Capodanno che nostalgia

(fonte foto: www.baike.com)

Il capodanno cinese è dietro l’angolo, ed eccomi qui quindi a raccontarvi i suoi mille colori e sfumature nella mia memoria nostalgica…

Ovviamente il capodanno cinese non e’ il 31 dicembre, il nostro capodanno coincide con l’ultimo giorno del calendario cinese, che varia di anno in anno perché non è fatto di 365 giorni, bensì di 354 giorni. Di conseguenza alcuni anni sono fatti di 12 mesi ed altri di 13 per pareggiare i due calendari. Ogni 19 anni ci sono quindi 7 mesi in più per compensare.

Il Capodanno, o meglio la Festa di Primavera, è una grande festa in Cina; la rivoluzione culturale ha cancellato via molte cose della tradizione cinese, ma tutti i riti e i passaggi della Festa di Primavera sono rimasti quasi intoccati, credo che come importanza sia molto più simile al Natale che al normale capodanno.

Nel sud della Cina si avvertiva l’aria di festa già molto tempo prima, con i primi preparativi del cenone.

La carne essiccata al vento era d’obbligo in ogni cenone (dalle parti di wenzhou la chiamiamo anche carne alla salsa di soia); come tradizione comanda, ogni famiglia ne preparava di diversi tipi, poteva essere di maiale, di pesce, di manzo, di pollo ma i più diffusi (almeno nella mia famiglia) erano senz’altro quella di maiale e quella di anguilla di fiume.

Almeno un mese prima già si doveva inizia a prenotare la carne migliore dal macellaio, a volte insieme ai vicini si decideva anche di comprare un maiale intero da dividere. Per noi che abitavamo lungo il fiume, si iniziava a comprare le anguille dai pescatori al porto, perché costavano di meno rispetto al mercato ed erano anche più fresche essendo appena pescate.

Sia la carne di maiale che la carne di anguilla dovevano essere poi essiccate al vento, quindi il mese di dicembre e gennaio si iniziavano a vedere carni di tutte le forme appese alle aste di bambù durante le giornate ventose e alle travi delle case durante la notte e le giornate piovose.

Mentre la carne di maiale doveva essere prima macerata per bene in una speciale salsa a base di salsa di soia, grappa (a casa nostra usavamo quella di cereali o di rosa, dipendeva un po’ da quel che avevamo sotto mano), un pizzico di zucchero e qualche pezzo di anice stellata, l’anguilla veniva invece essiccata al naturale, quindi da piccola mi piaceva tantissimo il profumo della carne appesa ad essiccare ma non sopportavo l’odore dell’anguilla, che riempiva la cucina di una puzza di pesce incredibile.

Comunque, torniamo a noi. Finite di preparare la carne e l’anguilla, il resto del menù era meno laborioso, quindi si poteva approntare qualche giorno prima. In genere il banchetto comprendeva 4 o 8 piatti freddi che spaziano dai piatti di mare come gamberi o granchi al vapore ai piatti di terra come pollo e manzo, i piatti caldi devono essere di buon augurio come il pesce e il taro per l’abbondanza, i gnocchi di riso per raggiungere traguardi più elevati, il pollo o l’anatra intera per simboleggiare la completezza e così via. Il dolce finale in genere sono una zappetta tiepida fatta di frutta (mele o pere), mu-er bianco (una specie di fungo bianco trasparente),  datteri rossi e semi di fiore di loto.

(fonte foto: www.chinanet.com)

Non sono da meno gli acquisti per la festa, almeno ai bambini si doveva comprare un set nuovo di abbigliamento, comprese le scarpe, normalmente di colori molto sgargianti, infatti mi vestivano sempre di rosso e mia sorella di verde. Poi si doveva iniziare a pensare ai regali per i parenti, ai tempi ero troppo piccola per ricordare ogni particolare, ma una cosa che mi incuriosiva molto erano i dolci avvolti in carta grezza, si faceva un pacchetto tutto quadrato e poi legato con un filo rosso perché porti fortuna. Poi il primo dell’anno, mamma e papà ci portavano da nonni e zii con questi pacchetti in mano da regalare.

Un altro preparativo tipico della Festa di Primavera erano gli gnocchi, si facevano fare dai “panettieri-pasticceri” degli gnocchi di riso artigianali e un tipo di torta di farina di riso cosparsa di datteri secchi ed avvolta in foglie di palma che conferiva un profumo molto particolare al dolce. Quei “panettieri-pasticceri” erano degli artigiani estremamente abili, nei miei ricordi ho ancora l’immagine di un coniglietto fatto di farina di riso che mi avevano regalato quando mia madre mi portò da loro per prenotare questi gnocchi. Siccome il riso era un bene razionato ai tempi, ogni famiglia portava il proprio riso per farsi fare gli gnocchi o le torte.

(fonte foto: da internet)

La festa era anche l’occasione per pulire la casa e affiggere sul portone il “chun lian”, una specie di distico con un due versi che devono matchare nel suono, da appendere sui due lati della porta e un verso più corto da incollare sulla parte superiore centrale della porta. Nella Cina degli anni 80 non c’erano ancora in vendita i Chun Lian commerciali, quindi ai più istruiti del quartiere veniva sempre richiesto di scrivere Chun Lian anche per vicini, amici e parenti; ovviamente quasi nessuno declinava tale richiesta ed alcune persone si preparavano mesi prima pur di far vedere che riuscivano a comporre degli ottimi versi e sfoggiare una bella calligrafia.

(fonte foto: www.taizhou.net.cn)

I giorni dei preparativi nei miei ricordi erano sempre allegri e felici; tra le risate e le chiacchiere delle comari del vicinato mentre preparavano la carne essiccata o un dolcetto di riso e l’intrepida attesa del nuovo vestito, i giorni scorrevano lenti e carichi di aspettative.

Ora tutto si compra in negozi e supermercati, non c’è più bisogno di preparare la carne da essiccare ed i bambini si vestono di nuovo tutto l’anno, la vita senz’altro è diventata più comoda, ma quell’aria di festa si sta allontanando sempre più dalla famiglia.

 

Per i nostalgici, la carne di maiale essiccata si prepara così (ricetta di casa mia):

Ingredienti:

– 5 kg di carne di maiale (se vi piace la carne più morbida, consiglio di prendere quella con un po’ di ciccia, tipo la coscia, in questo modo la carne rimane piu morbida)

– Salsa di marinatura:

– 100 grammi di liquore cinese (a casa usavamo del liquore cinese di basso grado, ma da un po’ di anni mia madre ha scoperto la grappa e viene veramente bene, specialmente con quella di rosa, quindi si presuppone che verrebbe anche altrettanto bene con altri tipi di liquori, ne basta veramente una piccola quantità, giusto per dare profumo)

– 300 grammi di salsa di soia (mischiare quella salata con quella colorata, la differenza è che il primo dà il sapore, il secondo dà il colore)

– 4 o 5 pezzi di anice stellata

– pepe quanto basta

 

Preparazione:

tagliare la carne in pezzi di circa 2 cm di spessore e di 30 cm di lunghezza, marinare il tutto nella salsa di marinatura per almeno 24 ore, forare la carne sulla punta per far passare una corda e appendere la carne marinata in un punto ventilato ma non battuto dal sole per farla essiccare. Non appena la carne sarà completamente asciutta, tagliarla a fettine più piccole di circa 5 cm di lunghezza, ripore in una busta per alimenti e conservare in freezer

 

Come cucinare:

mettere la carne essiccata in un recipiente (piatto o ciottola vanno entrambi bene), cuocere a fuoco medio al vapore per circa 20 minuti.

Una volta cotta, tagliare a piccole fettine.

A casa mia la mangiamo poi cosi, ma si può anche usarla come bacon per cucinare altre pietanze (verdure o riso o noodles)

Yummy! Buon appetito e buon capodanno a tutti!

Posted by on 28 Gennaio 2013. Filed under Bere mangiare uomo donna, Prima Pagina, Racconti. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

8 Responses to Capodanno che nostalgia

  1. Molto interessante, grazie. Ho sempre intuito che fosse un’occasione importante, ma non mi ero mai informato sulle tradizioni associate. Qui in Italia riuscite a vivere, a “sentire” l’atmosfera di questa festa?

    • In Italia purtroppo no, in Cina l’aria da festa e’ presente ovunque, a casa, a scuola, per le strade, nei cartelloni…non si parla d’altro, e’ visto come un giorno molto importante. In Italia si vive il capodanno cinese in una dimensione ridotta, si festeggia a casa, meno preparativi, meno invitati.
      Comunque, importante e’ ricordarsi che la festa e’ solo un’espressione del desiderio di stare tutti insieme riuniti, il sentimento vero può’ avere diversi modi di manifestazione, non necessariamente tramite i festeggiamenti del capodanno in se’!

  2. Un altro tuffo nel passato, grazie Xiaoqi!

  3. Mi sono innamorato della Cina, e la vivo nei suoi racconti, come questo appena letto, ricordando me da bambino nelle nostre tradizioni di paese. In Cina sono stato tre volte negli ultimi due anni e imparando ed apprezzando quanto sia grande e magnificente nella sua cultura storica ma anche moderna. Il mio sogno? io faccio musica e vorrei fare un concertone a Tienanmen 🙂 Vi seguo sempre con piacere ed interesse. Cris

  4. In bocca al lupo per i tuoi sogni Cris! A Qingdao ci sono degli italiani che organizzano concerti classici per beneficenza, ma a titolo gratuito se non sbaglio (e’ a scopo benefico),se vuoi, mandami un messaggio a xiaoqi.chen@associna.com e provo ad informarmi per te.

  5. BUONI!!!!! Sarebbe bello raccogliere tutte le ricette delle nostre nonne e mamme, cercando così di conservare il più possibile l’autentico menù di capodanno. Adesso la gente vuole solo andare a mangiare al ristorante dove offrono solo il menù convenzionale, che senso ha fare il cenone se tutta la Cina mangia la stessa cosa?!!!

    • ogni zona ha ancora le sue tradizioni, suggerisco (per quelli che capiscono il cinese) di vedere le puntate di 舌尖上的中国 (ossia, la Cina sulla punta della lingua), un documentario di varie puntate veramente interessante sulla cucina cinese…
      grazie per il commento, appreciated! 😉

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