No, non si tratta di un articolo sulla situazione economica, ma piuttosto è il primo articolo a comparire sul nuovo sito di Associna, un articolo nella quale cerchiamo di guardare un po’ alle cose lasciate alle spalle e un po’ a quelle che potrebbe riservarci il futuro.
Abbiamo deciso di creare il nuovo sito di Associna perché è arrivato il tempo di rinnovarsi, di crescere, come del resto siamo cresciuti un poco tutti noi. Il mondo del web corre molto velocemente e, allora, bisogna rincorrerlo per non rimanere troppo indietro.
Guardandoci alle spalle, vediamo tante nostre iniziative che hanno “costellato” sei intensissimi anni di appassionata attività. Oggi, la nostra Associazione è più matura, e forse più consapevole delle proprie potenzialità e dei propri limiti.
Le potenzialità sono quelle di aver portato sotto i riflettori della politica italiana, dei cittadini cinesi e delle varie associazioni con cui abbiamo collaborato il concetto di “seconda generazione italo-cinese”. Certo, come tutte le categorizzazioni, anche questa ha grossi limiti, ma se è entrata oramai nel gergo di molte persone che si interessano di immigrazione e non, è perché ha evidentemente un valore sociale e mediatico. Chi si sorprende di avere davanti un soggetto dall’aspetto orientale, con un italiano perfetto e uno stile di vita familiare, sta avendo il suo primo “incontro ravvicinato” con questo concetto.
Il nostro messaggio, in primis, è rivolto all’esterno, verso quella società matrigna che non sempre riconosce l’evoluzione del fenomeno dell’immigrazione, le cui leggi ignorano totalmente quel passaggio che è avvenuto in quest’ultimo decennio, dove alla presenza pricipalmente di migranti economici si sono affiancati anche semplici cittadini (senza diritto di voto) nati e/o cresciuti in Italia.
In secondo luogo, il nostro messaggio è rivolto anche a noi stessi, nella comprensione della propria identità, utile per sostenerci in una società complessa. Per coloro che la pensano come noi è deprimente vedere figli di cittadini cinesi che, vedendo una società a volte ostile, si chiudono nella propria “comunità”. Così come è altrettanto deprimente vederli,, invece alla ricerca di appartenenza e di accettazione dal gruppo di maggioranza di turno (come generalmente siamo spinti a fare in fase adolescenziale), rinnegando le proprie origini, fino a tal punto da cambiare strada quando si incrociano con un compaesano dei propri genitori (succede veramente!!!).
A tal proposito, Associna rappresenta, in qualche modo, una “terapia collettiva”, utile per renderci consapevoli che le culture, se sono vere, non si escludono tra loro. Col tempo abbiamo così imparato a valorizzare questa caratteristica interculturale data dagli insegnamenti dei nostri genitori e da quelli provenienti dal nostro vissuto in Italia, cercando di passare da soggetti in qualche modo svantaggiati, più lontani dagli ascensori sociali, a soggetti che hanno qualcosa da dare a questa società. L’intercultura è l’antidoto!
Credo che, spesso, la realizzazione dei propri sogni, anche al di là dell’impegno nel sociale, sia la testimonianza più forte del cambiamento, dell’evoluzione, della possibilità di rendersi veramente ponte di culture tramite l’esercizio delle proprie aspirazioni. Saranno sempre di più i medici, gli ingegneri, i manager, gli avvocati, i professori, gli artisti e i giornalisti italo-cinesi che, con il loro contributo, se giustamente valorizzati, potranno giovare anche alla società italiana.
Penso così all’amministrazione Obama, al fatto che nel suo governo vi sono 3 persone di origine asiatica al vertice di importanti funzioni. Penso alla storia di uno di questi: Gary Locke, terza generazione cinoamericano che, pur incontrando nel proprio percorso politico problemi derivanti dalle proprie sembianze orientali (o più ragionevolmente, dalle persone che considerano ciò un problema), ha raggiunto il gotha della politica americana, esercitando la propria vocazione negli interessi del suo paese natale, gli States.
Di questi esempi sparsi nel mondo ce ne sono tanti, e questo ci dovrebbe far capire come in un mondo dove le distanze sono sempre più ridotte, questa sia la naturale via verso la quale si dirige l’umanità, che ci piaccia o meno.
In estrema sintesi, quel che tengo a dire prima della conclusione di questa riflessione è che, se le prospettive per il futuro – almeno per noi – sembrano chiare, rilevanti cambiamenti, in questi anni di attività, non si sono assolutamente visti. Dalla politica alla società, dal modo di comunicare sulle questioni legate al fenomeno dell’immigrazione alle semplici e quotidiane “relazioni di buon vicinato”, la situazione sembra a volte addirittura peggiorata. Lo sappiamo, è probabilmente una fase storica necessaria, ci vuole tempo e sofferenza, orgoglio e rispetto, ma a volte è veramente demoralizzante.
Noi di Associna, però, non vogliamo arrenderci a questo stato d’animo, noi crediamo fermamente che ogni singola persona, con la propria storia di vita, nel perseguire i propri sogni, possa responsabilizzare sempre di più questa società matrigna. Un giorno, ci risveglieremo tutti da quello che ci potrebbe apparire un quotidiano incubo, fatto di diffidenze reciproche e di chiusure, di ipocrisia e opportunismo, un giorno questo avverrà per davvero. Nel frattempo sarà bello provare a sognare, anche di giorno, spalancare le ali per realizzare se stessi, liberi di essere, di essere sognatori diurni.
Junyi Bai
Gran bell’articolo Sig. Yunyi Bai, mi è veramente piaciuto sopratutto quando si parla di sogni.
Io penso che invece molti cambiamenti positivi ci siano stati, anche quello che tu chiami peggioramento, io ci vedo del positivo. Il solo fatto che ci sia più conoscenza e consapevolezza della situazione è un fattore positivo, anche se la reazione è negativa… la nostra battaglia mediatica e i nostri sforzi di communicazione in qualche modo ci hanno fatto conoscere quella parte della nostra matrinia che ci abbraccia e ci adora. Perchè prima non sapevamo nemmeno ci fosse…