la RPC pronta ad aiutare la povera UE..... - page 3 - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: la RPC pronta ad aiutare la povera UE.....  (Letto 8132 volte)

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libero

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« Risposta #30 il: 22 Dicembre, 2010, 00:55:13 am »
Pechino teme la crisi europea, ma sostiene l'euro
http://www.agichina24.it/repository/cat ... o/economia
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cavallo

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« Risposta #31 il: 22 Dicembre, 2010, 07:38:28 am »
dedico il link dell'AGI postato da libero a chi fa finta di non capire che cosa c'entri l'appoggio cinese alla UE con la situazione non solo dei Greci e dei Portoghesi, ma anche dei contribuenti non evasori italiani e degli altri Paesi della Zona Euro:

http://www.agichina24.it/repository/cat ... o/economia
"La Cina si è detta ômolto preoccupata per il modo in cui la crisi del debito europeo verrà gestitoö.  ôVogliamo capire û ha dichiarato il ministro del Commercio cinese Chen Deming - se l'Unione europea è in grado di controllare i rischi sul debito sovrano e se il consenso possa tradursi in azioni reali che consentano all’Europa di venir fuori presto e in buona salute dalla crisi finanziariaö.

Il Dragone, che ha investito in euro parte dei 2,65 trilioni di dollari di riserve valutarie û la cifra esatta dell’investimento non è mai stata rivelata û, non ha nascosto di attendere risultati più consistenti dalle misure introdotte dai funzionari europei per fronteggiare la crisi. ôCi auguriamo che tramite i provvedimenti introdotti l’Ue ottenga dei risultati in tempi rapidiö ha dichiarato il vice premier Wang Qishan, anch’egli intervenuto ai colloqui.

Il timore che il debito possa estendersi e æinfettare’ gli stati membri dell’Eurozona, quali Italia e Spagna, ha già avuto, quest’anno, ripercussioni sul mercato azionario. E allo scopo di proteggere i propri investimenti nella zona dell’euro, il Dragone ha manifestato più volte il suo sostegno nei confronti della divisa europea. Pechino û ha assicurato Wang Qishan - ha fatto la sua parte per ridurre parte dei problemi economici di Bruxelles. ôLa Cina ha appoggiato gran parte delle misure adottate dall’Ue e dal Fondo Monetario Internazionale per stabilizzare i mercati finanziari"
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

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« Risposta #32 il: 22 Dicembre, 2010, 08:27:54 am »
dedico il link dell'AGI postato da libero a chi fa finta di non capire che cosa c'entri l'appoggio cinese alla UE con la situazione dei propi interessi economici:

http://www.agichina24.it/repository/cat ... o/economia



"La Cina si è detta ômolto preoccupata per il modo in cui la crisi del debito europeo verrà gestitoö. ôVogliamo capire û ha dichiarato il ministro del Commercio cinese Chen Deming - se l'Unione europea è in grado di controllare i rischi sul debito sovrano e se il consenso possa tradursi in azioni reali che consentano all’Europa di venir fuori presto e in buona salute dalla crisi finanziariaö.

Il Dragone, che ha investito in euro parte dei 2,65 trilioni di dollari di riserve valutarie û la cifra esatta dell’investimento non è mai stata rivelata û, non ha nascosto di attendere risultati più consistenti dalle misure introdotte dai funzionari europei per fronteggiare la crisi. ôCi auguriamo che tramite i provvedimenti introdotti l’Ue ottenga dei risultati in tempi rapidiö ha dichiarato il vice premier Wang Qishan, anch’egli intervenuto ai colloqui.

Il timore che il debito possa estendersi e æinfettare’ gli stati membri dell’Eurozona, quali Italia e Spagna, ha già avuto, quest’anno, ripercussioni sul mercato azionario. E allo scopo di proteggere i propri investimenti nella zona dell’euro, il Dragone ha manifestato più volte il suo sostegno nei confronti della divisa europea. Pechino û ha assicurato Wang Qishan - ha fatto la sua parte per ridurre parte dei problemi economici di Bruxelles. ôLa Cina ha appoggiato gran parte delle misure adottate dall’Ue e dal Fondo Monetario Internazionale per stabilizzare i mercati finanziari"
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

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« Risposta #33 il: 22 Dicembre, 2010, 08:52:05 am »
e chi ha mai negato che la RPC persegua intelligentemente i propri interessi economici? mica é la Caritas....

ma io ho gatto notare che il suo intervento aiuta LA UE in toto e non solo il Portogallo come altri hanno cercato di far credere, e nella UE aiuta doppiamente gli Italiani: perché fa decrescere il rischio Italia e perché appoggia gli sforzi UE fatti anche coi soldi di quella parte (purtroppo non altrettanto rilevante che negli altri paesi UE...) degli italiani che sono contribuenti non evasori....

il link lo conferma, casomai ce ne fosse bisogno (e nomina esplicitamente l'Italia....)
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« Risposta #34 il: 22 Dicembre, 2010, 09:18:06 am »
Citazione da: "cavallo"
e chi ha mai negato che la RPC persegua intelligentemente i propri interessi economici? mica é la Caritas....

ma io ho gatto notare che il suo intervento aiuta LA UE in toto e non solo il Portogallo come altri hanno cercato di far credere, e nella UE aiuta doppiamente gli Italiani: perché fa decrescere il rischio Italia e perché appoggia gli sforzi UE fatti anche coi soldi di quella parte (purtroppo non altrettanto rilevante che negli altri paesi UE...) degli italiani che sono contribuenti non evasori....

il link lo conferma, casomai ce ne fosse bisogno (e nomina esplicitamente l'Italia....)


chi la nomina il solito giornalaio o l'intervistato cinese???
dovevi solo leggere a suo tempo qualche giornale di economia
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... iew=Libero
http://www.affaritaliani.it/economia/mo ... 11210.html
http://www.finanzaonline.com/notizie/ne ... lo-tedesco
http://www.trend-online.com/?stran=izbi ... &id=312625
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

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« Risposta #35 il: 23 Dicembre, 2010, 08:15:47 am »
per confermare quanto già spiegato, ossia che l'aiuto cinese (ovviamente non ispirato a criteri di carità...) riguarda non solo il Portogallo ma TUTTA LA UE, direttamente ed indirettamente, e quindi anche i contribuenti non evasori ed i risparmiatori in BOT italiani, ecco l'analisi apparsa su IlSole24Ore:

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AY27bmtC
"ora Pechino lancia velatamente un messaggio politico d'importanza cruciale a tutta l'Unione europea: se in futuro altri paesi del Vecchio Continente dovessero trovarsi a corto di liquidità, potranno contare sulla Cina."

2 dei motivi vengono spiegati nell'articolo, ma quel che si conferma, ovviamente é che solo i mentecatti suicidi (stile destre italiche, Cenni, ecc.) oggi fanno azioni, scelte, propaganda sinofoba, in una simile situazione.....piaccia o non piaccia
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« Risposta #36 il: 23 Dicembre, 2010, 09:07:24 am »
Ma perché il cavaliere bianco cinese, dopo essere sceso tempestivamente in soccorso di Grecia e Portogallo, è pronto a sostenere l'Europa nel caso di altri brutti scivoloni?
Per due ragioni. La prima è di carattere economico. L'Unione europea è il primo partner commerciale della Cina. Un'eventuale implosione dell'euro, o anche solo una prolungata stagnazione economica del Vecchio Continente, quindi, potrebbe avere un impatto negativo rilevante sulle esportazioni cinesi verso il mercato europeo. Nei primi undici mesi di quest'anno l'interscambio è andato a gonfie vele facendo segnare un incremento del 30% a quota 434 miliardi di dollari.
La seconda è di carattere politico. Tirando fuori dai guai Atene e Lisbona, e garantendo il proprio sostegno finanziario all'Europa intera in caso di bisogno, la Cina stacca una cambiale in bianco con Bruxelles. Una pesante cambiale in bianco che, presto o tardi, Pechino porterà in pagamento con tanto d'interessi. E che l'Europa non potrà rifiutarsi di onorare.



C.V.D.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

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« Risposta #37 il: 24 Dicembre, 2010, 09:49:25 am »
a parte l'inutile polemica sulle ragioni dell'aiuto cinese alla UE (che certo non potevano eassere quelle di Babbo Natale o della Caritas...né io l'ho ovviamente mai affermato...), ecco una conferma ulteriore, sempre da IlSole24Ore (che per alcuni deve essere in bollettino ciclostilato di qualche gruppo veteromaoista, dato che non lo considerano....), che l'intervento cinese va ben al di là dell'aiuto al solo Portogallo ed investe tutta la UE e specificamente la sua Zona Euro (di cui guarda caso fa parte pure l'Italia...) e la sua moneta, l'Euro appunto (che guarda caso é anche la moneta corrente in Italia....), oltre che prefigurare esplicitamente eventuali specifici interventi in caso di crisi acute di altri Paesi dopo Grecia, Irlanda e Portogallo ("altri" Paesi fra cui primeggiano Spagna ed Italia....):

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AYef6IuC
"L'Europa schiacciata dal fardello dei debiti sovrani pu? dormire tra due guanciali: in caso di bisogno, la Cina correrà in soccorso del Vecchio Continente. ½Siamo pronti ad aiutare i paesi dell'Eurozona a superare l'attuale crisi finanziaria?, ha detto ieri un portavoce del Governo cinese, ribadendo ancora più esplicitamente il sostegno offerto qualche giorno fa da Pechino all'Unione Europea.
½Abbiamo preso una serie di misure per aiutare la Ue a gestire la sua crisi debitoria e, al tempo stesso, abbiamo intrapreso azioni concrete per aiutare alcuni paesi europei a fronteggiare la crisi del debito sovrano?, aveva annunciato qualche giorno fa con tono rassicurante il vicepremier Wang Qishan.
Ora Pechino tende ancora più lontano la sua mano verso l'Europa, assicurando che manterrà ampie riserve in euro. ½L'Unione europea sarà uno dei mercati principali per le riserve valutarie cinesiLa Ue e per gli investimenti esteri cinesi? ha aggiunto ieri il Dragone, spingendo subito al rialzo le quotazioni dell'euro sui mercati valutari. Il messaggio della nomenklatura, a questo punto, è chiarissimo: se nei prossimi mesi altri paesi dell'Unione Europea dovessero trovarsi a corto di liquidità, potranno contare sul sostegno finanziario della Cina."


che qualcuno spieghi a Cenni, Bossi, Calderoli, Storace, Cassone, ecc. e all'accolita di sinofobi italioti similCenni o che ne minimizzano le infamie  che il loro atteggiamento (che non a caso non ha paragoni in altri Stati europei a livello istituzionale, anche meno sfasciati dell'Italia....) diventa ogni giorno di più suicida e Italicida, please.......
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Dubbio

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« Risposta #38 il: 24 Dicembre, 2010, 14:16:55 pm »
Citazione da: "cavallo"
che qualcuno spieghi a Cenni, Bossi, Calderoli, Storace, Cassone, ecc. e all'accolita di sinofobi italioti similCenni o che ne minimizzano le infamie  che il loro atteggiamento (che non a caso non ha paragoni in altri Stati europei a livello istituzionale, anche meno sfasciati dell'Italia....) diventa ogni giorno di più suicida e Italicida, please.......

Non ti preoccupare, pochi paesi hanno una tradizione di servilismo verso i potenti come l'Italia.
E sicuramente la Cina ne è al corrente  :D
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« Risposta #39 il: 24 Dicembre, 2010, 17:28:38 pm »
hai ragione Dubbio, spesso l'Italia (dal "Franza o Spagna, bas che se magna...." tardomedievale in poi) ha saputo essere in modo perfetto zerbino dei potenti del Mondo e non mi stupirei che come certi ex-maoisti alla Brandirali e certi ex-lottacontinuisti alla Maroni hanno virato verso il ciellismo e il leghismo, così alcuni tra i sinofobi più accesi attuali si ritrovino dopodomani fra i valletti acritici di qualche compagnia cinese.....

...ma quanto alla capacità delle forze egemoni (specie economico-politiche) italiote di capire complessivamente la connessione (prescindendo dal piano etico che é loro del tutto estraneo...) fra la politica degli scambi internazionali e il non disprezzo xenofobo per intere "categorie" di migranti non mancano invece esempi di assoluta follia suicida, simili (sia pure non per dimensioni degli scambi...) a quello dell'attuale sinofobia; basti vedere come sono stati trattati per decenni i migranti (musulmani) originari di Paesi (Marocco, Tunisia, Egitto, ecc.)  che l'Italia avrebbe dovuto considerare come aree di interazione economica e culturale, ovvero l'incapacità assoluta di valorizzare in positivo le competenze di tanti migranti esteuropei ed africani (il cui livello culturale medio é superiore a quello medio degli Italiani....) per costruire canali di interazione con le economie e la cultura dei loro Paesi d'origine, specie a livello di PMI (piccole e medie imprese), ovvero il menefreghismo verso migranti di Paesi dell'America Latina, più rispettati in...Francia che in Italia.

é che a certi settori delle classi egemoni italiote va più a genio coniugare le correlazioni affari-servaggio politico (ad esempio verso gli USA oggi, verso Francia e GB in passato), affari-mafie (transnazionali) che quello affari-diritti degli esseri umani migranti e non......

certamente, nonostante loro e grazie al suo peso del tutto diverso internazionalmente da quelli del Senegal o del Bamgladesh,  ci penserà la RPC syessa, a modo suo, in futuro, a mettere le cose in chiaro anche su questo terreno con l'Italia, ma é triste che un Paese (l'Italia) debba imparare a suon di "rapporti di forza", contratti di import-export, acquisto o meno di bonds, investimenti o meno per il salvataggio di aziende, ecc., non trovi?
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« Risposta #40 il: 26 Dicembre, 2010, 18:52:09 pm »
dopo aver calato le braghe chi con l'america e chi con l'urss.... :-D  :-D
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« Risposta #41 il: 26 Dicembre, 2010, 20:43:15 pm »
povero vasco, capisco che i concetti contenuti in quel che ho scritto (che era rivolto a Dunnio, che l'Italiano lo sa e i concetti li conosce, non a te...) e che ti ricopio non li hai neppure lontanamente capiti...
"spesso l'Italia (dal "Franza o Spagna, bas che se magna...." tardomedievale in poi) ha saputo essere in modo perfetto zerbino dei potenti del Mondo e non mi stupirei che come certi ex-maoisti alla Brandirali e certi ex-lottacontinuisti alla Maroni hanno virato verso il ciellismo e il leghismo, così alcuni tra i sinofobi più accesi attuali si ritrovino dopodomani fra i valletti acritici di qualche compagnia cinese.....

...ma quanto alla capacità delle forze egemoni (specie economico-politiche) italiote di capire complessivamente la connessione (prescindendo dal piano etico che é loro del tutto estraneo...) fra la politica degli scambi internazionali e il non disprezzo xenofobo per intere "categorie" di migranti non mancano invece esempi di assoluta follia suicida, simili (sia pure non per dimensioni degli scambi...) a quello dell'attuale sinofobia; basti vedere come sono stati trattati per decenni i migranti (musulmani) originari di Paesi (Marocco, Tunisia, Egitto, ecc.) che l'Italia avrebbe dovuto considerare come aree di interazione economica e culturale, ovvero l'incapacità assoluta di valorizzare in positivo le competenze di tanti migranti esteuropei ed africani (il cui livello culturale medio é superiore a quello medio degli Italiani....) per costruire canali di interazione con le economie e la cultura dei loro Paesi d'origine, specie a livello di PMI (piccole e medie imprese), ovvero il menefreghismo verso migranti di Paesi dell'America Latina, più rispettati in...Francia che in Italia.

é che a certi settori delle classi egemoni italiote va più a genio coniugare le correlazioni affari-servaggio politico (ad esempio verso gli USA oggi, verso Francia e GB in passato), affari-mafie (transnazionali) che quello affari-diritti degli esseri umani migranti e non......

certamente, nonostante loro e grazie al suo peso del tutto diverso internazionalmente da quelli del Senegal o del Bamgladesh, ci penserà la RPC stessa, a modo suo, in futuro, a mettere le cose in chiaro anche su questo terreno con l'Italia, ma é triste che un Paese (l'Italia) debba imparare a suon di "rapporti di forza", contratti di import-export, acquisto o meno di bonds, investimenti o meno per il salvataggio di aziende, ecc., non trovi?"

ma é evidente che fare confusione fra il servaggio italico politico verso URSS e USA ed economico (come sistema-paese, non come singoli partiti foraggiati, che é altra cosa...) verso gli USA (la differenza non era insignificante...), continuazione di quelli verso la GB, la Francia, la vecchia potenza iberocattolica, quella francese tardomedievale, quella quella angioina, quella tedesca, quella normanna, , ecc., rispetto all'atteggiamento verso Paesi che in Italia sono presenti con significative aliquote di migranti (fenomeno stopricamente nuovo) ma (nel caso della Cina) hanno un ruolo crescentemente egemone economicamente nel Mondo costituisce una conferma di incomprensione totale......
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« Risposta #42 il: 27 Dicembre, 2010, 07:38:33 am »
http://it.wikipedia.org/wiki/Maoismo

maoismo: inteso come un adattamento del pensiero marxista-leninista alla specificità cinese.

 In Italia  [modifica]
Prima degli anni sessanta, Mao era poco conosciuto a livello internazionale ed ancor meno in Italia. Il famoso libro Stella rossa sulla Cina di Edgar Snow, che per molto tempo fu considerato la fonte principale per conoscere la figura di Mao, fu pubblicato nel 1938 negli USA, ma solo nel 1965 in Italia. Il noto libro di Edward Hunter del 1951 Brain-washing in red China (Lavaggio del cervello nella Cina rossa), un'icona del maccartismo, non fu tradotto in Italia. Nel 1957, Renata Pisu, Edoarda Masi, Filippo Coccia furono i primi studenti italiani a recarsi in Cina, dove frequentarono l'università Beida a Pechino. I tre autori hanno poi pubblicato diversi libri, articoli in periodici e quotidiani, hanno redatto le prefazioni di altri libri e tradotto opere di letteratura dal cinese. Renata Pisu e Edoarda Masi ebbero inizialmente posizioni filomaoiste per passare poi, alla fine degli anni Settanta, a posizioni decisamente critiche.

Negli anni Sessanta, l'interesse per la Cina crebbe a causa della sua natura politica, coinvolgendo numerosi intellettuali, autori, giornalisti e alcune università (Venezia, Milano, Roma e Napoli). La delusione per l'adeguamento del Partito Comunista Italiano alla destalinizzazione, spinse molti a vedere in Mao (e in Stalin) il continuatore genuino del marxismo-leninismo, ruolo rivendicato dallo stesso Mao, e nella Cina la speranza di una nuova rivoluzione correlata al movimento terzomondista ed alle passioni dell'epoca, prime fra tutte la Rivoluzione cubana di Fidel Castro, la figura di Che Guevara e l'opposizione alla Guerra del Vietnam.
Nel n.1 del marzo 1964 di Nuova Unità, giornale che già nel titolo rivendicava una purezza di posizioni politico-ideologiche e di critica serrata al ærevisionismo’ del PCI, vengono pubblicate le æProposte per una piattaforma dei marxisti-leninisti d’Italia’, che avranno lo scopo di organizzare sistematicamente la nuova elaborazione sul partito dei comunisti e della classe operaia, nonché inizieranno a mettere a fuoco le nuove suggestioni internazionaliste, prime fra tutte la cinese e l’albanese.
Il primo gruppo in assoluto che si costituì coscientemente come raggruppamento marxista-leninista fu quello padovano raccolto intorno al giornale Viva il leninismo! già nel settembre 1962, guidato da Vincenzo Calò, Ugo Duse, A. Bucco ed altri.
Proprio il richiamo all’esperienza maoista fu il carattere distintivo del marxismo-leninismo italiano, che divenne tout-court maoismo e fu fattore di critica asperrima nei confronti della realtà sovietica e dei paesi dell’Est, accusati di degenerazione æburocratico-revisionista’, accelerata poderosamente dalle cosiddette riforme kruscioviane dopo il XX Congresso del PCUS del 1956. Fu la stessa interpretazione del maoismo (liturgia da ælibretto rosso’ o azione politica concreta con la ælinea di massa’) che divise in modo verticale il movimento, divisione aggravata dalle modalità con cui Brandirali organizz? il raggruppamento di Servire il popolo!, un'organizzazione con rituali settari e molto chiusa all'esterno.

Numerosi visitatori stranieri furono accolti in Cina e scrissero altrettanti libri di tendenza. Dopo il 1965, l'Einaudi tradusse e pubblicò le principali opere di Edgar Snow [3] e di William Hinton [4], che divennero classici del giornalismo sulla Cina. Furono tradotti anche i testi fondamentali dei nordamericani Stuart Schram [5] e Franz Schurmann, [6]. Fra gli italiani, oltre alle già menzionate Renata Pisu e Edoarda Masi, le opere più influenti furono quelle di Franco Fortini, Carlo Bernari, Enzo Biagi, Alberto Cavallari, K. S. Karol, Maria Antonietta Macciocchi, Alberto Moravia, Goffredo Parise e Sandro Paternostro. Non mancarono gli autori scettici e critici [7] o le testimonianze di reclusi nelle prigioni [8]. Edoarda Masi (Per la Cina, 1978) e Tiziano Terzani (La porta proibita, 1984) criticarono le visite guidate, vissute in prima persona. Altre pubblicazioni invece non criticarono il regime cinese [9].

Diversi editori, fra cui Feltrinelli, pubblicarono il Libretto rosso.
Enrica Collotti Pischel, docente di storia all'università di Torino, Bologna e Milano, scrisse numerosi libri di storia e politica cinesi, in chiave marxista e filomaoista.
Giuseppe Regis, sua moglie Maria Arena e Mireille De Gouville, dopo un lungo soggiorno in Cina, fondarono le Edizioni Oriente per diffondere in Italia pubblicazioni cinesi, fra cui la stampa di regime, attraverso le riviste Vento dell'Est e Quaderni della stampa cinese; la casa editrice pubblicò inoltre le opere di Mao.
Manlio Danucci e Carla Pellegrini, anch'essi recatisi in Cina, collaborarono con le Edizioni in lingue estere di Pechino (casa editrice del governo cinese che si occupava della diffusione internazionale) per tradurre in italiano la rivista La Cina e le altrettanto note Lettere di Anne Louise Strong (giornalista nordamericana).
Simpatizzante verso la rivoluzione cinese fu il quotidiano il manifesto di Lucio Magri e Rossana Rossanda
Anche il gruppo Lotta continua, soprattutto ad opera di Gianni Sofri[10], fratello del leader Adriano e Lisa Foa[11] simpatizz? per la Cina rivoluzionaria.
Dario Fo si recò in Cina ed espresse simpatie per il maoismo; il teatro di Fo trovava ispirazione nel teatro popolare della Rivoluzione Culturale.
Il maoismo si inserisce in una "galassia" marxista-leninista e "sessantottina", comprendente numerosi movimenti, organizzazioni, gruppi politici extraparlamentari e numerose riviste e pubblicazioni. La rivista Vento dell'Est, il quotidiano Il Manifesto e l'associazione Italia-Cina organizzarono viaggi in Cina cui parteciparono, oltre ai già citati, Chiara Calamandrei, Mario Capanna, Filippo Coccia, Claudia Pozzana, Franco Fortini, Vittorio Rieser, Alessandro Russo, Adriano Sofri e molti altri. L'ideologia di questi gruppi si collocava a sinistra del PCI e più o meno vicino al maoismo, in ragione di una critica allo stalinismo ed al revisionismo sovietico, e alla restaurazione del capitalismo.


poi ci sono altre scuole di pensiero che nei commenti sopra danno espressione di se stessi... :evil:  neomaoisti....
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vasco reds

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« Risposta #43 il: 27 Dicembre, 2010, 07:44:34 am »
rapporti italia urss
http://it.wikipedia.org/wiki/Partito_Comunista_Italiano

D'altro canto il rapporto del PCI con l'URSS è, ancora oggi, al centro del giudizio degli storici. ? certo però che il Partito è stato per un lungo periodo sovvenzionato notevolmente dai sovietici

nella preparazione delle elezioni politiche del 1948 Palmiro Togliatti chiese istruzioni a Mosca sulla possibilità di usare la forza militare di cui il partito disponeva, ricevendone risposta negativa.[1]

ecc.ecc.
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Dubbio

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« Risposta #44 il: 27 Dicembre, 2010, 15:05:49 pm »
Citazione da: "vascoexinhong"
rapporti italia urss

No, sono due concetti profondamente diversi.

Il servilismo al quale ho fatto riferimento è la storica attitudine della politica estera italiana (che mai è stata espressione del PCI né dei filomaoisti) a compiacere i potenti sacrificando autonomia, dignità e principi nella speranza di avvantaggiarsi con la loro benevolenza (è quello che fecero ad esempio, il fascismo con la Germania hitleriana e la DC con gli USA).

Quali che siano stati i rapporti tra PCI e Mosca e tra filomaoisti e Cina, essi non ebbero mai come motore il servilismo, né avrebbero potuto averlo, perché si serve un padrone e né Mosca né Pechino a quei tempi avrebbero potuto esserlo per l'Italia, che per l'appunto serviva altri padroni :D

Il servilismo verso la Cina sta per arrivare, e sono certo che non ti sfuggirà la sua profonda differenza dal filomaoismo.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »