Tra miraggi di formaggi e matchmaking all’aperto

Che i cinesi (in Cina) non amino il formaggio e’ una leggenda da sfatare, gli piace eccome, non dico gli anziani che chiaramente sono meno disposti a cambiamenti di gusti e diete, ma i giovani quando sono messi davanti a un piatto di latticini lo spazzolano volentieri.

Il problema maggiore e’ il costo, cosi’ i formaggi piu’ economici e diffusi a Shanghai sono le plasticacce del cheddar americano, gouda olandese o le sottilette, e quando fai assaggiare dei formaggi veri stagionati o piu’ degni di questa parola il balzo per il gusto puo’ essere traumatico…

Secondariamente, i formaggi piu’ costosi diffusi sono quelli d’oltralpe, quindi sono i francesi a farla da padrone, anche in questo… “Anche voi avete formaggi in Italia??” chiede una ragazza sorpresa, “beh, si qualcuno” rispondo io seccato non tanto per la sua comprensibile ignoranza, quanto per le perenni sconfitte che registriamo rispetto ai Franchi sul piano del marketing.

Ora pero’ mi chiedo quanti italiani e stranieri in generale che abitano in Cina apprezzino il toufu??? Pochi, se non nessuno, e dire che costa davvero poco qui, magari poi quando si torna in patria ci si tuffa nelle diete alternative pagandolo caro, molto caro!

Del toufu si sa che e’ un formaggio di soja, quindi niente latte ne’ grassi, e che fa benissimo, anzi che uno dei motivi per cui l’osteoporosi in Cina e’ molto limitata sarebbe dovuta a questo prodotto ricco di calcio e proteine.

Ma ancora non sfonda presso noi laowai (n.d.r.: stranieri, in cinese…) , per tanti e’ puzzolente, ma perche’ viene preso come esempio il disgraziatissimo chou toufu che praparano spesso nei botteghini per strada e ti toglie il fiato quando passi! Ma ci sono altri tipi di toufu che non puzzano per niente, anzi sono proprio neutri. Il toufu lo fai saltato, bollito, brasato, sfilettato, fritto, saltato, etc. Io ne tengo in frigorifero un esemplare da una settimana ormai, e ogni volta che lo guardo gli prometto che ceneremo insieme ma ogni volta mi manca il coraggio di metterlo in padella. L’altro ieri preso da una forma di astinenza di grana ho provato a grattarlo sopra un piatto di pasta, risultato una colla fusa e frettolosa ordinazione al delivery del Mc Donald’s…

Ma il fondo e’ stato toccato ieri sera, preso da una fame improvvisa e aprendo il frigo scorgo una terra fredda e senza cibo, solo quella fetta bianca e solida di toufu a sfidarmi, non so come ma nella mia mente era un bel pezzo di emmenthal e cosi’ l’ho stretto tra due fette di pane, una spruzzata di olio di oliva e del sale ed e’ andato giu’ bene direi. Consiglio quindi il toufu da panino, ma indispensabile e’ immaginare che abbiate davanti una fetta di solido formaggio europeo…

Ora, come collego il toufu al mercato, anzi alla borsa valori tradizionali che ho visto stamattina? La cosa non mi era nuova, ma da anni non andavo al parco di People’s Square e quando ho visto qualche centinaio di persone accampate mi sono ricordato che quello e’ il mercato, anzi la borsa contrattazioni del fine settimana per donne e uomini in cerca di marito e moglie.

Un mare di cartelli esposti lungo i vialetti del parco, attaccati a un albero, a un filo di ferro passante, tenuti in mano, sono messaggi di speranza ma anche di una certa disperazione che spinge a venire in piazza per risolvere un problema di fondo della morale confuciana, l’accasamento, il convolare a nozze e l’inizio di una nuova linea nella famiglia. Il bello di questo meeting a cielo aperto settimanale e’ che non trovate giovani ma i loro genitori, che spesso i figli non ne sanno niente come mi raccontava una signora presente, e che tanti si arrabbiano anche se sanno che i genitori fanno questo; e in mezzo c’e un esercito di sensali (matchmakers), tutti con tanto di quaderno dove prendono dati, numeri, richieste, nella speranza di un aggancio che tolga  figli e figlie dalla terribile condizione di celibato/nubilato.

Questo e’ un annuncio tipo che potete trovare nel parco:

“Donna, anno ’84, alta un metro e 62, master in branding e comunicazione, shanghainese, stipendio 7mila yuan, cerca uomo con appartamento proprio, titolo di studio universitario, stipendio superiore o simile.”

 

“Uomo, anno ’74, alto un metro e 77, titolo di studio superiore, attivita’ propria, reddito circa 9-11mila/mese, casa in affitto ma auto propria, divorziato, 1 figlio…”

 

Rispetto all’ultima volta che c’ero andato, la cosa originale erano gli ombrelli! Molti anziani seduti attorno ai vialetti del parco hanno davanti un ombrello aperto dove espongono il loro caso. Sara’ perche’ e’ inverno, solo per comodita’, o per altri significati (che ne so, magari per riparare il figlio/la figlia dalle intemperie della single life)? Ecco, in questo momento che si trovano nomi a movimenti e iniziative chiamandoli “popolo dei blog”, “popolo dei fiori”, “popolo viola” etc, potrei chiamare questo come “popolo degli ombrelli”.

Per noi puo’ sembrare una cosa divertente da vedere, ma vi assicuro che chi e’ li’ prende tutto molto sul serio, e in mezzo a tutta quell’eccitazione si nota anche tanta tristezza nei volti, qualcuno gira tenendo una foto del figlio/a in mano come se fosse scomparso…

Concludo perche’ ho trovato il collegamento col toufu: in cinese di una donna che non e’ ancora sposata dopo una certa eta’ (il che non e’ per forza dopo gli ‘anta…) si dice che e’ un toufu zha, quello che rimane del toufu dopo il caglio…

 

Posted by on 16 Febbraio 2012. Filed under Prima Pagina, Voci da Shanghai, di Michele Soranzo. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

2 Responses to Tra miraggi di formaggi e matchmaking all’aperto

  1. mi interesserebbe molto se tu approfondissi il punto che hai citato:
    “Secondariamente, i formaggi piu’ costosi diffusi sono quelli d’oltralpe, quindi sono i francesi a farla da padrone, anche in questo… “Anche voi avete formaggi in Italia??” chiede una ragazza sorpresa, “beh, si qualcuno” rispondo io seccato non tanto per la sua comprensibile ignoranza, quanto per le perenni sconfitte che registriamo rispetto ai Franchi sul piano del marketing.”

    mi piacerebbe conoscere meglio il tuo punto di vista su questo tema, visto dalla Cina, che certamente ha implicazioni che vanno ben al di là
    del viaggiare, lavorare, vivere in Cina e riguardano scelte e non-scelte italiche

    quanto al tofu, é divertente e significativo che in Italia fosse assai più “di moda” 8specioe negli ambienti vegetariani, vegani, ecc.) negli anni in cui i negozi cinesi di alimentari erano quasi inesistenti (e lo si collegava propriamente o impropriamente al solo Giappone), di ora che é assai più disponibile (e non certo più caro di prima…pur essendolo sicuramente più che in Cina) grazie a quei negozi e minimarket cinesi….

  2. Caro Sivio, sui formaggi non saprei che altro approfondire, se hai domande piu’ specifiche mi puoi scrivere direttamente, la mia email nel sito http://www.vivishanghai.com, ciao!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *