Lunedì Sera 19 Luglio non prendete impegni – abbiamo ospite il giornalista Filippo Santelli che ci presenterà il suo nuovo libro “La Cina non è una sola”.
Sentiamo quante “Cine” 🇨🇳 ci sono, e preparate le vostre domande 😉
Lunedì ore 21.00, qui su Facebook!
Evento FB: https://fb.me/e/3LeM9L4UI
Diretta FB: https://fb.me/associna
A condurre la diretta Facebook – ci sarà Sarah Manganotti e Wen-Long Sun di Associna.
Puoi comprare il libro su Amazon: https://www.amazon.it/la-Cina-non-%C3%A8-una-sola-filippo-santelli/dp/880473986X
Filippo Santelli – classe 1984 – giornalista, scrive per il quotidiano «la Repubblica». Dopo essersi occupato di economia e tecnologia, dal 2018 al gennaio 2021 è stato corrispondente da Pechino. Ha raccontato le proteste per la democrazia di Hong Kong, lo sviluppo dell’epidemia di coronavirus ed è tra i pochi giornalisti internazionali ad aver raggiunto Wuhan prima del lockdown. Attualmente è vicecaporedattore dell’Economia (sempre per Repubblica).
Nel 2021 ha scritto il libro: “La Cina non è una sola” (edito Mondadori).
«Ciò che accade in Cina è la nostra quotidianità». Il trauma del coronavirus, dilagato in tutto il mondo dalla lontana metropoli di Wuhan, ha dato una brusca accelerazione a un processo in atto da anni nell’opinione pubblica occidentale. Di Cina non si è mai parlato così tanto: dalla Via della Seta all’antagonismo con gli Stati Uniti, dalla travolgente crescita economica al mancato rispetto dei diritti umani, questo vasto impero è sempre più al centro di sentimenti e previsioni contrastanti, che lo danno di volta in volta destinato al dominio planetario o a un repentino tracollo. È quell’approccio emotivo e «schizofrenico» definito anche «sinofrenia». Per comprendere davvero questo Paese e le sue prospettive bisogna conoscere le «tante Cine» che oggi convivono dietro l’apparente compattezza e che Filippo Santelli racconta in questo libro. Perché la Cina è un inestricabile groviglio di forze e debolezze, di tensioni difficili da comporre che interagiscono lungo linee di faglia geografiche, economiche, sociali e culturali: la ricchezza ostentata delle classi più elevate e la povertà diffusa nelle aree rurali e tra le pieghe delle metropoli; la corsa verso l’innovazione e la visione patriarcale che penalizza le donne in famiglia e nel lavoro; la spietata competizione negli studi e la sua contropartita di ansia, frustrazione, paura del futuro; la diffusione di stili di vita e brand occidentali e un tenace e orgoglioso nazionalismo; le ambizioni di egemonia internazionale che suscitano diffidenza e compromettono le alleanze; la questione ambientale e quella demografica. Il risultato è «un Paese in bilico tra sicurezze e insicurezze, tra evoluzione e involuzione». Ne è un chiaro esempio la gestione dell’epidemia di Covid-19, prima colpevolmente trascurata e nascosta dal governo di Pechino, poi efficacemente gestita con un’inflessibilità che l’autore ha sperimentato in prima persona nella sua quarantena ospedaliera a Nanchino. Un evento emblematico di tutti i chiaroscuri della Cina odierna. Sarà l’equilibrio di queste tensioni a decidere il futuro del Dragone, e il nostro.