non sprecano soldi in dotazioni iniziali rilucenti e costose, che creano un immobilizzo rilevante di capitali;
- utilizzano intensivamente spazi ed attrezzature (e riducono le ore di non-incasso grazie proprio ai prezzi bassi);
- acquistano il più possibile...da commercianti cinesi, favorendo quindi la circuitazione monetaria all'interno della comunità

la stessa tecnica viene/veniva usata dai Libanesi e dai commercianti indiani  in molti Paesi del mondo , dai Bangladeshi anche in Italia, veniva usata (con alcune varianti sul mneccanismo creditizio intracomunitario) dalle comunità ebraiche nei secoli scorsi, ecc. ., la differenza sta nell'immenso potenziale produttivo e di export gestito da appartenenti alla stessa comunità (che ad esempio é enormemente superiore a quello indiano, pur produttivamente imponente, in Italia) che sta alle spalle dei Cinesi e che gli altri migranti non hanno...

naturalmente,  per accorgersi delle tipologie di offerte ai clienti dei parrucchieri (che guarda caso hanno quasi sempre vetrine su strada) non servono le frequentazioni reiterate (i capelli da anni me li taglia la mia compagna....) e men che mai quelle vascoporno che qualche provocatore mi attribuisce dal suo tombino: basta saper osservare in modo attento e senza pregiudizi la realtà che ci circonda e per capire i meccanismi economici dietro il successo di una impresa servono invece analisi micro e macro (come quelle effettuate da me e dal gruppo di antropolgi "Esquilino Plurale" a Roma nel Rione Esquilino in 2 anni nel 2004-2005 e presentate in un Convegno alla Facoltà di Studi Orientali in quell'epoca....), basate su tecniche di ricerca serie e su molte letture di dati, testi, inchieste ed altre ricerche....

ma questo tutti coloro che non frequentano i tombini, bolognesi o altrove, lo sanno....


LA STORIA DELLA QUALITà DEI PRODOTTI è LA VIA PIù SEMPLICE, O QUELLO CHE COMUNQUE DICONO IN GIRO I PARRUCCHIERI ITALIANI PER CERCARE DI DISSUADERE I CLIENTI DALLìANDARE DAI CINESI. PER? PER ESEMPIO DEI CIRCUITI DI PRESTITO FAMILIARE AD  INTERESSE ZERO IO NON AVEVO MAI SENTITO PARLARE! E CAPISCO IL VANTAGGIO DI NON DOVER PAGARE DEGLI INTERESSI SUI PRESTITI!
GRAZIE MILLE PER L'INTERVENTO, SARà UTILISSIMO!!!  :D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da ilatoffee »

vasco reds

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« Risposta #18 il: 01 Novembre, 2011, 12:41:42 pm »
si la storia dei prodotti fa parte di quelle leggende metropolitane care alle chiacchere dal macellaio e di chi non conosce affatto il mondo cese se non per sentito dire, tantissime volte sono entrati da parucchieri cinesi rappresentanti italiani e mai sono stati buttati fuori.... e non rappresentavano certo aziende cinesi...

per il resto i prestiti personali avvengono solo all'interno del guanxi
http://it.wikipedia.org/wiki/Guanxi
quelli al difuori pagano interessi eccome :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

cavallo

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« Risposta #19 il: 01 Novembre, 2011, 15:16:41 pm »
premesso che, come spiegato da marcowong in un incontro alla Facoltà di Studi Orientali a cui ho partecipato in passato, il guanxi non é affatto tanto limitato come fenomeno....esistono anche altri meccanismi assai diversi di raccolta del denaro oltre a quello che per brevità avevo citato e tutti a zero intervento di banche (e di interessi bancari, spesso da usurai, in Italia...):
- si evitano spese superflue (lo avevo già spiegato) care invece a tanti operatori italiani e si usano i profitti fino all'ultimo centesimo, reinvestendoli (e facendo sacrifici durissimi);
- si raccolgono soldi in caso di matrimonio (i regali sono RIGOROSAMENTE costituiti da denaro contante in buste rosse...e in genere si affigge nel locale la lista dei doni fatti, a maggior controllo sociale!!!);
- si circuitano profitti di aziende di una parte della famiglia in nuove aziende di altri familiari;
- si attua quella che socioantropologicamente si chiama "strategia della circolarità chiusa": il parrucchiere cinese (se pu?)  acquista utensili e shampoo (ma anche le lampadine, le prese elettriche, il cibo take away per il suo pranzo, i grembiuli, e molto altro, oltre a tantissimo di quel che consuma la sua famiglia) da commercianti cinesi, che li ottengono da importatori cinesi, che acquistano da produttori cinesi (spesso della stessa area di provenienza), e ha come nucleo iniziale di clienti tanti...commercianti, importatori, baristi cinesi e loro familiari e questo, oltre alla minimizzazione di ogni immobilizzo di capitale superfluo, fa girare vorticosamente il denaro DENTRO i circuiti dell'insieme della comunità (dato che ogni operatore é fornitore di alcuni e cliente di altri....)
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

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« Risposta #20 il: 01 Novembre, 2011, 15:27:27 pm »
Citazione da: "cavallo"
premesso che, come spiegato da marcowong in un incontro alla Facoltà di Studi Orientali a cui ho partecipato in passato, il guanxi non é affatto tanto limitato come fenomeno....esistono anche altri meccanismi assai diversi di raccolta del denaro oltre a quello che per brevità avevo citato e tutti a zero intervento di banche (e di interessi bancari, spesso da usurai, in Italia...):
- si evitano spese superflue (lo avevo già spiegato) care invece a tanti operatori italiani e si usano i profitti fino all'ultimo centesimo, reinvestendoli (e facendo sacrifici durissimi);
- si raccolgono soldi in caso di matrimonio (i regali sono RIGOROSAMENTE costituiti da denaro contante in buste rosse...e in genere si affigge nel locale la lista dei doni fatti, a maggior controllo sociale!!!);
- si circuitano profitti di aziende di una parte della famiglia in nuove aziende di altri familiari;
- si attua quella che socioantropologicamente si chiama "strategia della circolarità chiusa": il parrucchiere cinese (se pu?)  acquista utensili e shampoo (ma anche le lampadine, le prese elettriche, il cibo take away per il suo pranzo, i grembiuli, e molto altro, oltre a tantissimo di quel che consuma la sua famiglia) da commercianti cinesi, che li ottengono da importatori cinesi, che acquistano da produttori cinesi (spesso della stessa area di provenienza), e ha come nucleo iniziale di clienti tanti...commercianti, importatori, baristi cinesi e loro familiari e questo, oltre alla minimizzazione di ogni immobilizzo di capitale superfluo, fa girare vorticosamente il denaro DENTRO i circuiti dell'insieme della comunità (dato che ogni operatore é fornitore di alcuni e cliente di altri....)


strano che benedici la cosidetta strategia della circolarità chiusa e quando tale strategia viene invocata da italiani che boicottano attività etniche tu gridi al razzismo....
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

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« Risposta #21 il: 02 Novembre, 2011, 08:10:52 am »
povero vasco, non pretendo che tu capisca certi concetti, ma confondere la "circolarità chiusa" con il boicottaggio é come confondere le ferrovie con le carriole....

se conoscessi almeno l'ABC dell'economia e della sua storia e ad esempio sapessi cosa sono state le corporazioni medievali che hanno reso fiorenti i Comuni italiani, le gilde anseatiche, lcome sono nate le banche a Firenze, come sono stati creati i grandi imperi industriali a base familiare, cosa sono le filiere, cosa sia la solidarietà comunitaria (ad esempio quella dei migranti italiani nelle Little Italy USA...), potrei cercare pure di farti notare come l tua nuova provocazsione di stampo leghista mostri a che livello sei e niente più....

inoltre, come i poveri fascioleghisti, vasco, non ti rendi neppure conto che "boicottare" gli acquisti verso un Paese che come la Cina produce ormai la maggioranza dei giocattoli, dell'elettrronica, del tessile, delle calzature, dell'utensileria, dei casalinghi, ecc., ecc., ecc. denota solo la demenzialità di chi crede che si possa evitaare di acquistare l'80% dei prodotti! e che proprio quel potenziale produttivo incomparabile (che ad esempio é diverso da quello indiano o brasiliano ) permette una applicazione non asfittica della "circolarità chiusa"!!

del resto, se conoscessi un po' di Storia delle relazioni fra l'Occidente di cui ti fai zerbino e quella Cina dove viaggi con simili pregiudizi in testa, sapresti che in un'epoca nella quale (accumulando le ricchezze derivate dall'infame tratta schiavista tramnsatlantica) l'Occidente aveva raggiunto una TEMPORANEA (150 anni) supremazia MILITARE, la GB rispose con una guerra infame nello scopo (liberalizzare il mercato dell'oppio) e  nei mezzi, contro la Cina ("guerra dell'oppio") al SUO problema (suo dell GB....) del non avere NULLA DA OFFRIRE in cambio del té comperato in Cina (a parte l'oro, che la dissanguava...) dato che la Cina era AUTOSUFFICIENTE in tutte le classi di prodotti che la GB poteva offrire....

del resto le ipocrisie del "libero commercio" (in realtà altamente protezionista quando fa comodo, vedi NAFTA) e del WTO mica le hanno inventate i Cinesi......

finché la "circolarità chiusa" l'hanno usata Ebrei, Turchi, Libanesi, Italiani, ecc. ha avuto un carattere, quando la usano i Cinesi con alle spalle la loro ATTUALE potenza economica contribuisce seriamente a modificare le regole del gioco e i poveri fascioleghisti (che naturalmente ussano...bandiere e gadgets madeinChina, ahahah!) e chi la confonde coi "boixcottaggi" non possono certo evitarlo!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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« Risposta #22 il: 02 Novembre, 2011, 08:39:42 am »
come al solito fai il passo più lungo della gamba con l'ennesima lenzuolata senza senso.
sei tu che benedici i boicottaggi a senso unico a me non tocca.... te l'ho solo fatto notare l'ennesima volta.

e comunque parliamo di piccole attività, non vedo il senso di tirare fuori parucchieri medioevali e pagamenti di tali servizi con oppio, o inservienti schiavi.... ennesima tua nostalgia ???
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« Risposta #23 il: 02 Novembre, 2011, 13:00:20 pm »
basta, vasco: se una cosa non la capisci non provare a provocare con tesi risibili per coprire la tua ignoranza degna di certi corsetti mangiasoldi...

confondi, confondi, non capisci gli esempi, non sai nulla di Storia ed Economia, straparli, insegui deliri fascioleghisti sui boicottaggi razzisti (cari a te e a chi difendi, non a me che li combatto e li denuncio)...

basta, vasco, non sei neppure ridicolo, ma assai peggio......

non hai capito nulla e non mi sforzerò di credere di poterti aiutare a farlo: non ne sei capace e punto....
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« Risposta #24 il: 02 Novembre, 2011, 15:38:10 pm »
scusate, non volevo creare dissapori tra gli utenti...però per me italiana che non ho conoscenze della cultura cinese capire i meccanismi è importante.
personalmente, a parte tutto il preambolo storico che comuque è importante, io prima di conoscere queste cose mi chiedevo come facessero ad iniziare tutte queste attività commerciali gestite da cinesi. certo che tra prestiti senza interessi, tradizione dei regali, ecc risulta un po' più chiaro, ma non credoche prima avessi pensiero razzista, è solo che se le cose sono poco conosciute e comunque non c'è da parte dei cinesi la predisposizione a "far conoscere" questo è da dire!quindi si tende a pensare "male".
vi ringrazio di nuovo per il vostro contributo  :)
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« Risposta #25 il: 02 Novembre, 2011, 15:47:26 pm »
Citazione da: "ilatoffee"
scusate, non volevo creare dissapori tra gli utenti...però per me italiana che non ho conoscenze della cultura cinese capire i meccanismi è importante.
personalmente, a parte tutto il preambolo storico che comuque è importante, io prima di conoscere queste cose mi chiedevo come facessero ad iniziare tutte queste attività commerciali gestite da cinesi. certo che tra prestiti senza interessi, tradizione dei regali, ecc risulta un po' più chiaro, ma non credoche prima avessi pensiero razzista, è solo che se le cose sono poco conosciute e comunque non c'è da parte dei cinesi la predisposizione a "far conoscere" questo è da dire!quindi si tende a pensare "male".
vi ringrazio di nuovo per il vostro contributo  :)


tranquilla non hai colpe.... è tipico di cavallo contestare chi non la pensa esattamente come lui, puoi verificarlo anche qui e su tutto il forum
http://www.associna.com/modules.phpònam ... 5&start=30
ma con me ha un riguardo particolare perchè lo smaschero da anni :wink:

per il resto concordo appieno con la tua analisi, e stai tranquilla che a parte cavallo che vede razzisti ovunque , nessuno sul forum ha mai pensato che tu ne avessi ignorando tradizioni e consuetudini che non fanno parte di quelle italiane visto che comunque la chiusura di certe comunità non fa conoscere al meglio... questo è anche il compito dei ragazzi volenterosi che lavorano da diversi anni su associna.
benvenuta!
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« Risposta #26 il: 04 Novembre, 2011, 09:24:41 am »
se ti pu? interessare ilatoffe sul resto del carlino bologna di ieri c'è un'analisi del quartire con alta concentrazione di cinesi ed interviste agli imprenditori, compreso un parrucchiere, che spiegano anche la possibilità finanziaria, fra queste anche il dare in garanzia case in cina a banche cinesi con sportelli in italia.
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« Risposta #27 il: 07 Novembre, 2011, 18:26:26 pm »
abbiamo fatto un questionario per quantificare il fenomeno. se potete rispondere e girarlo a più persone possibili che siano andate almeno una volta da un parrucchiere cinese, servono solo 5 minuti!!!

https://docs.google.com/spreadsheet/vie ... Z05ncFE6MQ
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