A trent’anni è presidente dell’ Unione Imprenditori Italia Cina. Prima,come ingegnere, ha rappresentato le nostre aziende in Cina, ora, a Legnano, gestisce un ristorante rigorosamente italiano
Leggi il resto dell’articolo su http://www.stranieriinitalia.it/un_altra_italia-francesco_wu_ecco_come_vi_cucino_i_pregiudizi_16765.html
sono contento che, giustamente, ASSOCINA (come anche il sito stranieriinitalia) dia adeguato spazio in homepage a Francesco Wu ed alle sue denunce sugli stereotipi anticinesi (cari anche a Grillo….fra i tanti) che circolano in questo ormai non-Paese: é anche la migliore risposta a chi in passato, perfino sul Forum di Associna, ha denigrato Francesco Wu
brava ASSOCINA: la questione della lotta agli stereotipi xenofobi resta un elemento cardinale per misurare il grado di civiltà di una nazione, di un soggetto politico, di una persona
Ho criticato io sul sito di Associna alcune affermazioni di Francesco Wu.
Non ho denigrato nessuno, ma oggi con l’avvento dei grillini l’equiparazione della critica alla denigrazione è diffusa.
Comunque non ho avuto alcuna risposta alle mie critiche dagli interessati.
Solo sono stato invitato a non scriverle sul forum perché “non erano piaciute”.
E poiché questo è un modo feudale di intendere e gestire un forum, non vi ho pià scritto.
grazie per la conferma
affermare come é stato fatto che le posizioni di Francesco Wu sui provvedimenti relativi alla circolazione nell’area Sarpi a Milano derivavano da suoi interessi personali é non solo falso (dato che il ristorante di francesco Wu sta in tutt’altro luogo….) ma evidentemente denigratorio perché riduce le sue opèinioni a maschera per interessi personali. Che ASSOCINA abbia giustamente dato ruilievo in homepage ancora una volta a Francesco Wu dimostra da che parte sta ASSOCINA e da che parte stanno quelli che denigrano falsamente Francesco WU.
io sto con ASSOCINA e con Francesco Wu, liberi altri di starne agli antipodi, ma senza far finta di non averlo denigrato….
Sei scorretto come spesso ti ho visto essere sul forum.
Io non ho scritto che Francesco Wu ha assunto posizioni critiche verso la ZTL commerciale in Sarpi per suoi interessi personali, e non avrei potuto scriverlo dato che stavo commentando una sua dichiarazione fatta come rappresentante di un’associazione.
Ho scritto e ripeto che asserendo che la ZTL commerciale costituiva una discriminazione verso i cinesi strumentalizzava i valori della convivenza per bassi interessi di bottega.
La strumentalizzazione era insita nel fatto che la ZTL commerciale al più era una misura contro i grossisti, non contro i cinesi ed è vero che i grossisti sono cinesi ma la maggior parte dei commercianti cinesi in Sarpi non sono più grossisti anche se vi sono ancora troppi esercizi all’ingrosso per la struttura del quartiere.
Dunque affermare che con la ZTL commerciale si sono voluti discriminare i cinesi significa dire una falsità e io l’ho elegantemente chiamata strumentalizzazione.
Quanto agli interessi di bottega, sono quelli dei grossisti, che con la sua dichiarazione Francesco Wu ha voluto difendere, anteponendoli ai valori della convicenza, non ovviamente i suoi.
Ma il punto è che sulle questioni che ho posto nessuno degli interessati ha ritenuto di accettare di discutere, hanno lasciato che tu, italiano di Roma, rispondessi deformando come al solito le posizioni altrui e poi mi hanno segnalato, in sede diversa dal forum, che quanto avevo scritto “non era piaciuto”.
Il nuovo che avanza non rinuncia alla logica dell’intoccabilità dei piani alti.
Gentile Francesco Paganuzzi, Gentile Silvio Marconi.
Vi ringrazio innanzitutto per aver commentato gli articoli che mi riguardano.
Francesco non le ho risposto perché non ho trovato tempo sufficiente tra lavoro, famiglia e vita associativa a darle una risposta e poi perché non sono uno che ama commentare i propri articoli che possono piacere o meno, però mi piacerebbe contribuire a fare chiarezza.
Quando difendo la comunità cinese, difendo quella parte lavoratrice e dinamica che ha saputo creare un futuro per se e per i propri figli in un paese che ci ha adottato, mi spiace sempre che si generalizzi, quando sono all’estero dico di essere milanese e difendo l’ Italia e gli italiani che sono visti tutti, generalizzando, come inaffidabili e mafiosi ed io so che non è vero quindi non facciamo gli stessi errori.
Sulla ztl ci sono tantissimi fraintendimenti. La maggior parte dei stessi milanesi non Sanno che tutti i negozi sono in regola con le licenze, e’ vero che ci sono problemi logistici e che bisogna trovare delle soluzioni ma che non vanno imposte dall alto ma decise assieme come vogliamo noi proprio perché l’amministrazione e’ complice del problema per mal governo del territorio in anni passati, poi noi (uniic) vogliamo che ci sia uno stesso trattamento in tutta milano non vogliamo una zona franca perché ci sono altre zone sensibili.
Se si mette la ztl a partire dalla circonvallazione non abbiamo nulla da dire.
Sento dire da troppe persone che dietro alla ztl e la cacciata dei grossisti cinesi ci sono interessi politici ed economici che non specifico qui.
Non ho nessun interesse in zona Sarpi!, anzi faccio tutto nel mio piccolo come volontariato per la Giustizia e Verità e per un futuro migliore per tutti, perdendo tantissimo tempo che potrei dedicare al lavoro ed alla famiglia e rendendomi anche antipatico a chi di interessi ne ha veramente.
Ringrazio moltissimo Silvio Marconi che in più occasioni ha saputo con intelligenza capire a fondo le problematiche del commercio all’ingrosso, ci sono leggi che andrebbero cambiate in tutta Italia a riguardo.
Caro Francesco Wu,
non è questa la sede per discutere della ztl di sarpi e lei lo sa bene.
La sede sarebbe stata il forum, dove avete voluto che di questo non si discutesse.
Qui mi limito a sottolineare gli aspetti più incoerenti e inesatti di quanto ha scritto.
Su Sarpi lei non difende la comunità cinese perché la comunità cinese non è sotto attacco ed è da quasi un secolo presente e ben accetta nel quartiere.
Su Sarpi lei difende i grossisti, che sono una minoranza della comunità cinese sviluppatasi negli ultimi quindici anni e che poiché non possono essere difesi con altri argomenti perché svolgono un’attività oggettivamente incompatibile con la struttura del quartiere, hanno deciso di usare strategicamente l’accusa, falsa, di discriminazione etnica.
Sulle licenze o ci fa o ci è.
Un problema licenze non è mai esistito perché sono state abolite nel 1998 e nessuno ha mai accusato i grossisti di non essere in regola con le licenze.
Ma in quel quartiere non ci sono spazi per la logistica dei grossisti, e il risultato è la costante violazione di tutte le regole della convivenza (inquinamento, occupazione di marciapiedi e passi carrai, violazione degli orari di carico e scarico ecc…).
E prima di ripetere la favoletta dei poteri forti che vogliono cacciare i grossisti, domandatevi perché nessuno ha mai pensato di cacciare i dettaglianti cinesi, che nel quartiere crescono e si sviluppano senza problemi.