Ultimamente ho fatto un viaggio di esplorazione nel Sud Est Asiatico, precisamente in Malesia e a Singapore, ero curiosa di vedere questi due paesi dove l’immigrazione cinese ha segnato la storia del loro Paese, così un pò per visita agli amici e un pò per vedere il mercato dove è presente il business dell’azienda dove lavoro. Devo dire che è stato molto interessante, i due paesi mi hanno colpita intensamente.
Gli overseas cinesi sono dispersi in tutto il Mondo, a partire dalla metà ‘800 fino ai giorni d’oggi o forse anche prima, ma i dati più consistenti risalgono a quel periodo. Nel Sud Est Asiatico il fenomeno della Diaspora cinese si sviluppa grazie al Colonialismo e soprattutto in Malesia e in Singapore dove le colonie inglesi e portoghesi hanno avuto un forte bisogno di manodopera per la costruzione delle colonie. Dalla Cina così (soprattutto Fujian e Guangzhou), molti sono partiti come Kuli alla ricerca di fortuna e soldi per poter tornare in Cina dai familiari e poter dare a loro una vita migliore. Così che Malesia e Singapore si popolano di cinesi.
Ma lo sviluppo dell’immigrazione cinese in questi due posti si diferenziano di molto durante gli anni, durante la storia di questi due secoli, Singapore che prima apparteneva alla Malesia si separa e diventa indipendente, e mentre il Governo malese era principalmente governato da popolazioni locali, il governo di Singapore diventa interamente cinese trasformando l’intero picccolo Paese in una Chinatown.
Durante il mio viaggio ho cercato di avvicinarmi agli huaren di questi due posti per sentire un pò le loro storie e studiare la loro vita in questi luoghi così esotici, così estranei da me.
Kuala Lumpur (Malaysia)
Kuala Lumpur è una città multietnica, la città è divisa per quartieri, vi possiamo trovare la “Little India”, la “Petaling Street” ovvero il quartiere cinese, l’area delle Moschee della comunità islamica e in mezzo alla città la zona del business dove si concentrano gli uffici e i centri commerciali più belli e le Patronas, le torri gemelle che incorniciano lo skyline nottorno della città e illuminano il cielo come se fossero delle lampade.
La Malesia è famosa per l’immigrazione cinese, durante i due secoli ci sono state varie vicende anche non piacevoli tra la popolazione locale e quella cinese, ai giorni nostri la Malesia è governata da Malesi e la popolazione di origine cinese è prettamente imprenditoriale in quanto non hanno gli stessi diritti delle altre etnie (meno provvidenza sociale, salari più bassi, meno posti nelle scuole pubbliche). La popolazione di origine cinese è princilmente ricca e benestante perchè non avendo altre possibilità si sono date al business, ottenendo anche molto successo, mandano i figli a studiare all’estero e vivono in case molto spaziose.
Durante il mio viaggio ho avuto la fortuna di essere accompagnata da una mia amica malese di origine cinese che mi ha spiegato un pò della loro vita e di quello che i huaren 华人 vivono tutti i giorni. Tutto in questa città è diviso per etnie, ci sono dei food center dove gli spazi per i chioschi sono divisi tra indiani, cinesi ed musulmani, chiedendo ai miei amici, loro mi confermano che capita raramente di andare a mangiare nei chioschi delle altre etnie.
Il quartiere cinese in questa città è un quartiere interemente commerciale, con mille bancarelle e negozi gestiti dai huaren, principalmente di vendita al dettaglio di gadget e survenir per turisti, un quartiere mercato, come quelli che troviamo nelle piazze italiane durante i week end, nulla a che vedere con la nostra Paolo Sarpi.
I huaren hanno le loro scuole, dove insegnano il cantonese, l’inglese e la lingua dialettale del loro paese di origine, solitamente provvengono dalla provincia del Fujian, Guangzhou e Chaozhou, vivono nella loro comunità e non si mescolano mai con le altre etnie, i pochi casi di matrimoni misti non sono visti bene e i huaren sono molto conservativi non si aprono nemmeno alla nuova immigrazione cinese dalla Cina continentale, tanto che le ragazze cinesi singole che viaggiano per lavoro o si trovano per caso in Malesia per studio sono viste come delle possibile 小三, ovvero la terza incomodo o rovina famiglie.
I malesi di origine cinese, sono solitamente molto ben istruiti, ben educati, ben curati e poliglotti, sono bene accetti da tutte le multinazioni per le loro capacità linguistiche e sono si adeguano a molti ambienti. La Malesia non è un paese facile per loro, ma si sentono comunque malesi nel sangue essendo ormai la terra dove la loro famiglia si è insediata da 3 o 4 generazioni.
Nei miei 4 giorni di permanenza a Kuala Lumpur, i miei amici non mi hanno permesso di andare in giro da sola, nonostante io sia per una vacanza di camminata alla scoperta dei vicoli della città, il motivo era che secondo loro era troppo pericoloso e gli indiani o i musulmani possono rubare. Prima di partire per la bellissima città piena di archittettura di ogni genere, avevo già ricevuto molte notizie su omicidi e piccoli furti nei confronti dei huaren. Ho sentito per tutto il periodo trascorso li, una tensione razziale molto forte.
Ma nonostante tutto mi sono goduta la città e l’atmosfera multietnica, apparentemente sembrerebbe una città molto pacifica, dove tutti sono cordiali e chiunque parla inglese. Una città che richiama un pò una magia che ha il sapore misto di medioriente e il sud est asiatico.
Singapore
Se Kuala Lumpur è una città dove l’equilibrio tra le etnie sembra essere tesa su un filo sottile e poco resistente, Singapore è un paradiso terrestre, è perfettamente la copia positiva di Kuala Lumpur.
Singapore è una città Stato, totalmente governata dai huaren che sono circa il 75% della popolazione e il resto è composta da Indiani, Malesi e Arabi. La città è tutta distesa in lungo sulla costa meridionale dell’Isola Stato composta solo da 5 milioni di abitanti di cui il 40% sono espatriati e stranieri in visita o temporaneamente residenti per lavoro.
La città è pulita, ordinata, pacifica e solare. La struttura urbana è collegata da una rete molto efficace di metropolitane e il centro cittadino oltre a grattacieli ed archittettura moderna ed ecologica, ha molto spazi verde ed edifici stile ‘800.
In questa città non serve molto la macchina anche se i Singaporeani adorano far sfoggio delle loro auto, è possibile attraversare la città interamente a piedi in meno di un’ora. La maggior parte della popolazione non abita in centro, ma nella periferia dove ci sono i grandi counponds di abitazioni. Il centro cittadino è business e turismo.
In questa spendida città, la China Town è un quartiere commerciale e turistico, all’interno vi sono musei, food street, area dedicate alla vita notturna e molti templi Buddhisti e Induisti, senza contare anche le Moschee.
Anche qui ho avuto il piacere di essere accompagnata da una persona locale, un carissimo collega singaporeano che mi ha un pò spiegato la storia della sua famiglia, spiegandomi che è sbagliato chiamare il quartiere China Town, perchè l’intero Stato di Singapore è una specie di China Town.
La maggior parte della popolazione di origine cinese è qui da almeno 3 generazioni, inizialmente arrivati molto poveri dentro le stive delle navi di commercio, facendo lavori pesanti e lavorando nei cantieri, molti erano cantastorie, o erano venditori ambulanti o piccoli commercianti che avevano ottenuto delle lincenze speciali per i prodotti provenienti dall’India o dalla Cina Continentale. Facendo un giro nel Museo Nazionale, possiamo vedere tutta la Storia e tutti i collegamenti con la Cina durante questi due secoli.
Il mio collega mi spiega che alla fine i Singaporeani si sentono molto legati alla Cina e provano uno stesso sentimento di avversione verso i Giapponesi che durante la seconda guerra mondiale (1942-1945) avevano invaso la città, saccheggiandola e assediandola per 3 lunghi anni, i 3 anni più bui e più dolorosi della breve e corta storia di Singapore.
I Singaporeani sono poliglotti, parlano il mandarino, l’inglese, il malese e il dialetto cinese della loro origine, crescono in un ambiente multiculturale e sono abituati a viaggiare molto, molto simili ai Huaren malesi, ma con un sprint in più, sono meno conservativi e sono meno diffidenti, forse perchè vivono in un ambiente più rilassato e pacifico e in una situazione economica più stabile. Singapore non sembra un città asiatica, ma non sembra nemmeno una città occidentale, non è caotica come Hong Kong ed è più enviroment friendly. Un vero gioiello in mezzo all’oceano Indiano.
Di notte la città si popola di mille luci e il panorama della Marina Bay Sand è spettacolare, la vita notturna si anima di persone provenienti da tutto il Mondo e per i super romanticoni non c’è luogo più adatto per conquistare una ragazza se non la Singapore Flyer, la ruota panoramica dicono più alta del Mondo.
Conclusione
Da immigrata storica cinese, con alle spalle il bisnonno come primo membro della famiglia a mettere il piede su una terra straniera chiamata Italia, la magnifica e bellissima Italia, e una bella parte della famiglia distribuita nelle China Town di San Francisco e New York, dopo aver visto con i propri occhi le realtà della comunità cinese a Yokohama (Japan), Kuala Lumpur (Malaysia) e Singapore, ho fatto mille riflessioni.
La popolazione di origine cinese nel Mondo è veramente una diaspora molto forte e compatta, ovunque andiamo tendiamo a non mescolarci con le popolazioni locali, ovunque andiamo portiamo nuovo business e nuove leve economiche, ovunque ci insediamo trasformiamo la struttura urbana e caratterizziamo il paese lasciando un segno indelebile. Non so se sia positivo o no, so solo che il risultato dipende da come siamo visti e come siamo considerati, una concezione personale e prettamente locale.
Ci sono mille percezioni su di noi, come il fatto che i cinesi copino e falsifichino, ma posso affermare con certezza, che il copiare e il falsificare è solo uno stadio iniziale, non lo giustifico ma molte persone nella fame e nella disperazione rubano e copiano, ma questo non vuol dire che copiamo sempre e falsifichiamo sempre. La Cina ha passato la maggior parte dell’ultimo secolo ad essere un Paese del terzo Mondo, dove la popolazione affamata di sviluppo poteva solo guardare gli altri vivere nel benessere. In una situazione economica migliore e in un ambiente più sano e più stabile, forse potevamo essere i Singaporeani di origine cinese di oggi?
Qi
Cara, Singapore e’ si bella, ma anche Claustrofobica! non c’e liberta’ per niente, nemmeno per parlare di politica in piu’ di 5 persone (perche’ dai 5 in su, diventa pubblico e in pubblico non puoi parlare di politica)…mi ricorda tanto una serra per piante (effettivamente ci assomiglia anche di temperatura, che e’ sempre costante senza le 4 stagioni) :)!
Cara Xiaoqi, ti assicuro che dopo aver vissuto in Cina a me di parlare di politica frega nulla! Cmq hai ragione, finchè non ci vivi non puoi capire una città. 🙂 grazie per aver commentato. Qi
Ciao Qi,
complimenti per l’articolo 😉
Una domanda.
Ho letto che il tuo bisnonno fu il primo a metter piede in Italia. Parli degli anni 40 per caso? Fu qui prima della guerra?
Perchè forse conosceva il bisnonno di mia moglie che venne qua negli anni 40 e sposò un’italiana. Fu prigioniero insieme ad altri connazionali durante il periodo della seconda guerra mondiale ed esiste un libro in proposito che si chiama “Centosedici Cinesi” che narra di quel determinato contesto storico.
Giusto una divagazione 🙂