I san bernardo nel menu’ dei ristoranti cinesi

Nuove leggende metropolitane sulla bestialità degli immigrati cinesi, questa volta nel settore della ristorazione. Chi sono le vittime di queste speculazioni?

I san bernardo o i cinesi?

Recentemente molti media hanno riportato sulle loro pagine una segnalazione dell’Aidaa, l’Associazione Italiana per la Difesa di Animali e Ambiente, secondo la quale i ristoranti cinesi della chinatown milanese servirebbero ai propri clienti cuccioli di san bernardo.

Per l’esattezza, l’associazione afferma che tale fatto si è verificato 12 volte negli ultimi 2-3 anni.

Al di là della veridicità della notizia, che fino a prova contraria è ancora dubbia, visto che la stessa Aidaa afferma di aver avuto tale segnalazione ”in via confidenziale, ma provenienti da fonti serie e attendibili” e soprattutto derivanti da ”sensazione confermata da alcune nostre verifiche incrociate, anche se non abbiamo prove certe di questa porcheria” (parole di Lorenzo Croce, presidente d’Aidaa), ci chiediamo come mai ogni volta che vi è la possibilità di fomentare odio fra le due comunità, sistematicamente questo venga fatto.

 

 

L’Aidaa è un’associazione che nella sua storia ha fatto varie segnalazioni, molte delle quali riguardano i ristoranti italiani, che tuttavia si salvano dallo scempio mediatico perché senz’altro godono di maggiore rispetto, o più semplicemente tali fatti non rappresentano delle notizie interessanti.
“Interessante” è invece diffondere informazioni come queste che purtroppo vengono prese come giustificazione per discriminare gli immigrati.

A distanza di un mese dalla divulgazione del presunto misfatto, abbiamo contattato direttamente l’Aidaa, chiedendo maggiori delucidazioni, riguardo soprattutto all’origine dell’esposto. Ci comunica che la segnalazione è partita da un membro delle forze dell’ordine e per questo ritenuta attendibile: nessuna parola sulle altre “fonti serie ed attendibili” o sulle loro verifiche incrociate. Precisa inoltre che la notizia era stata deliberatamente lasciata sul vago, augurandone l’infondatezza. Nessun altro chiarimento. Tale risposta non fa che aumentare le nostre perplessità, giustificate tra l’altro dalle parole di Giovanni Maria Giacobazzi, tenente della Nas, che interpellato sull’argomento afferma:

“Questa associazione non si è rivolta a noi, non ho gli elementi per valutare se la segnalazione sia credibile o meno. Posso solo dire che noi monitoriamo la zona e per il momento non abbiamo rilevato nulla di anomalo sul fronte della ristorazione”.

Secondo lo stesso tenente vi è il rischio di creare inutili leggende metropolitane come quella sull’immortalità dei cinesi.
E’ giusto allora che un’organizzazione pubblichi con tanta leggerezza un’accusa così grave, pur ammettendo di non avere delle prove concrete? Soprattutto è giusto che la stampa diffonda un’informazione senza verificarne l’attendibilità, sollevando così un gran polverone che discredita gratuitamente la comunità cinese?

E’ noto il detto che il migliore amico dell’uomo sia il cane, cosicché, facendo leva su ciò, le facili generalizzazioni portano solo a dipingere un velo negativo sulla comunità cinese, già sufficientemente massacrata dai media e dalla loro malsana inventiva.
Da oggi nei menù cinesi delle false leggende ci saranno quindi costolette di san bernardo ad accompagnare gli involtini di carne umana.

E’ vero che la carne del quadrupede più amato dagli italiani è venduta in alcune province cinesi, in particolare quella di Guangdong, dove comunque non risulta gradita a tutti, così come del resto alla maggioranza dei cinesi. Ma è altrettanto vero che mangiare ad esempio una fiorentina, assai apprezzata dai buongustai italiani, è culturalmente inaccettabile in India, dove i bovini sono sacri.

Fa parte della cultura culinaria questa di simpatizzare per certi animali e mangiarne altri.
Il problema etico quindi non si può porre fra onnivori, dipende solo dalla sensibilità verso la vita di alcuni animali in particolare, differente da Paese a Paese, e spesso, da regione a regione.

E’ ragionevole quindi sostenere che se per un italiano che si reca in India, l’ultimo dei suoi pensieri è quello di mangiare carne bovina, così sarà anche per un cinese residente in Italia nei confronti della carne di cane, in quanto egli è consapevole della sensibilità degli italiani verso questo animale e lo rispetta. La stessa sensibilità è sviluppata negli stranieri di seconda generazione, nati o cresciuti nella cultura italiana, che non si immaginerebbero nemmeno di concepire il cane come cibo.

Per concludere vogliamo evidenziare una realtà particolare come quella rappresentata dalla ristorazione cinese. Si tratta spesso di realtà familiari decisamente laboriose, che bersagliate già precedentemente dalle varie Sars ed Aviaria, hanno visto calare inesorabilmente il proprio lavoro. Non è giusto che siano loro a pagare per sbagli che non hanno commesso, non è giusto che una delle realtà cinesi più integrate nel bel paese venga continuamente sospettata a causa della disinformazione. I ristoranti cinesi ci sono sempre stati, ma casualmente sono entrati negativamente nel mirino dei mass media solo negli ultimi anni, in corrispondenza dell’esponenziale sviluppo economico cinese che sembra rappresentare una grossa preoccupazione.
Smettiamola quindi di prendercela con i ristoranti cinesi, riflettiamo prima di pubblicare notizie che possono facilmente dar adito a stupide generalizzazioni!!
Queste divulgazioni hanno gravemente danneggiato il lavoro dei ristoranti e causato ulteriori pretesti discriminatori verso la comunità cinese.
Che siano pretesti effimeri giustificati da scopi indegni indirizzati verso una negativa rappresentazione mediatica della comunità cinese?
Non vogliamo credere a questo, chiediamo semplicemente maggiore sensibilità ed apertura verso la nostra comunità, verso persone assai differenti in cultura, ma meritevoli in ogni caso di dignitosa considerazione.

Posted by on 10 Agosto 2011. Filed under Approfondimenti, Informazione. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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