Vent’anni, va in tv: sul web attacchi e offese.
Insulti alla cinese nera:
½Non sei una di noi?
Lou Jing è la figlia di un afroamericano: ½Qui c’è troppa aggressività?
Lou Jing
SHANGHAI ù Ci sono vol¡te in cui lo stupore si guasta, irrancidisce subito. ? succes¡so ad agosto, per esempio. Una televisione di Shanghai, la Dragon Tv , manda in onda una trasmissione per nuovi talenti, ½Go! Oriental Angelò. Tra le concorrenti, una spicca fra tutte. ? alta, è graziosa, canta così così, nel comples¡so se la cava. Arriverà fra le prime cinque. ? cinese, come le altre. ? nera, diversamente da tutte le altre. Si chiama Lou Jing. Il presentatore è gentile, la chiama la ½Halle Berry della Cina?, citando un’attrice americana, bella e premiata con un Oscar. Lei apprezza e non si di¡strae: in fondo studia all’Acca¡demia Drammatica di Shan¡ghai, da grande vuole fare la presentatrice, e davanti alle telecamere, su un palcosceni¡co fin troppo vasto, non si perde, in fondo allo show ce l’hanno spedita i suoi profes¡sori. Ma lo stupore del pubbli¡co, appunto, non sempre resi¡ste a se stesso, capita che va¡da a male, e sulla rete comin¡ciano a circolare commenti ironici, via via più oltraggio¡si, fino a diventare immondi: ½Non esistono cinesi neri?.
L’exploit artistico di Lou Jing diventa un caso, suo malgra¡do. E invece Lou Jing è cine¡se, cinesissima. Nata il 28 aprile 1989, anno del serpen¡te. Di Shanghai, come sua mamma. Il padre non l’ha co¡nosciuto né cercato, veniva dagli Stati Uniti ù dice lei ù e se n’è andato subito. Era ne¡ro e ha lasciato a Lou Jing una pelle che le ha fatto guadagna¡re l’etichetta di ½ragazza di cioccolato?: un tentativo di dolcezza per indicare qualco¡sa che devia dalla norma, un’eccezione che per un istan¡te scardina l’omogeneità dei cinesi han. Meglio essere ½Halle Berry?, allora, perché ½quando mi sono vista trucca¡ta ho pensato che in effetti ve¡nivo bene, che ero bella?, pe¡rò ½meglio ancora essere chia¡mata con il mio vero nome?. Lou Jing sorride, si ritrova intorno una curiosità vischio¡sa, spesso più ingenua che malevola, ma insistente. ½Al¡lo sguardo un po’ così degli altri ù spiega al Corriere , da¡vanti a un gelato aggredito senza complessi ù mi sono abituata presto, non è mai sta¡to un problema. Non con quelli che mi vivono accanto, almeno. Sul web sì. Ai com¡menti, alle critiche on line lì per lì non mi sono abituata af¡fatto. Perché subire un’ingiu¡stizia? Ma adesso ho una nuo¡va attitudine: non voglio pre¡occuparmi di chi con me non c’entra nulla?.
Da ventenne, Lou Jing prova a vedere le co¡se in modo semplice: ½Se c’è razzismo in Cina? Io parlerei più di aggressività che di raz¡zismo. Davanti alle offese la¡scio perdere, reagisco solo se sono di cattivo umore?. Quando la madre è andata in trasmissione a raccontare quanto la sua Jing fosse una ragazza brava e posata (e lei aggiunge: le piacciono il com¡puter e il Milan, per via di Maldini e Kakß), il web ha preso a ribollire di ipotesi e insinuazioni. I filoni del na¡zionalismo spiccio hanno tira¡to fuori pezzi scontati del lo¡ro repertorio: se quella donna ha avuto una figlia fuori dal matrimonio, non è che una poco di buono; una figlia fat¡ta con uno straniero, poi; e ne¡ro, figuriamoci; e magari non americano ma, orrore, africa¡noà Gli stereotipi peggiori sono emersi tutti.
Il China Daily ha dovuto dedicare una pagina alla difesa di Lou Jing, parlando apertamente di raz¡zismo e auspicando che una cinese dalla pelle scura possa ½strappare un esercito di bi¡gotti a una mentalità medie¡vale ? (lo stesso giornale nei giorni scorsi raccontava della sorpresa dei cittadini del Guangdong nello scoprire che a soccorrere per primo i feriti di un grave incidente stradale fosse stato ½un ne¡ro ?, poi dileguatosi nella not¡te). Lou Jing è una che va avan¡ti: ½Ho un buon carattere, mi considero un’ottimista?. Am¡mette che potrebbe cantare meglio, ½sono un po’ stona¡ta ?, e che recitare le piacereb¡be, ½magari in un ruolo bril¡lante ?. Spinta dai suoi inse¡gnanti sta facendo tirocinio in un’altra trasmissione sul canale Smg , ammira Beyoncé ½per come sta sul palco? an¡che se non è riuscita a procu¡rarsi un biglietto per lo show di Pechino, perché ½erano ri¡masti solo quelli cari?. Nes¡sun agente la aiuta, per ora si gestisce da sola, tutt’al più la mamma la accompagna. Tra due anni si laureerà, ½poi vor¡rei lasciare casa e andare al¡l’estero e studiare ancora. In Europa o in America?. Ecco, l’America. Anche lì Lou Jing potrebbe sentirsi a casa, alme¡no un po’.
Marco Del Corona
29 ottobre 2009
fonte:
http://www.corriere.it/esteri/09_ottobr ... aabc.shtmlCommento:
Nn dovrebbe certo stupire questa cosa, si sa' da molto tempo che i neri nn sono ben visti dai cinesi, la gran parte quando fa riferimento a una persona di colore lo chiama "mostro nero" anche quando si cerca di nn essere offensivo.
Mi dispiace molto per questa ragazza, lei cerca solo di vivere la sua vita, pero' io avrei qlc da ridire alla madre, che sicuramente e' una poco di buono.