Molto spesso i miei amici mi chiedono se tutto quello che mangiano nei ristoranti cinesi a Milano è veramente originale e se in Cina si mangia cosi.
È difficile spiegare ai nostri amici italiani che in Cina si trova veramente di tutto e di più, la Cina è un paese di vastissima dimensione, quindi non è pensabile che esista un’unica cucina cinese, bensì si possono contare almeno 8 grandi macro stili, oltre ad innumerevoli specialità locali. Perciò è un po’ difficile per noi rispondere con esattezza che l’involtino primavera è cinese mentre il raviolo al vapore no.
Ultimamente si è parlato del gelato fritto in un programma televisivo (che non ho visto e quindi non so cosa si è detto al riguardo) e comunemente si crede che il gelato fritto non fosse veramente cinese, bensì una invenzione per gli occidentali alla ricerca di gusti esotici ma che non sappiano rinunciare poi al loro dolce a fine pasto.
Questa versione aveva un che di credibile, effettivamente in Cina non ci sono molti tipi di dolci e poi il gelato si sa, non è esattamente qualcosa di tipicamente cinese.
Ma senza andare a trovare il numero di Focus che spiegava che in realtà il gelato fu una invenzione cinese, io ho il gelato nei miei ricordi d’infanzia.
Erano caldi pomeriggi estivi, dopo il pranzo e tra la fine del pisolino pomeridiano e inizio della cena, passavano sempre una serie di venditori ambulanti tra le vie della città, attirando attenzioni e attese dei bambini e adulti.
C’erano quelli che vendevano pesche che mia nonna comprava, poi una volta lavate ce lo metteva in una bacinella di metallo (in genere o in piombo o in ottone, smaltato con dei bei colori e disegni raffiguranti fiori di lotto o pesciolini rossi) e ci versava su una piccola manciata di sale, quindi mi chiedeva di lanciare le pesche in aria perché girino continuamente nel sale, e in poco tempo, il sale si scioglieva e le pesche dal colore verdignolo diventavano più rosse, allora a quel punto sono pronte per essere mangiate con un retro gusto di sale che abbinato al sapore aspro dolce delle pesche, erano molto dissetanti. Secondo la nonna, in questo modo passandole in mezzo al sale, non ci avrebbero poi passato delle malattie estive (che ignoro quali siano, immagino tipo insolazione ma non vedo molte connessioni con la pratica del sale).
Oppure c’erano chi vendevano le zuppe di patate dolci, tipico delle zone rurali, le patate dolci sono al meglio verso l’autunno, poi tagliate a cubetti oppure anche intere e cotte nell’acqua zuccherata. Non era la mia merenda preferita, ma mia mamma tuttora se lo ricorda come la fine del mondo.
Più tardi, ma non sempre, passava il signore della cavalla bianca, vendeva il latte equino, fresco e direttamente munto dalla cavalla. Il sapore era abbastanza insignificante, tant’è che io non me lo ricordo affatto, ma la cavalla era sempre una bella attrazione da vedere. Quando mia mamma era una piccola bambina, la cavalla passava invece regolarmente, lei si era nutrita per diverse estati di latte da cavalla, perché era debole dalla nascita e il latte equino le avrebbe fortificato la costituzione. Lei si ricorda tuttora che al suonare del campanellino del venditore, correva alla dispensa e prendeva la sua ciottola preferita per farla riempire di latte. Dice che era una ciottola antica, molto bella, e sembrerebbe che mia nonna l’abbia regalata poi ad uno dei miei zii, mia mamma c’era rimasta male per non trovare più quella sua ciottola d’infanzia.
Un’altra rarità, insieme al latte della cavalla, era finalmente il gelataio, nei ricordi sbiaditi lui spingeva un carretto, e sul carretto una specie di cassa di legno, dipinto di un giallo chiaro color crema, la cassa aveva una manovella e con 2 yuan (ai tempi lo stipendio mensile di mia mamma era 29 yuan e mio papà ne guadagnava 44) tirava fuori un piccolissimo bicchiere di ceramica, come grandezza potete immaginare quella di un bicchierino per limoncello e poi poggiava il bicchierino sotto un beccuccio ed iniziava a girare la manovella, e dal beccuccio usciva fuori una crema soffice e chiara, dolce e profumata. Rispetto al sapore semplice delle pesche o delle caramelle, il gelato nei miei ricordi aveva un gusto più complesso, sapevo di zucchero, sapeva di latte, sapeva di buono. Comunque era un grande lusso, era troppo costoso perché possa essere acquistato ogni pomeriggio, quindi credo di averlo assaggiato pochissime volte. Adesso quando passo davanti alle gelaterie italiane e vedo scritto gelato artigianale, associo sempre idea dell’artigianale con la manovella, anche se probabilmente non c’entrava moltissimo.
Per il resto dei giorni, si poteva comprare un comune e banale ghiacciolo che costava molto di meno e dissetava ugualmente.
C’erano diversi gusti, ma uno in particolare mi piaceva molto, quello ai semi di soia verde (chiamati fagioli mung in italia), i fagioli mung si usa molto per le estati cinesi, hanno proprietà depurative e detossinante oltre ad un buon sapore delicato.
Con fagioli mung si possono fare zuppe dolci e salate, come pasto o come merenda, con aggiunta di altri ingredienti ma anche da soli. Il modo più semplice di fare una rinfrescante zuppa/bevanda ai fagioli mung per un’estate torrida è il seguente:
lavare i fagioli mung, metterli in una pentola con molta acqua (la quantità d’acqua dipende dalla densità che si vuole ottenere, comunque almeno 2 dita oltre il livello dei fagioli mung è necessario), portarli in ebollizione per 10 minuti e verso la cottura ultimata, aggiungere un paio di foglie di menta, quindi spegnere il fuoco, poi aggiungere alla zuppa così ottenuta un po’ di zucchero o del miele, noi usiamo molto per questi tipi di dolci un tipo di zucchero cristallizzato, si trova facilmente nei supermercati cinesi a Paolo Sarpi, è meno dolce e più fresco di sapore, per questo tipo di zucchero cristallizzato, è sempre meglio aggiungerlo prima di spegnere il fuoco perché ci vuole del tempo perché si sciolga.
Servire la zuppa tiepida o fredda in base alle preferenze, nella tradizione cinese si serve tiepida.
In realtà si potrebbe cuocere i fagioli anche oltre i 10 minuti, cosi diventano più morbidi, ma rischiano di rendere la zuppa torbida e quindi meno bella da presentare.
Ho visto che in alcune rivisitazione della zuppa aggiungono anche una pallina di gelato, lo trovo geniale, sicuramente proverò e vi dirò com’è…
Alla prossima!
Molti ricordi d’infanzia, forse può risultare difficile da capire per coloro che non hanno vissuto quelle esperienze, come il sale sulla frutta perché questa sia più sana e dissetante, e ghiaccioli con i legumi … :-)… io ricordo anche dei dolci di Fu-ling e tanti altri snack
Tornando al discorso del gelato fritto, in realtà non è che non fa parte della cucina cinese, certamente non è un piatto tradizionale, ma io ricordo di un banchetto di nozze (o fidanzamento, ora non ricordo, ero troppo piccola) di uno dei innumerevoli cugini dove, alla fine di 15 portate, ci avevano servito questo nuovo piatto che si presenta come una palla infuocata, appunto il gelato flambé. Erano gli annni ottanta, il gelato flambé era una novità che sicuramente aveva stupito non pochi bambini. Non l’ho più ritrovato in altre occasioni, probabilmente aveva vissuto il suo massimo splendore in quell’epoca e basta…
Ciao XJ! grazie per aver avuto pazienza di leggere…Fu Ling Gao, che ricordi…mia mamma diceva che faceva molto bene alla salute, concetto veramente strano per un italiano che in genere associa il dolce con qualcosa di malvaggio (colesterolo, grassi saturi, zuccheri e via dicendo) 🙂
Per il gelato fritto, googlando ho visto che fu inventato durante la visita di Nixon in Cina, un vecchio operaio di Shanghai ha inventato questo dolce caldo e freddo per servirlo al capo dello stato…forse e’ da li che poi ha avuto la sua diffusione in Asia…
PS: che buoni i banchetti di nozze, quanti ricordi, e poi i banchetti per il capodanno con tutti quei preparativi mesi prima? magari lo scrivero’ per il prossimo pezzo!
In uno dei recenti viaggia in Corea (Sud), ho assaggiato un dolce alla frutta allo Sheraton di Inceon che mi ha ricordato la marmellata di Yang-Mei che faceva mia mamma (per chi non lo conoscesse, Yang-mei è un frutto del sud-est asiatico, in Cina è presente soprattutto nella regione di Zhejiang, più diffisamente conosciuto come: Myrica rubra).
Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che la cucina cinese in Italia viene spesso vista come una cucina poco raffinata di scarsa qualità perché nei ristoranti cinesi propongono il riso alla cantonese, gli involtini e il gelato fritto. Vorrei contribuire a dare alcune spiegazioni:
1- il riso alla cantonese o meglio “dan-chao-fan” (traduzione: riso saltato con l’uovo) è un piatto casalingo che si prepara con l’uovo e tutto quello che vorresti aggiungere… siccome è sano, gustoso e veloce (mia mamma ci mette sempre anche un po’ di vino di riso! quindi ha un profumo molto intenso), piace molto ai bambini, è il piatto che più preferisco quando torno a casa dopo una giornata intensa e vorrei saziarmi con qualcosa che sa veramente di casa.
2- gli involtini primavera sono una delle tante tantissime “dim-sum” cantonesi diffusi oramai in tutto il mondo. La tradizione cantonese vuole che quando si ha tempo, a metà mattinata, magari dopo un po’ di allenamenti tai-chi nei parchi, bisogna andare a “yum-cha” (ovvero bere il tè)… ma in realtà più che bere il tè, si fa un bel spuntino con gli snack tipici della zona di canton generalmente cotti al vapore e serviti nei cestelli di vimini, per citarne alcuni esempi: ravioli di gamberi, shao-mai, chang-fen (involtini fatti di pasta ri riso, quasi trasparenti, cotti al vapore)…
buoni i chang fen… quelli ai gamberetti e con le verdure! yummy
e questo dolce coreano, come e’ fatto? al vapore? oppure come i mochi giapponesi?
GRANDE 77!!!
spero tanto che il tuo contributo serva a fare riavvicinare tutta quella gente che cavallo ha fatto allontanare , compreso me…..
Dai Vasco, come diceva la pubblicita’, ottimismo e’ il profumo della vita 😉
cari pochi lettori (per ora), grazie per aver avuto pazienza di leggere, vi chiedo umilmente scusa per aver scritto senza punteggiatura e con un sacco di errori grammaticali…ero di fretta e lo scrivevo a singhiozzi…
prometto maggiore qualita’ per il next post!
Non è vero! Anzi, ho trovato il tuo linguaggio molto poetico e piacevole da leggere, per niente disturbato dagli errori.
Grazieeee… troppo gentile 🙂
ma io il gelato fritto l’ho mangiato a Wenzhou, Beijing e Shanghai. Senza contare Hong Kong dove è uno dei dolci più diffusi!!! Cmq il latte di cavallo lo prendevo pure io e lo trovavo di un gusto orribile!!!
Si, infatti…ma molti italiani sostengono che sia stata un’invenzione ad hoc per gli occidentali…difficile effettivamente capire quando fu inventata.
non ho invece ricordi sul latte di cavallo…proprio mi sfugge 🙂
A Wenzhou da piccola nel mio quartiere passava il signore con la cavalla, mi ricordo che a bicchiere si pagava 1.5 centesimo di yuan. Dicevano che faceva crescere in altezza su di me non ha funzionato.
sei fantastica! 😀
ma io pure sono piccola, quindi faccio pilates perche’ pare che allunghi i muscoli…
Digressioni molto interessanti, un pezzo del tuo passatò e parte della cultura cinese!
bello leggere e immaginare tradizioni diverse!!
grazie Francesca, sono contenta che piaccia, ho pensato a lungo su cosa scrivere e penso che al pubblico potrebbe avere interesse a conoscere una Cina diversa, governato dai profumi e sapori e forse nel presente un pò coperta dalle mille luci dei grattacieli, ma che tutti ricordiamo con grande nostalgia
Gli errori grammaticali rendono ancora più interessante il racconto, bravo!
Purtroppo hai ragione, mi sono gia’ scusata ma andare a riscriverla era troppo difficile…ho solo corretto il titolo da disgressione a digressione per ora, anche se disgressione esiste, solo meno usato
faro’ piu’ attenzione sul prossimo post
Un tuffo nel passato! Grazie Xiaoqi.
Comunque il gelato più buono era quello al gusto (e con la forma) di banana, al costo di 5 fen.
ah si, ma solo 5 fen? io pagavo forse sui 5 jiao ma erano molto buoni…anche se più costosi di quelli ai semi 🙂
xiaoqi
una curiosità, di che anni parliamo quando accenni alla tua infanzia o a quella di tua madre?
ai senz’altro ragione poi a sostenere che in occidente il gelato fritto sia un’invenzione o un’uso pretttamente per l’occidente , ma questo non è stato diffuso dagli occidentali che poco o nulla sapevano e sanno della cina ma dai cinesi stessi che in cina mai hanno visto o mangiato il gelato fritto nei ristoranti tradizionali, come pure il riso cantonese non considerato un piatto da ristorante tradizionale. certo oggi con il turismo occidentale di massa in cina e l’annessione di hong kong ha diffuso anche in cina continentale i due piatti citati e comunque non li troverai mai in ristoranti tradizionali
la mia infanzia era anni 80, quella di mia mamma anni 50, post guerra civile
era…non erano, sorry
Che bell’articolo affascinante! Io ricordo di aver mangiato anni fa una buonissima frutta caramellata in un ristorante tradizionale di Pechino, un posto pieno d’atmosfera… Anche se non è esattamente la stessa cosa, leggendoti mi sono tornati in mente quei momenti ed il fascino incredibile di quel posto, grazie!
Grazie! la frutta caramellata e’ uno dei miei dolci preferiti, peccato che facciano sempre con banana e mela, se la facessero con qualcosa di piu’ aspro tipo sour cherry sarebbe ancora piu’ buono!
Stavo proprio googolando per trovare informazioni sulle origini del gelato fritto, per capire appunto se si trattasse di invenzione ad hoc o di vera e propria ricetta cinese, e sono capitato in questo sito. STUPENDO! E’ bellissimo leggere le vostre esperienze in rapporto con la tradizione. Veramente, veramente interessante. La tradizione cinese mi affascina tanto.