Esempo :i brutali numeri del fotovoltaico tedesco, ad oggi (2010), sono i seguenti:
• Totale investimenti nel fotovoltaico fino ad ora: 85 miliardi di euro
• Potenza installata (attualmente): 21 GWp
• Energia elettrica prodotta nell'ultimo anno: 11,7 TWh
• Percentuale sul totale dell'energia elettrica: 1,9 %
L’eolico fornisce alla Germania poco più del fotovoltaico ma a costi esorbitanti, fino a 20 volte in più rispetto al nucleare.
Nella UE le biomasse in tutte le loro forme producono il 3%, mentre eolico, solare, fotovoltaico, geotermico ed altre scemenze simili arrivano a malapena al 5% anche dopo 30 anni di forti investimenti.
Italia: La potenza elettrica di tutti gli impianti installati sul territorio nazionale è di circa 97 GW. Di questi circa 21 vengono da centrali idroelettriche, poco meno di 3 da centrali eoliche e una frazione insignificante da impianti fotovoltaici.
IL Governo Italiano prevede l’installazione entro il 2020 di impianti eolici sulla terraferma per una potenza complessiva di 10 GW, ossia circa il 10% della potenza necessaria. Questa frazione apparentemente considerevole diventa invece piccola quando si calcola l’effettiva energia prodotta, ossia il prodotto tra la potenza e il numero di ore, che è il dato significativo. Siccome una centrale eolica funziona solo quando c’è vento sufficiente a muovere le pale del rotore e una fotovoltaica solo con la luce, il loro rendimento è molto più basso di una centrale termoelettrica. La produzione dipende, ovviamente, anche dall’intensità del vento e dalla luminosità. Il fabbisogno elettrico nazionale è di 340 TWW; stimando il rendimento delle macchine eoliche in 1500 ore per anno alla potenza di picco si ottiene una produzione da energia eolica pari a 14 TWh, circa il 4% della produzione totale. E questo in una situazione ipotetica di saturazione dell’Italia (del Sud, dove c’è vento) da pale eoliche.
Ma la rete elettrica non sopporta l’allacciamento di potenza “intermittente” (che da un momento all’altro può venire meno, per i capricci della natura) superiore al 15% di quella termoelettrica attiva al momento.
Tenendo conto che la potenza termoelettrica installata è pari a circa a 70 GW sembrerebbe possibile installare 10 GW di potenza intermittente, in accordo con il punto precedente. Tuttavia bisogna ricordare che il 15% deve essere riferito non alla potenza termoelettrica installata bensì a quella attiva perché pronta a compensare le oscillazioni. Si arriva dunque al paradosso che per poter installare 10 GW di potenza eolica bisogna tenere sempre accese tutte le centrali termoelettriche (che sono quelle che invece gli eco gonzi vorrebbero spegnere) e adottare raffinati meccanismi di controllo che, per esempio, stacchino le centrali eoliche quando la potenza termoelettrica è insufficiente. Stime prudenziali, basate sul calcolo del carico base sempre presente anche la notte e nei week-end, indicano che la quota massima non dovrebbe superare i 5.000-7.000 MW portando la produzione da fonte intermittente al massimo al 3% del fabbisogno elettrico.
Quanto risparmiamo sulla complessiva emissione di gas inquinanti? Non il 3% , ma il 3% di un terzo (perché il fabbisogno elettrico è circa un terzo di quello energetico complessivo), ossia l’1% del totale. E questo è il massimo con questa tecnologia; oltre non si va. Tenendo conto che l’attuale trend di aumento del fabbisogno energetico italiano è di circa l’1% annuo, in soli 12 mesi annulliamo il sacrificio del territorio al costo di oltre 100 miliardi di euro, soldi buttati al