L’isola di Tai O e gli ultimi pescatori di Hong Kong
Tai O è una graziosa isola dalle caratteristiche casette sull’acqua, le palafitte. E dai pittoreschi ometti che vivono pescando, i pescatori.
E’ collegata, tramite un ponticello lungo appena qualche metro, all’isola di Lantau, la maggiore di Hong Kong. Dove atterrano gli aerei, c’è Disneyland e il Budda seduto più grande del mondo.
Nonostante sia un gioiellino che, grazie al suo basso profilo, è riuscito a resistere alla modernizzazione selvaggia, non è comunque meta del turismo più sfrenato. Quello preferisce bazzicare le zone centrali e caoticamente sfavillanti della città. Non essendoci strutture ricettive o boutique, i suoi abitanti vivono tranquilli, qualche decennio indietro, senza prestare troppa attenzione allo sparuto via vai di curiosi.
Tai O è stata soprannominata “il villaggio dei pescatori di Hong Kong”. Perché ci sono i pescatori. La stessa Hong Kong era un villaggio di pescatori in passato, poi la storia ha fatto il suo corso lasciandone comunque alcuni sparsi per il territorio. La colonia inglese è cresciuta e si è sviluppata. Molto. E’ passata alla Cina nel 97′ e non ha mai smesso di macinare sviluppo. Con lo sviluppo è cresciuto anche il bisogno di edificare ovunque. Principalmente per dare un profitto agli imprenditori edili e incidentalmente un tetto a immigrati ed espatriati. In cerca di salvezza dalle loro zone natali i primi e di business i secondi. Più o meno possiamo dire così.
Nelle aree settentrionali sono quindi sorti in un baleno i Nuovi Territori. A colpi di palazzoni imponenti vicini vicini tra loro e prezzi da capogiro. La Cina, per non essere da meno, ha trasformato a sua volta uno di questi villaggi di pescatori in una megalopoli industriale appena una quindicina di anni fa. La mitica Shenzhen. Con buona pace per la pulizia di acque e cielo.
Manco a dirlo, ormai, parecchi di questi insediamenti bucolici abitati da operosi pescatori asiatici esistono solo in fotografia. Le fotografie che ornano questo post, invece, sono state scattate dove ancora qualche pescatore esiste. Ancora per poco ho appreso. Infatti è legge del governo hongkonghese che non venga più rinnovata dal 2013 la licenza ai lavoratori di mare impegnati nella pesca dei crostacei, in quanto, curiosamente, la tecnica da loro adottata danneggerebbe il fondo marino. Gli scarichi delle fabbriche tutto intorno e le petroliere, ho sentito, contribuiscono a rendere più salubre l’ambiente.
Sono rimaste 5 famiglie, a Tai O, che vivono solo di questo tipo di pesca. Altri pescatori si barcamenano anche con altre attività o adoperano imbarcazioni più leggere e strumenti meno sviluppati rispetto a quelli necessari per fornire granchi e affini ai ristoranti, rendendo così più agile un eventuale cambiamento di attività.
Ho incontrato una di queste famiglie. Capitanata da uno degli ultimi esemplari di uomini cui dopo 40 anni di vita in mare si è pensato dicomunicare che “grazie tante, ma da gennaio dovrai trovarti un altro modo per campare”. Il problema per cui il nostro amico pescatore vede abbastanza complicata la possibilità di cambiare mestiere, mi spiega attraverso una gentile signorina che mastica più delle mie 50 parole in cantonese, è che non sa scrivere. Nè leggere. Ha sempre e solo pescato. Stessa cosa per suo figlio, il maggiore dei due. Anch’egli sa solo pescare e inserirsi in un altro ambiente lavorativo in una città competitiva come Hong Kong non è proprio impresa da poco.
E intanto le lucine della città del futuro dall’altra parte della montagna continuano a brillare.
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Ciao,
ho “scoperto” Tai-O per caso, il giorno che sono andato a vedere il Buddha a Lantau Island. Il Buddha e’ una delusione (almeno per chi, come me, vive in Cina e ne ha gia’ visti 2341), ma il mercato del pesce di Tai-O e’ sicuramente uno dei ricordi piu’ belli che ho del mio viaggio ad Hong Kong.
Si, il Buddha non è il massimo anche se sorvolandolo dalla funicolare si aggiunge un tantino di spettacolarità!
Tai O invece è una bella scoperta e arrivandoci per caso un’ottima sorpresa.
Non so, la funicolare era troppo cara e ci sono arrivato in autobus.
Belle le foto dei monaci sul tuo sito, mi hai fatto venir voglia di visitare un monastero Shaolin ; – )
Grazie! Si è un luogo interessante e unico anche se ormai praticamente solo sito turistico.