NAPOLI, 07 ottobre 2009 – Le tre giornate napoletane dedicate all’incontro fra Napoli e Cina.
Nel mozzafiato Palazzo Reale di Napoli, una figura storica di spicco più volte ricordata è quella del missionario Matteo Ripa, fondatore di quello che poi è diventata la prestigiosa università napoletana di studi orientali e che fu chiamata inizialmente “Collegio dei cinesi”, nel lontano 1724. Fra i relatori quattro professori di spicco: Franco MAZZEI dell’Università di Napoli “L’Orientale”, il governatore onorario Banca di Francia Michel CAMDESSUS, Sergio SCIARELLI dell’Università Federico II e Marisa SIDDIVO’ dell’Università “L’Orientale”. L’analisi geopolitica, sociale ed economica della realtà cinese e quella internazionale trattata dai relatori con autorevolezza e massima competenza, evidenziando i rapporti che già nel passato erano intercorsi fra Napoli e Cina, portano spunti di riflessione ad ampio raggio sulla necessità di una responsabilità sociale nella politica delle imprese, sui concetti di relativismo e pragmatismo nell’era della globalizzazione e sul binomio etica ed affari. La quinta relazione è invece stata affidata a Junyi Bai, presidente di Associna, il quale ha trattato dell’essenzialità di un approccio interculturale nei rapporti culturali, sociali e commerciali fra Italia e Cina.
“Quando si cerca metaforicamente un ponte fra due popoli è assolutamente indispensabile adottare un approccio interculturale. Questo vale sempre, ma nel caso di due realtà geograficamente e culturalmente così distanti fra di loro come la Cina e l’Italia può risultare il più delle volte decisivo. – spiega il giovane relatore – Le seconde generazioni incarnano, nel loro essere culturalmente sia cinesi che italiani, l’essenza della interculturalità. Importanti soggetti storici come Sun Zhong Shan o Deng Xiaoping, con la loro formazione all’estero, o esempi di seconde generazioni come Mario Tchou e Marco Wong, con il loro contributo professionale all’Italia e alla Cina, evidenziano come tale approccio sia imprescindibile in qualsiasi rapporto di cooperazione. Una metodologia necessaria nelle relazioni culturali e sociali, ma anche in quelli commerciali: si pensi alla necessaria conoscenza del substrato culturale cinese e dei concetti come “Mianzi”, “Guangxin” e la risoluzione confuciana dei conflitti, un approccio interculturale è indispensabile per qualsiasi impresa che voglia promuovere un progetto commerciale con un partner cinese.”.
Il convegno si è concluso con l’intervento del fondatore della Comunità di Sant’Egidio prof. Andrea Riccardi, del ministro Bondi e del cardinale Sepe. Quest’ultimo ha evidenziato l’importanza del ruolo di Napoli come ponte con l’Oriente e lo spirito interculturale dell’evento, con la promessa di proseguire nel porre attenzione sempre più su questi aspetti, nella tutela di tutte le persone presenti a Napoli senza distinzione di nazionalità. Infine l’arcivescovo Sepe e il prof. Riccardi hanno voluto spendere delle belle parole anche per le seconde generazioni: “Se la seconda generazione è così, chissà come sarà la terza generazione!”.