Sono le nove, secondo la nuova ora legale. Abbiamo da poco spostato le lancette in avanti di un’ora, in effetti potevamo anche risparmiarci questo piccolo furto di sonno perduto: siamo nell’auto di Leo sull’A1 con una pioggia che insiste perennemente per tutto l’arco del viaggio, il nuvolo non ci lascia che un paesaggio grigio. Gli animi sono tutti leggermente assonnati, cerchiamo di tenere alta la conversazione per non addormentarci, si parla soprattutto in italiano (ovviamente per non discriminarmi) ma ogni tanto salta fuori una battuta in dialetto a me incomprensibile!
La nostra tabella di marcia preparata il giorno prima funziona, e dopo un giro dell’oca andato a buon fine, eccoci allo Xier, un ristorante nei pressi della stazione gestito da cinesi che fa anche cucina giapponese e brasiliana, il tutto servito a buffet libero su svariati vassoi a un prezzo fisso decisamente a buon mercato.
Siamo più di trenta teste, c’è chi è arrivato da tempo e si è coricato sul divanetto nella hall d’ingresso attendendo i meno puntuali, chi invece arriva all’una giusto in tempo per accomodarsi sui tre tavoli prenotati per l’occasione. Ci sono persone provenienti da Roma, Prato, Firenze, Ancona, Bologna, Venezia, Padova, Genova, Brescia, ovviamente Milano e pure uno special guest direttamente dalla Svizzera, Franco per l’esattezza! Tra le new entry spiccano gli studenti della Bocconi – che hanno dimostrato pieno entusiasmo sul progetto della nostra associazione. Merito anche di Facebook, un nuovo canale che ha reso la vita facile a noi organizzatori: basta creare l’evento e il passaparola virtuale tra i propri contatti fa il resto!
Sul nostro tavolo l’antipasto centrale è il sushi e sashimi, piatti su piatti di pesce crudo accompagnato dalla salsa di soia con wasabi (rafano verde), affiancati dai raviolini al vapore cinesi. Non appena l’odore della carne grigliata e allo spiedo si leva in aria, il gruppo toscano di AYC (Associna Youth Commitee) si è fiondato a centro sala verso il piano cottura. L’accoppiata cibo e bella gente stimola le chiacchiere, si formano gruppi di discussione accessi, si fanno discorsi seri e meno seri, la persone cambiano anche di posto per poter parlare, per esempio, con Marco Wong in un’occasione così informale.
Nulla è stato sprecato (anche perché c’è una sanzione per chi spreca cibo), quasi tutti i piatti sono passati negli stomaci affamati degli associni, meglio ribattezzati come cavallette!
Qualcuno scappa già dopo pranzo, altri invece ci raggiungono per i festeggiamenti: ci trasferiamo qualche chilometro più a nord verso il ristorante della Qi, che ci ospita gentilmente durante la pausa pomeridiana a causa del maltempo che imperversa fuori. Viene svelata la torta, gli applausi sono generali. La gente si appresta alle solite foto di gruppo di rito, soffio delle candeline poi botto con lo spumante, brindisi e per chi voleva pizzette e bibite, il tutto gentilmente portato da Kao. Subito dopo il silenzio è generale, con un sottofondo musicale di archi e flauti da teatro dell’opera cinese, il presidente Bai enuncia un discorso sia per i vecchi e i nuovi associni: ricorda che quattro anni fa Associna non era altro che un gruppo di giovani improvvisati cui nessuno avrebbe mai riposto fiducia, mentre invece in questi anni la nostra associazione è uscita agli onori della cronaca sui giornali, radio e tv, interlocutore capace di dialogare sia con la comunità italiana che con quella cinese. Per il futuro si prospettano nuovi ed inediti scenari, lo sviluppo nei territori locali e regionali sarà uno di questi obiettivi da promuovere: dai gruppi iniziali di Toscana, Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto, nell’ultimo anno si sono aggiunti Liguria, Marche e molto probabilmente anche Piemonte.
Con queste parole di fiducia lasciamo una Milano ancora grigia di pioggia, carichi di entusiasmo ed orgoglio per tutto il lavoro fatto; sappiamo chiaramente che altre strade ci attendono in questo 2009 appena alle porte, ma sapere che altre persone si stanno unendo a questo progetto è un nuovo stimolo d’incoraggiamento per tutti noi a superare i nostri vecchi limiti.