Come la Cina educa l’Africa – e che cosa significa per l’Occidente

In un estratto di testo da un nuovo libro, l’approccio all’istruzione della Cina e gli investimenti in ascesa in Africa si distinguono dalle esigenze dettate fino ad ora dall’Occidente.

Da Xue (in mandarino: il grande studio, o la grande lettura) o dai ho(k) (in cantonese: il grande apprendimento) sono termini cinesi per indicare l’università. Nel romanzo dei “vecchi tempi”, l’apprendimento era l’unico modo per bypassare il sistema di classe. Esami annuali imperiali in Cina erano consentiti anche ai soggetto più poveri, una possibilità per uscire dall’ambito della povertà e dallo stato feudale per diventare un ufficiale. Quando, più tardi, l’apprendimento si è concentrato nelle università, queste istituzioni divennero prestigiose e simboliche. Erano i portali per fuggire (dalla povertà).

Con questo in mente, è incredibile l’aiuto cinese per l’Africa nella costruzione di università. L’aggiunta delle università non è stato così notato dai media nella proposta originaria cinese per la Repubblica democratica del Congo (RDC) nel 2008.

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L’assistenza occidentale ha sempre dato priorità istruzione primaria, ma l’approccio cinese in questo caso ha riconosciuto qualcosa al di là delle competenze fondamentali: ha riconosciuto la necessità di basi educative per la competitività internazionale – anche se in un lontano futuro. Nel frattempo, ha riconosciuto il fondamento psicologico che una laurea conferisce in situazioni di sottosviluppo. Il laureato ha le credenziale giuste, come aver superato i vincoli strutturali della povertà usando le proprie capacità di comprendere e di interrogare il mondo. Nelle acque interne del fiume Congo, questo impatto psicologico ha avuto una grande conquista.

Continua la lettura in inglese sul Guardian

Posted by Associna on 14 Maggio 2013. Filed under Approfondimenti, Prima Pagina. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry