1) il regolamento che "tutela le botteghe storiche" lo aveva emanato la giunta di centrosinistra, il fasciosindaco Alemanno lo ha svuotato nei fatti (definanziandone i provvedimenti di tutela) tanto che hanno chiuso fra l'altro varie librerie storiche romane (es.: la Remo Croce a Corso Vittorio) e negozi storici di artigiani di vario tipo;
2) in ogni caso tale regolamento non riguarda i negozi normali , non dichiarati storici e nessun negozio di souvenirs a Roma (gestito da italiani, cinesi o altro) ha sostituito finora le botteghe storiche (semmai ci sono al posto loro banche, gelaterie e negozi di telefonini, italiani DOC....), come sa bene chiunque conosca Roma, quindi le due cose non hanno nulla a che vedere, a Roma come erroneamente affermato da chi non conosce Roma;
3) detto questo, essendo quei negozi del tutto regolari (e sotto gli occhi di polizia, vigili, carabinieri...) salvo si possa dimostrare il contrario e non avendo nulla a che fare coi "negozi storici", é evidente che la situazione sembra "triste" a qualcuno solo perché sono gestiti dai tanto aborriti Cinesi...del resto simili negozi, gestiti da Italiani DOC, hanno riempito da decenni ad esempio Venezia senza creare altrettanto scandalo; c'é poi da notare che il 99,99% dei souvenirs venduti ovunque in Italia sono da molti anni made in China e quindi fa ridere essere tristi che operatori economici cinesi vogliano legittimamente guadagnare sulla vendita di prodotti cinesi su cui guadagnano legittimamente da anni operatori italiani e di altra origine......