Perchè Wong è un cognome diffuso anche in Perù

Quando stavo per terminare la mia esperienza professionale in Cina, l’azienda per cui lavoravo all’epoca, TIM, vinse la gara per la licenza di telefonia mobile in Perù.
Mi venne quindi proposto di dare il mio contributo al lancio delle operazioni in quel paese che per me era fino a quel momento quasi del tutto sconosciuto….

Quando stavo per terminare la mia esperienza professionale in Cina, l’azienda per cui lavoravo all’epoca, TIM, vinse la gara per la licenza di telefonia mobile in Perù. Mi venne quindi proposto di dare il mio contributo al lancio delle operazioni in quel paese che per me era fino a quel momento quasi del tutto sconosciuto.

Proprio per verificare la situazione mi apprestai a fare una prima missione esplorativa in quel paese che, per me che risiedevo ancora in Cina, era proprio all’altro capo del mondo. Fui molto colpito dal vedere, nella strada che mi portava all’albergo una volta arrivato a Lima, una grandissima insegna menzionante “Wong”.
Chiesi delucidazioni al taxista che mi spiegò che era l’insegna della catena di supermercati più grande del paese. Alla fine decisi di trasferirmi in Perù, dove poi passai due anni intensissimi e molto interessanti professionalmente, ed ebbi anche modo di conoscere l’avvincente storia dell’immigrazione cinese in Perù.
I primi immigranti cinesi furono i “coolies”, personale che arrivava spesso in modo forzato, o con l’inganno, con dei contratti di lavoro vincolanti per diversi anni, e che essenzialmente sostituiva la manodopera di schiavi nel periodo successivo all’abolizione della schiavitù nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Nel solo quinquennio tra il 1870 ed il 1874 arrivarono in
Perù più di cinquantamila coolies.
I coolies lavoravano essenzialmente nei campi per la coltivazione del cotone, nella raccolta del guano o nei cantieri edili e per la costruzione delle ferrovie.
Le condizioni di lavoro erano durissime, tanto che spesso scoppiavano rivolte, e durante il conflitto tra il Cile ed il Perù tra il 1879 ed il 1884 molti coolies presero l’occasione data dal conflitto per scappare ed arruolarsi nell’esercito cileno.
Infatti fortuna (per i cileni) volle che un ufficiale dell’esercito cileno, Patricio Lynch, avesse combattuto in Cina durante la guerra dell’oppio, e parlasse un po’ di cinese. Tutto questo contribuì alla costituzione del battaglione “Vulcano”, costituito da cinesi.
Via via la comunità cinese cominciò ad affrancarsi dai contratti capestro, cominciando quindi il loro lungo
cammino verso un’integrazione sempre maggiore, e via via alla creazione di figure professionali diverse da quelle di semplici manovali e braccianti
agricoli, dai fornitori di servizi alla comunità dei coolies ed ex-coolies a commercianti e così via.
Tra l’altro vale la pena di citare un personaggio di alcuni degli ultimi libri della scrittrice cilena Isabel Allende, tra cui “La figlia della fortuna” in cui il protagonista è per l’appunto un medico cinese che serve la comunità dei coolies in quel periodo storico.
La comunità cinese iniziò quindi in periodo il suo percorso di integrazione nella comunità peruviana, mantenendo un occhio alla cultura d’origine, e pian piano portando i discendenti dei coolies ad entrare anche nei piani più alti della società peruviana.

Cosa che ci auguriamo possa capitare anche qua in Italia.

Posted by on 2 Maggio 2006. Filed under Racconti. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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