Io sono Li, un film di Andrea Segre

 

 

 

Shun Li è la storia di molti immigrati cinesi che approdano in Italia soli, lasciando la famiglia e figli. Ma Li è una donna forte e tenace e non si abbandona alla sofferenza della mancanza degli affetti, del duro lavoro e delle incomprensioni anzi riesce nonostante la barriera linguistica a comunicare il suo mondo, il mondo da cui lei proviene instaurando una bella amicizia con un pescatore sognatore.

Io sono Li, un film di Andrea Segre

 

 

 

Posted by on 5 Dicembre 2011. Filed under Cultura, Prima Pagina, Video. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

4 Responses to Io sono Li, un film di Andrea Segre

  1. stupendo film ! ciao
    luca

  2. Martedì 13 dicembre 2011 dalle ore 19 al Cinema Terminale, la Provincia di Prato
    organizza un incontro aperitivo+proiezione+dibattito sul film “Io sono Li”
    Saranno presenti in via Carbonaia 31 il presidente della Provincia Lamberto Gestri, l’Ass. alla Cultura Edoardo Nesi, gli attori Giuseppe Battiston, Roberto Citran e il regista Andrea Segre.
    Modera l’incontro il giornalista del Corriere della Sera Dario Di Vico.
    Info su http://bit.ly/rMMkBk

  3. secondo me il film è di puro fantasia, per me dovrebbe essere boicottato dai cinesi, sopratutto gli imprenditori, regista ho ha un conoscenza approfondita della cultura e mentalità cinese, e il sig.re Yang è un cinese universitario, che non ha vissuto come un vero immigrante, è semplicemente un ragazzo pieno di fantasia, e sfrutta questa particolare situazione tra due comunità in italia, per fare la propria carriera, ieri sera gli imprenditori ciensi sono alzati e andati via, perchè non volgio discittere inutilmete con questi così detti “artisti”

    • Ciao Alexia, personalmente credo che il film sia fatto molto bene. Non penso che abbia la pretesa di rispecchiare la realtà ma semplicemente di far conoscere un mondo e di far riflettere. Non è importante se una persona abbia o no vissuto da immigrato, non deve essere una nostra pretesa, penso che sia importante che le persone abbiano partecipato e abbiano provato a immaginare come poteva essere la vita di tante persone che noi conosciamo, raccontare le paure, il dolore, la miseria, il duro lavoro, le difficoltà linguistiche, l’inserimento nella nuova comunità etc… Bisogna riconoscere al regista di averci provato e di aver fatto un lavoro veramente sensibile e in molti aspetti davvero vicino alla comunità cinese. Dispiace, invece, che la nostra stessa comunità non esca fuori per un confronto aperto e sincero.

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