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Autore Topic: Cinesi in Italia nel rinascimento  (Letto 2191 volte)

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jopis

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Cinesi in Italia nel rinascimento
« il: 01 Dicembre, 2009, 15:18:56 pm »

L'ammiraglio cinese Zhen He




La Santa Maria (piccola) confrontata con la nave di Zhen He



corsi e ricorsi
Rinascimento, quando i cinesi
li copiavamo noi


In un saggio nuove teorie sui contatti tra Firenze e l’Oriente. Lo scrittore: Rinascimento copiato da Zheng He. Gli storici: solo indizi


FIRENZE - ½Paolo il fisico, al Canonico di Lisbo¡na. Ti ho parlato della via di mare da qui all’India (così era chiamata la Cina nel XV secolo): una strada che è più corta. E per¡ci? mando a sua Altezza una carta dise¡gnata con le mie mani, nella quale ho in¡dicato la costa dell’Irlanda e, opposta ad essa, direttamente a Ovest, l’inizio dell’In¡dia e quante miglia tu devi fare prima di arrivare a questi posti che sono i più ric¡chi di ogni tipo di spezie, gemme e pietre preziose. Nei giorni di Papa Eugenio IV è arrivato un ambasciatore del Gran Khan ed ho avuto una lunga conversazione con lui su molte cose?. ½Paolo il fisico, a Cristoforo Colombo. Io avverto il vostro magnifico e grande desiderio di navigare verso l’Est da Ovest. Vi mando la copia della lettera in¡viata al Canonico di Lisbona per il viag¡gio che non solo è vero che sia possibile, ma anche è certo che sarà onorevole, por¡terà profitti incalcolabili e grande fama a tutti i Cristiani?. In questa lettere, scritte nel 1474 dal fi¡sico e astronomo fiorentino Paolo dal Poz¡zo Toscanelli al canonico Fernan Martinez de Roriz, confessore di Re Alfonso e della corte del Portogallo, e a Cristoforo Colom¡bo, potrebbe nascondersi la prova che il navigatore genovese è arrivato in America grazie a carte cinesi e che tutto partì da Fi¡renze.

RINASCIMENTO COPIATO DA ZHENG HE? - Ma non solo: secondo Gavin Men¡zies, storico dilettante, ex sommergibili¡sta inglese, l’arrivo di un’ambasciata cine¡se nel 1434 e il massiccio trasferimento di tecnologie orientali fu all’origine del Ri¡nascimento, di molte delle invenzioni di Leonardo, di innovazione decisive nella la¡vorazione della seta e per lo sviluppo delle risaie venete e lombarde. Colpevole, l’am¡miraglio Zheng He, eunuco, musulmano, grande navigatore (celebre la spedizione del 1405 con 317 navi e 28.000 soldati a bordo che raggiunse le coste orientali del¡¡l’Africa, il Mar Rosso, Giappone e Corea) che nel 1434 arriv? a Venezia, guidando un’ambasciata che aveva scopi commer¡ciali, ma anche l’incarico di parlare con il Papa. L’incontro con Eugenio IV ci fu, pro¡prio a Firenze, e lì Paolo dal Pozzo Tosca¡nelli parlò con l’ambasciatore e avrebbe appreso molte cose, copiando anche le car¡te geografiche elaborate proprio grazie ai viaggi di Zheng He. Sempre attingendo al¡le conoscenze portate dai cinesi ù sostie¡ne Menzies nel suo libro 1434, l’anno in cui una magnifica flotta cinese sbarcò in Italia e dette inizio al Rinascimento , dispo¡nibile per adesso solo in inglese ù l’am¡biente fiorentino dette vita a quel fenome¡nale movimento. Firenze e la Cina aveva¡no contatti da due secoli (nel 1225 lo stori¡co Zhao Ruqua parlava dei fiorentini nella sua ½descrizione dei popoli barbari? e la Fiorenza era nota come Farang o Fulin), la città toscana era piena di schiave arabe, russe e mongole, i suoi commercianti gira¡vano mezzo mondo, proprio in quell’anno Cosimo de’ Medici tornava in città dopo l’esilio e gli indizi ½cinesi? scovati da Me¡niez sono intriganti. Nel giallo, oltre a Zheg He (ritenuto anche scopritore di America, Nuova Zelanda, Australia e An¡tartide) e Colombo sono coinvolti Leonar¡do da Vinci e Papa Eugenio IV, Filippo Bru¡nelleschi, Leon Battista Alberti, Mariano Taccola, Medici e Visconti, Amerigo Ve¡spucci, Magellano, la conquista di Pisa da parte di Firenze nel 1406, un dipinto del Pisanello (datato 1433-1438, vi si vedono un ammiraglio mongolo assieme a soldati cinesi, bufali d’acqua e navi simili a quelle di Zheng), il veneziano Niccolò da Conti e altro ancora.


GLI STORICI RIBATTONO: SOLO INDIZI - Tutto vero? No, per lo storico Franco Cardini, perchè alcuni indizi non fanno una prova. E perchè la tentazione codice¡davinciana è sempre dietro l’angolo. No, anche secondo gli esperti dell’Istituto Geografico Militare di Firenze. ½Che Zheng He possa essere arrivato in America è un’ipotesi, ma ci? non ebbe nes¡sun effetto reale esplicito ed è ancora più difficile pensare ad un effetto implicito co¡me carte di navigazione copiate da Paolo dal Pozzo Toscanelli ù dice Franco Cardi¡ni ù ? facile prendere alcuni indizi isola¡ti, fare di analogie sporadiche una teoria. Le conoscenze cartografiche all’epoca arri¡vavano anche dall’islam turco e persiano, che forse mediava conoscenze cinesi, ma proprio in quel tempo la Cina inizi? la chiusura che sarebbe du¡rata per secoli. A Firenze c’era di¡mestichezza con l’Oriente, c’era¡no schiave arabe e tartare che parlavano quelle lingue, i meticci non facevano scandalo e lo era anche Alessandro de’ Medici, con il Concilio del 1439 arrivarono mis¡sioni diplomatiche da Russia, Etiopia e il ve¡neziano Niccolò de Con¡ti conosceva l’India, ma che le carte di Colombo fos¡sero cinesi è solo un’idea strampalata?. ½La carta inviata da Toscanelli al Re del Portogallo prima e a Colombo poi non esiste, è andata persaù sottolinea Andrea Cantelli, responsabile dell’area cartografica dell’Istituto Geografi¡co Militare ù e quindi ogni confronto è impossibile, con carte di qualsiasi prove¡nienza ?.

EFFETTO DAN BROWN - Carte a parte, davvero le conoscenze ci¡nesi copiate dai fiorentini innescarono il Rinascimen¡to? ½L’effetto Dan Brown ù ride Cardini ù è sem¡pre in agguato. Il Concilio di Firenze del 1439 portò molte conoscenze filosofi¡che e letterarie dall’Oriente ed altrettanto fecero i dotti in fuga da Costantinopoli dopo la conquista della cit¡tà da parte di Maometto II nel 1453, ma lo scambio tra Oriente e Occidente c’è sempre stato, tanto che era comune il fe¡nomeno dei finti ambasciatori cinesi che giravo le corti cercando di fare affari e truf¡fare e che i testi scientifici greci ci sono arrivati attraverso gli arabi. Chissà se a Fi¡renze venne Vlad Tepes III, Dracula, per in¡contrare Papa Pio II che gli scriveva per chiedergli aiuto nella crociata contro i tur¡chi, e pu? darsi che anche l’ambasciata ci¡nese dell’ammiraglio passasse in città. Ma se Zheng He raggiunse l’America non se ne accorse nessuno allora; e lo stesso sa¡rebbe oggi se non ci fossero certi libri...?.

Mauro Bonciani
01 dicembre 2009



http://corrierefiorentino.corriere.it/f ... 6784.shtml
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da jopis »

shanshui

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« Risposta #1 il: 10 Dicembre, 2009, 01:35:25 am »
Il primo libro di Menzies scatenò accesi dibattiti in ambito accademico e non per molto tempo: le prove sono state attentemente vagliate, numerosi sopralluoghi sono stati effettuati, i materiali a nostra disposizione suli viaggi di Zheng He nuovamente analizzati, alla fine però storici ed esperti vari si sono pronuncaiti contro la suggestiva teoria. In Cina qualcuno si è anche risentito del pessimo trattamento riservato alla storia patria dall'autore (chi ha letto il libro e non è digiuno di storia cinese lo avrà sicuramente intuito), su internet appositi siti sono stati aperti per confutare molte delle sue fantasiose affermazioni e ormai neanche più i forum di storia gli danno credito. E' stato inoltre riscontrato che Il sig. Menzies, o chi per lui (visto che difficilmente sarà tutta farina del suo sacco), ha fornito più volte false informazioni e indizi, nonchè "male interpretato" testi storici per farli combaciare con la sua ricostruzione degli eventi.  
La cosa più triste non è che Menzies si sia arricchito con le vendite del suo libro (tra cui 16 euro del qui presente) ma che sia stato spacciato per vero e riposto sugli scaffali della sezione di storia nelle librerie, ingannando chi magari nutriva sincero interesse per l'argomento o curiosità.
Si tratta solo di un'astuta operazione commerciale.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da shanshui »
不為五斗米折腰!

cavallo

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« Risposta #2 il: 10 Dicembre, 2009, 06:57:59 am »
c'é' di peggio:

simili teorie strampalate e facilmente smotabili dall'esame storiografico (esattamente come quelle di Dan Brown) sono in effetti utili a chi vuole cancellare assieme a queste fantasie la rilevanza immensa, invece storiograficamente provata, degli elementi culturali orientali (islamici, iranici, indiani, cinesi per tramite dei precedenti) nella conformazione del pensiero, della culrtura, della moda, della gastronomia, dlla tecnica, della scienza, dell'arte occidentalin ed in fondo proprio del Rinascimento, fatto che giustamente sottolinea Cardini, storico cattolico (e di destra) ma attenrtissimo a questo grande tema del debito dell'Occidente verso l'Oriente.

per capirci,  se si fa credere che gli asini volano e poi ovviamente si dimostra che non e'vero, si distrae l'attenzione dal fatto che gli asini tirano perfettamente i carretti!

lo stesso e'successo con gli attacchi di dan Brown alla Chiesa cattolica che sono serviti alla Chiesa a deridere ogni critica all'Opus Dei come <complottista>.

il fatto storicamente, culturalmente e politicamente enorme su cui concentrare l'attenzione resta invece, quindi, che fino a prima della conquista araba di Sicilia ed Andalusia (VIII-X secolo) e poi alle Crociate (XI-XIII secolo) in Europa non esistevano le poesie cortesi, il liuto, la carta, i mulini ad acqua, i numeri moderni, il sestante, l'arco ogivale, le norie, gli intarsi, il broccato, le traduzioni dei testi greci, il sistema delle dogane e quello del credito, i giardini palaziali, la pasticceria al sesamo, centinaia di fiabe e leggende, le vetrate colorate, le decorazioni a fasce bicrome,  il concetto di andata in Paradiso di chi muore per la fede, la teologia tomistica, il concetto di cavalleria e quello di emblema araldico, il tamburo militare, gli scacchi, la damaschinatura delle lame, la pasta alimentare, l'allevamento del baco da seta, ecc., ecc. e le conoscenze chimiche, farmaceutiche, mediche, botaniche, geografiche (perdutesi quelle grecoromane) erano antidiluviane.

senza l'afflusso di quelle conoscenze originatesi in Cina, in India, in Persia e nel Medio Oriente e veicolate dai Musulmani l'Europa sarebbe restata allo stato di semi-barbarie, con sovrani analfabeti (carlo magno), castelli rozzi, chiese senza vetri colorati, musica solo gregoriana, tecniche di irrigazione primordiali, tessuti grezzi, un sistema sanitario inesistente, e senza le grandi idee (quel <poetare novo> dei toscani creato 2 secoli prima a  Baghdad, quel senso mistico della cavalleria ben studiato da cardini, quella passione per la decorazione floreale e i giardini, il misticismo sufico usato da Dante e da Francesco, ecc.) che resero possibile il fiorire di quel che chiamiamo Rinascimento.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

kinzika

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Re: Cinesi in Italia nel rinascimento
« Risposta #3 il: 17 Dicembre, 2009, 19:33:45 pm »
Citazione da: "jopis"

L'ammiraglio cinese Zhen He




La Santa Maria (piccola) confrontata con la nave di Zhen He




RINASCIMENTO COPIATO DA ZHENG HE? - Ma non solo: secondo Gavin Men¡zies, storico dilettante, ex sommergibili¡sta inglese, l’arrivo di un’ambasciata cine¡se nel 1434 e il massiccio trasferimento di tecnologie orientali fu all’origine del Ri¡nascimento, di molte delle invenzioni di Leonardo, di innovazione decisive nella la¡vorazione della seta e per lo sviluppo delle risaie venete e lombarde. Colpevole, l’am¡miraglio Zheng He, eunuco, musulmano, grande navigatore (celebre la spedizione del 1405 con 317 navi e 28.000 soldati a bordo che raggiunse le coste orientali del¡¡l’Africa, il Mar Rosso, Giappone e Corea) che nel 1434 arriv? a Venezia, guidando un’ambasciata che aveva scopi commer¡ciali, ma anche l’incarico di parlare con il Papa. L’incontro con Eugenio IV ci fu, pro¡prio a Firenze, e lì Paolo dal Pozzo Tosca¡nelli parlò con l’ambasciatore e avrebbe appreso molte cose, copiando anche le car¡te geografiche elaborate proprio grazie ai viaggi di Zheng He. Sempre attingendo al¡le conoscenze portate dai cinesi ù sostie¡ne Menzies nel suo libro 1434, l’anno in cui una magnifica flotta cinese sbarcò in Italia e dette inizio al Rinascimento , dispo¡nibile per adesso solo in inglese ù l’am¡biente fiorentino dette vita a quel fenome¡nale movimento. Firenze e la Cina aveva¡no contatti da due secoli (nel 1225 lo stori¡co Zhao Ruqua parlava dei fiorentini nella sua ½descrizione dei popoli barbari? e la Fiorenza era nota come Farang o Fulin), la città toscana era piena di schiave arabe, russe e mongole, i suoi commercianti gira¡vano mezzo mondo, proprio in quell’anno Cosimo de’ Medici tornava in città dopo l’esilio e gli indizi ½cinesi? scovati da Me¡niez sono intriganti. Nel giallo, oltre a Zheg He (ritenuto anche scopritore di America, Nuova Zelanda, Australia e An¡tartide) e Colombo sono coinvolti Leonar¡do da Vinci e Papa Eugenio IV, Filippo Bru¡nelleschi, Leon Battista Alberti, Mariano Taccola, Medici e Visconti, Amerigo Ve¡spucci, Magellano, la conquista di Pisa da parte di Firenze nel 1406, un dipinto del Pisanello (datato 1433-1438, vi si vedono un ammiraglio mongolo assieme a soldati cinesi, bufali d’acqua e navi simili a quelle di Zheng), il veneziano Niccolò da Conti e altro ancora.




Mauro Bonciani
01 dicembre 2009



http://corrierefiorentino.corriere.it/f ... 6784.shtml


Potrebbe proprio essere... Interessantissimo.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kinzika »
sono responsabile di quello che scrivo non di quello che capisci tu. Anonimo(?)

kinzika

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La Cina e il Rinascimento Italiano nato dall'influsso Cinese
« Risposta #4 il: 17 Dicembre, 2009, 20:36:24 pm »
Citazione da: "cavallo"
c'é' di peggio:

simili teorie strampalate e facilmente smotabili dall'esame storiografico (esattamente come quelle di Dan Brown) sono in effetti utili a chi vuole cancellare assieme a queste fantasie la rilevanza immensa, invece storiograficamente provata, degli elementi culturali orientali (islamici, iranici, indiani, cinesi per tramite dei precedenti) nella conformazione del pensiero, della culrtura, della moda, della gastronomia, dlla tecnica, della scienza, dell'arte occidentalin ed in fondo proprio del Rinascimento, fatto che giustamente sottolinea Cardini, storico cattolico (e di destra) ma attenrtissimo a questo grande tema del debito dell'Occidente verso l'Oriente.

per capirci,  se si fa credere che gli asini volano e poi ovviamente si dimostra che non e'vero, si distrae l'attenzione dal fatto che gli asini tirano perfettamente i carretti!

lo stesso e'successo con gli attacchi di dan Brown alla Chiesa cattolica che sono serviti alla Chiesa a deridere ogni critica all'Opus Dei come <complottista>.

il fatto storicamente, culturalmente e politicamente enorme su cui concentrare l'attenzione resta invece, quindi, che fino a prima della conquista araba di Sicilia ed Andalusia (VIII-X secolo) e poi alle Crociate (XI-XIII secolo) in Europa non esistevano le poesie cortesi, il liuto, la carta, i mulini ad acqua, i numeri moderni, il sestante, l'arco ogivale, le norie, gli intarsi, il broccato, le traduzioni dei testi greci, il sistema delle dogane e quello del credito, i giardini palaziali, la pasticceria al sesamo, centinaia di fiabe e leggende, le vetrate colorate, le decorazioni a fasce bicrome,  il concetto di andata in Paradiso di chi muore per la fede, la teologia tomistica, il concetto di cavalleria e quello di emblema araldico, il tamburo militare, gli scacchi, la damaschinatura delle lame, la pasta alimentare, l'allevamento del baco da seta, ecc., ecc. e le conoscenze chimiche, farmaceutiche, mediche, botaniche, geografiche (perdutesi quelle grecoromane) erano antidiluviane.

senza l'afflusso di quelle conoscenze originatesi in Cina, in India, in Persia e nel Medio Oriente e veicolate dai Musulmani l'Europa sarebbe restata allo stato di semi-barbarie, con sovrani analfabeti (carlo magno), castelli rozzi, chiese senza vetri colorati, musica solo gregoriana, tecniche di irrigazione primordiali, tessuti grezzi, un sistema sanitario inesistente, e senza le grandi idee (quel <poetare novo> dei toscani creato 2 secoli prima a  Baghdad, quel senso mistico della cavalleria ben studiato da cardini, quella passione per la decorazione floreale e i giardini, il misticismo sufico usato da Dante e da Francesco, ecc.) che resero possibile il fiorire di quel che chiamiamo Rinascimento.


Però è interessante.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kinzika »
sono responsabile di quello che scrivo non di quello che capisci tu. Anonimo(?)

Tylyan

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« Risposta #5 il: 18 Dicembre, 2009, 01:18:46 am »
Condivido l'opinione di Kinzika ed è per questo, che sposto il thread in una sezione (a mio avviso) più consona per darvi maggior risalto.

Spero che la discussione continui con toni pacati e nel reciproco rispetto, come giustamente è stato fino ad ora.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Tylyan »
L´ignoranza è il mio nemico.