Il mito di Sun Wukong

Se si chiedesse ad un bambino o ad un adolescente chi sia Son Goku, entrato nell’immaginario dell’occidente attraverso il fumetto (e cartone animato) “Dragon Ball” di Akira Toriyama, saprebbero sicuramente rispondere.

Se si chiedesse ad un bambino o ad un adolescente chi sia Son Goku, entrato nell’immaginario dell’occidente attraverso il fumetto (e cartone animato) “Dragon Ball” di Akira Toriyama, saprebbero sicuramente rispondere. Ma dei suoi tanti estimatori e fans, chi sa che Goku si ispira a uno scimmiotto leggendario cinese, Sun Wu Kong, la Scimmia Re?

La sua figura è stata probabilmente creata dalla penna di Wu Cheng’en, a cui si attribuisce la creazione di “Xi you ji”, che letteralmente significa “Viaggio verso ovest”. Un classico della letteratura cinese, pubblicato, in anonimo nel 1590. Il romanzo racconta, in chiave mitologica, il peregrinaggio del monaco Xuanzang, chiamato da Bodhisattva (dea) Guan Yin ad intraprendere il viaggio verso l’India alla ricerca dei Sutra. In questo viaggio è accompagnato da tre discepoli: Sun Wukong, re delle scimmie; Zhu Bajie, mostro delle sembianze di un maiale (reincarnazione di un generale dell’Esercito Celeste, caduto in basso per delle avances mosse alla Dea della Luna, in un momento di ubriachezza); Sha Wujing, mostro acquatico; e il cavallo bianco di Xuanzang, che si rivelerà, verso la fine, un principe dragone.

La grande popolarità del romanzo, che dura tutt’ora, è dovuta a vari fattori: è una storia di avventura, con vari tratti comici, ed è una metafora di un viaggio simbolico (qualcosa come Dante) verso l’illuminazione, il Nirvana.

La scimmia Sun Wukong, venuta al mondo da una roccia, è talmente popolare che generazioni di cinesi hanno subito il suo fascino di eroe buono, ma incompreso, altruista, ma non riconosciuto. Milioni di cinesi sono rimasti incollati davanti alla tv quando, negli anni ’80, con la televisione ancora poco diffusa, si andava a casa degli amici pur di non perdersi neppure una puntata. Divertendosi quando il scimmiotto irriverente, conscio dei suoi poteri, si scatena in un “da nao tian tang”, creando caos nel Regno dei Cieli. E commuovendosi quando, Wukong, non potendo sfuggire dalla mano di Budda, viene scaraventato in terra e imprigionato alla base di una montagna, sorbendosi gli inverni freddi e le piogge di stagione. Finchè il suo destino non si compie: a liberarlo viene Xuanzang, che lo “arruola” semi-forzatamente al viaggio alla ricerca dei Sutra. La dea Guan Yin, preventivamente arma il monaco un cerchietto d’oro da mettere in testa a Wukong: se disobbedisce, basta che Xuanzang si metta a dire quache preghiera che una terribile emicrania si abbatte su di lui.

Innumerevoli serie tv si sono ispirate e si ispirano a questo riuscitissimo romanzo che, grazie alla presenza essenziale della Scimmia Re, umana, molto umana, alla fin fine, ha allettato la fantasia di milioni(anche se non si esagera parlando di miliardi)di individui.

Il percorso di Wukong è paragonabile, in chiave religiosa, ad una ascesa verso il Nirvana, attraverso le incomprensioni col suo “Shi fu”(maestro), il quale puntualmente, lo fraintende. E pur tuttavia Wukong lo aiuta e lo protegge imperterrito dall’attacco di mostri e “yao guai”, frementi dal desiderio di cibarsi della carne di Xuanzang, atto che garantisce l’immortalità.

Il mito di Sun Wukong ha varcato un altro millennio, senza perdita di prestigio, entrando di diritto nella hit parade dei più grandi miti cinesi, in una società che apparentemente ha abbandonato molta della sua tradizione.

Autori:linlin,Giochidiparole.

Posted by on 8 Agosto 2011. Filed under Curiosità, Informazione. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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