Sabato 23 Giugno – “Gridalo Forte!” è il titolo del convegno tenutosi all’Auditorio di San Salvatore in Piazza Sarzano, nella splendida Città di Genova. Le seconde generazioni hanno fatto sentire le loro voci in un incontro organizzato dall’Università di Genova.. (foto e video)
E’ stato un incontro, uno scambio oltre che un’occasione di confronto tra le varie realtà multietniche della penisola mediterranea. L’evento si è svolto in tre parti.
La prima parte: un faccia a faccia diretto con il Ministro Ferrero
I diversi temi sono: i problemi riguardanti le lunghe attese per il rinnovo del permesso di soggiorno attraverso il procedimento delle poste; il problema del permesso di soggiorno per gli studenti di durata massima di un anno dove Associna ha precisato, il disagio della seconda generazione cresciuta in Italia sta al compimento del diciottesimo anno d’età nello scegliere di proseguire gli studi, poiché questa scelta lo porterebbe ad essere trattato come uno studente straniero appena arrivato perdendo il diritto all’assistenza sanitaria nazionale ed acquisendo tutti i problemi che comporta un permesso di soggiorno per studio; le avversità nell’ottenere la cittadinanza italiana e i lunghi tempi di attesa per chi l’ha gia richiesta; il diritto di voto ai possessori della carta di soggiorno; la difficoltà di trovare un lavoro per i giovani stranieri; il problema dei CPT; la possibilità di fare il servizio civile per le seconde generazioni. Tutti hanno visto la cittadinanza come soluzione a questi problemi, mentre tra il pubblico s’innalza un grido: “Che cosa sta facendo il Governo?”, seguito da un lungo applauso da parte dei presenti.
Il Ministro Ferrero ha tempestivamente risposto a tutti i quesiti cercando la mediazione e il dialogo. Prima di tutto la questione della lunga procedura per la modifica della legge Fini-Bossi che dovrebbe dare una svolta alla situazione attuale, accusando l’ostruzionismo dell’opposizione che rallenta l’approvazione del nuovo disegno di legge, ma assicura che si sta cercando di fare il possibile. Ha precisato che nonostante non condivida la legge della precedente legislatura, “Il governo ha l’obbligo di rispettare la legge, anche se la legge fa schifo!”, queste le precise le parole del Ministro.
Nel nuovo disegno di legge si cercherà di semplificare la procedura per la cittadinanza italiana e i ricongiungimenti familiari, la durata dei permessi saranno più lunghi, si cercherà di migliorare la situazione dei CPT, verranno introdotti i nuovi flussi migratori con il metodo dello sponsor e l’introduzione dell’auto-sponsorizzazione, una parte definita dubbia sia dall’opposizione che da parte della coalizione, ma molto importante per il Ministro poiché afferma “I canali di partenza per entrare in Italia, solitamente, sono proprio le famiglie e i conoscenti”. La possibilità di spostarsi in tutta l’Europa per lavoro anche solo con il permesso di soggiorno sarà invece possibile solo dopo il consenso dell’Unione Europea. “Ci vuole determinazione, per costruire il consenso!”, sospira il Ministro. Una notizia molto buona è che la nuova legge sulla finanziaria, già approvata, ha messo a disposizione 50 milioni di euro che saranno divisi in 20 o 25 milioni di euro per lo smontaggio dei ghetti urbani (esempio: le 140 famiglie in via anelli di Padova), circa 10 milioni di euro per corsi di lingue per stranieri nelle scuole o centri culturali delle varie etnie e il resto sarà utilizzato per creare centri di incontro e bandi ove vigerà l’obbligo della partecipazione di almeno tre nazionalità diverse perchè il dialogo va cercato non solo tra migranti e italiani, ma anche tra le varie etnie di migranti.
Per quanto riguarda le seconde generazioni, il ministro afferma: “Bisogna rompere il muro, non si può portarsi dietro il pensiero di essere figli di immigrati da generazione a generazione, come nell’esempio della realtà inglese, si rischia di alimentare ideologie integraliste!”.
E’ sicuramente una riflessione che orienta la società multietnica a non procedere unilateralmente ma cercando contatti, interazioni tra le varie culture e in questo le seconde generazioni sono i protagonisti.
Due saranno, quindi, i punti indispensabili per il processo dell’integrazione: da un lato lingua e accettazione della costituzione italiana e pari diritti sociali, politici e religiosi dall’altro.
Insomma ci vuole determinazione, collaborazione e tanta pazienza perché i tempi e le procedure sono lunghe.
Infine Associna, ha voluto introdurre anche la questione del quartiere Paolo Sarpi di Milano, accennando all’abuso di fonti poco attendibili da parte dei giornalisti che hanno reso critiche le sorti di più di 400 famiglie di negozianti cinesi trasformando il problema, in origine, di tipo locale in una sorta di problema sociale nazionale. Apertura e cambiamento è dimostrato da parte delle seconde generazioni cinesi, anche con il “China-Film-Festival” in piazza Gramsci a Milano, organizzato da “Esterni” e la collaborazione di “Associna” . Un evento unico e molto suggestivo in cui abitanti della zona Sarpi di entrambi le nazionalità hanno dimostrato di saper convivere pacificamente insieme.
La seconda parte: I video delle seconde generazioni
Uno spazio destinato alla voglia di raccontarsi usando la vena artistica e la creatività di giovani di formazioni biculturali. Oltre all’allegra ed incisiva proiezione del video della rete G2 (www.secondegenerazioni.it), un’attenzione particolare al video delle seconde generazioni cinesi, Associna, un filmino di tre minuti (guarda il video) per elencare i dati sull’immigrazione cinese, le “false” chinatown e il problema Sarpi, immagini di vita quotidiana dei giovani cinesi, la scolarizzazione e l’interesse per gli eventi culturali occidentali. Inoltre ha creato molto interesse i due video della “Associazione Crossing”, la quale fonda i propri principi sulla creatività delle nuove generazioni. I video proiettati sono la rappresentazione di due poesie scritte da Jin Jin Huang, una studentessa universitaria di Bologna di origine cinese.
La terza parte: Dal video dei latinos al tema dell’emersione e del riconoscimento
A Barcellona con l’aiuto dell’università spagnola e i fondi del Comune è stato dato il riconoscimento ufficiale delle organizzazioni latinos di strada. Mentre a Genova, il dilemma sussiste. A un anno dal patto di pace, non ci sono più problemi con queste impropriamente chiamate “gangs”, ma l’emersione è ancora lontano dalla realtà grazie all’indifferenza del Comune e il disinteresse dell’informazione mediatica una volta calmate le acque. A Milano la situazione è ancora più drastica, in quanto i gruppetti sono più rarefatti anche se sono più numerosi i singoli: impossibile riunirli e dialogarci. Era presente anche il Capo dei latinos americani atterrato a Genova per dare un po’ di conforto alla comunità latinos-italiana, incitandoli a resistere e a non cadere di nuovo nella rete della violenza e dell’illegalità.
ShaoYan & Cilex