Marcia di solidarietà a Firenze sabato 17 dicembre alle ore 15, partenza da Piazza Dalmazia, arrivo Piazza Santa Maria Novella
Per adesioni: perMorperModou@gmail.com – Coordinamento Regionale dei Senegalesi in Toscana
Non è la prima strage, e forse non sarà neanche l’ultima.
1989, Jerry Masslo fu ucciso da uno squadrone di 4 persone armate e a volto coperto durante una retata notturna ai braccianti di pomodori, a Villa Literno nel casertano (terra dei clan casalesi). Il sudafricano non volle dare i guadagni di una stagione a quei camorristi. Sfidò la debole pazienza di quei malviventi, che avevano pensato bene di estorcere denaro a persone sfruttate e senza documenti (e diritti).
Da li a poco l’on. Martelli promosse una legge a tutela dei rifigiutati e richiedenti asilo, per colmare quel buco legislativo che non aveva permesso a Jerry di ricongiungersi alla moglie e figli in Canada. Questo grazie anche a 1 milione di persone che manifestò a Roma alla 1° protesta antirazzista in Italia.
Rosarno è solo una ripetizione più cruenta e spietata, dai tratti più incerti (cosi ce l’hanno raccontata le testate).
Abdul Guibre è invece il primo black italian (italiano nero) a scoprire che l’odio razziale può scaturire da una piccola mossa sbagliata (rubare un pacco di biscotti): i due baristi, papà e figlio, sono stati condannati a 16 anni ed 8 mesi. La notizia passa defilata, solo approfondita per bene da un video di youtube dell’avvocato Mirko Mazzali grazie alla campagna “Il Razzismo è una brutta storia”.
Nemmeno una settimana fa un clamoroso falso (con le scuse de La Stampa) rischia l’ennessimo innocente in un campo nomadi a Torino, colpevoli di essere ai margini della società, senza una vera casa di mattoni e colpevoli di portarsi un’etichetta da tutti malvista.
Ed ora Firenze. Che segue Utoya. In una Europa sempre più populista e xenofoba, che abbraccia il colpevole di colore per aumentare i propri seggi. É un fenomeno europeo (vedi Euronews).
Il silenzio dei maggiori giornali che riducono la notizia a trafiletti a soli 3 giorni dopo l’accaduto è assordante, lascia sempre più sola la società solidale.
Fa paura questo silenzio. Perché non è stato l’unico fatto di cronaca nero: un’altra strage in Belgio lo stesso giorno non è casuale (Liegi, 5 morti e almeno 125 feriti); chi prende appuntamento con la morte sceglie le date precise per scaramanzia. XIII.XII.XI è una conta discendente, coi numeri romani si capisce graficamente che la riduzione può avere una forte valenza simbolica, interpretabile come eliminazione.
Associna si unisce al dolore e alla solidarietà di questa manifestazione, dopo anni vissuti e di lavoro nel volontariato interculturale in Toscana, contro i pregiudizi, discriminazioni ed odio razziale.
E chiediamo a tutti i nostri lettori di non lasciare questo silenzio si protragga in futuro. Non lasciateci soli. Abbiamo paura del silenzio dei grandi media e dei politici. Timore per noi, per voi, per i nostri cari e per i nostri figli. Perché non è questa l’Italia che conosciamo.
Per Mor e Modou, con la promessa che daremo voce a chi non c’è più.
Sun Wen-Long
I nostri fratelli Mor Diop e Samb Modou sono stati assassinati e Moustapha Dieng, Sougou Mor e Mbenghe Cheike gravemente feriti da una mano armata dall’odio xenofobo, lucido e determinato. Tutti sono vittime della manifestazione estrema di un razzismo quotidiano che umilia sistematicamente la nostra dignità.La strage del 13/12 a Firenze necessita di una risposta ampia e plurale, che esprima lo sdegno per i barbari assassinii e la ferma volontà di operare concretamente perché simili fatti non si ripetano. E’ necessario che non ci si limiti all’abbraccio solidale verso la nostra comunità colpita ed alla partecipazione al nostro dolore solo per un giorno.
Occorre andare più a fondo e individuare tutte e tutti insieme come si è costruito nel tempo il clima che rende possibile l’esplodere della violenza razzista come è avvenuto il 13 dicembre a Firenze e solo due giorni prima a Torino con il pogrom contro un insediamento Rom. Bisogna interrogarci su come siano stati dati spazi, per disattenzione e/o per complicità, ai rigurgiti nazi-fascisti di gruppi come Casa Pound, quale ruolo abbiano avuto in questa escalation non solo i veleni sparsi dalle forze “imprenditrici” del razzismo, ma anche gli atti istituzionali che, a livello nazionale e locale, hanno creato, in nome dell’ordine e della sicurezza, discriminazioni e ingiustizie.
Chiediamo l’impegno di tutte e tutti per cambiare strada, intervenendo sul piano culturale e della formazione del senso comune, promuovendo il rispetto della dignità di ogni persona.
E’ necessario avere come punto di riferimento costante il riconoscimento dei diritti sociali, civili e politici delle persone immigrate, dei rifugiati e richiedenti asilo e dei profughi, eliminando i molti ostacoli istituzionali che contribuiscono a tenere in condizione di marginalità la vita di molti migranti in Italia.
Occorre dare piena applicazione al dettato costituzionale e alle leggi ordinarie che consentono la chiusura immediata dei luoghi e dei siti come Casa Pound, dove si semina l’odio e si incita alla violenza xenofoba.
Bisogna che tutte le energie positive, che credono nella costruzione di una città e di un Paese della convivenza e della solidarietà, si mobilitino unite per fare barriera contro l’inciviltà, il razzismo, l’intolleranza.
Nel 1990 Firenze fu teatro di spedizioni punitive contro gli immigrati e vi fu una reazione popolare, che dette luogo ad una grande manifestazione di carattere nazionale.
Facciamo un appello rivolto a tutte le persone di buona volontà, nella società e nelle istituzioni, ad unirsi a noi, in una manifestazione ampia, partecipata, pacifica, non violenta e contro la violenza, di carattere nazionale.
Una manifestazione che segni una svolta e l’inizio di un cammino nuovo, onorando le persone uccise e ferite in quella tragica giornata e capace di affermare in modo inequivocabile: mai più atti di barbarie come la strage del 13 dicembre.
L’appuntamento è a Firenze sabato 17 dicembre alle ore 15, partenza da Piazza Dalmazia, arrivo Piazza Santa Maria Novella
Per adesioni: perMorperModou@gmail.com – Coordinamento Regionale dei Senegalesi in Toscana
ancora una volta ASSOCINA conferma di stare pienamente dalla parte giusta, senza se e senza ma, e di distinguersi da chi invece minimizza, straparla di “follia”, arriva ad infangare perfino il sito della stessa ASSOCINA con esaltazioni di vecchi relitti razzisti e filonazifascisti (a cui i loro epigoni criminali attuali dedicano i loro covi…), con minimizzazioni del carattere razzista di certi crimini e di certe norme, ecc.
mi onoro di far parte di ASSSOCINA e di collaborare con essa (oltre che con altre associazioni antirazziste) anche nel territorio nella battaglia contro questi orrori e spero che presto certo fango razzista venga fatto scomparire anche dal sito di ASSOCINA in cui non ha diritto di presenza, specie dopo l’ennesimo crimine di Firenze e la sacrosanta reazione di ASSOCINA stessa….
I agree !