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Approfondimenti => Attualità => Topic aperto da: tnt74 - 28 Ottobre, 2008, 09:07:33 am
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Ieri sono stato in un negozio di alimentari Cinese situato a Forlì.
Manco a dirlo non c'erano clienti, ho comunque notato che anche prima della crisi mi è capitato raramente di trovare Italiani in questo genere di attività (al contrario dei negozi Cinesi che vendono abbigliamento,oggettistica o altre cose che comunque non bisogna ingerire! :roll: ).
Tornando all'alimentari in questione, le date di scadenza erano tutte ok, un po di polvere sugli scaffali ma in generale il locale era decisamente pulito, hanno anhe un piccolo banco per la carne fresca ma almeno ieri sera era vuoto! :roll:
Ho acquistato 5 pacchetti di Ramen e una confezione di gnocchi di riso, la spesa è stata a dir poco bassa...4 euro in tutto! :o
Sarei curioso di sapere se nelle grandi città la situazione dei negozi di alimentari Cinesi è diversa, forse in luoghi come Milano o Roma qualche Italiano che conpra questo genere di prodotti si trova..oppure no?? :?
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be' tu ne sei un'esempio mi pare. o no?
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é come dici tu tnt , di solito i negozi alimentari cinesi trovi di rado gli italiani. fatto l'eccezione per te e pochi altri intrepidi :D :D
Comunque questa crisi si sente , da tutte le parti .
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io compro da anni vari prodotti nei negozi alimentari cinesi (salsa di soya, té, ginseng, minestrine rapide, liquore prugna, dolcetti della luna, crackers di gamberi, ecc.) anche perché da molto tempo non ho intenzione di regalare soldi a chi, come i negozi di lusso di Castroni a Roma (frequentatissimi dalla borghesia romana che poi sputa su Cinesi, Bangladeshi, Indiani, ecc.), vende le stesse cose con un ricarico dal 200 al 500%.
naturalmente, i prodotti di Castroni e affini non vengono criminalizzati, nonostante siano della stessa origine, il che dimostra la malafede di certe operazioni mediatiche!
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forse il negozio che citi ha costi di gestione differenti o altri fornitori, e comunque se vende prodotti etnici significa che gli italiani li comprano
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i negozi italiani di prodotti etnici i(alimentari e non) praticano ricarichio degni dei trafficanti di droga sui prodotti, facendosi beffe dei clienti, resi idioti dalle mode e che non conoscono i prezzi veri; alcuni esempi:
- 1 ciotola di ceramica marocchina/ prezzo di importazione 0,50 Euro, prezzo di vendita dei negozi dei Maghrebini in Italia 3 Euro (600%), prezzo nei negozi romani italiani 7 Euro (1.400%), prezzo nei negozi di lusso 10 Euro (2000%);
- una confezione thé cinese media qualità da 250 g/ prezzo importazione 1.00 Euro, prezzo negozi cinesi 2,5 Euro (250%), prezzo Castroni 7 Euro (700%);
- coppia di bacchette di bambù di buona qualità/ prezzo mortazione 0.20 Euro, prezzo negoio cinese 0,50 Euro (250%), prezzo Castroni 2 Euro (1000%);
- liquore prugna cinese/ prezzo importazione 1,5 Euro, prezzo negozio cinese 3,5 Euro (230%), prezzo Castroni 12 Euro (800%)
quel che paghi é il marchio del negozio, esattamente come per un'infinità di altri prodotti (da bar, borse, sarticoli sportici, ecc.).
i costi di gestione di Castroni, che é anche bar, ad esempio, per le bevande calde da banco sono IENTICI a quelli di un bar nella stesa strada 50 meri dopo, dove la tazzina di café costa la metà!
é il famoso "valore immateriale" che purtroppo per loro i commercianti cinesi in Italia non hanno ancoa saputo sfruttare (ma in Francia sì) e che i clienti italiani non sanno ricoboscere quando li acceca la xenofobia spicciola che porta, ad esempio, come detto anche su questo forum, a vedersi svuotare un bar quando la gestione passa ai Cinesi, che pure usano gli stessi ingredienti e le stesse macchine di prima...
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be' nel commercio la gente ama farsi fregare però è contenta e allora se lo merita! rimango dell'idea comunque che possa avere costi di gestione differenti il che vuol dire affitto dei locali, stipendi del personale, qualità della merce, impianto di illuminazione, eventuale sorveglianza notturna, assicurazione, scontrini ecc.ecc.
ti faccio un'altro esempio con l'abbigliamento stesso jeans comprato dallo stesso fornitore cinese. un italiano o un nordafricano lo vende a 10 euro un cinese, ma pu? essere anche un pachistano lo vende a 6 euro.... prezzi verificabili a bologna, ma penso anche in altre parti d'italia persa ci e dimmi se trovi un'incongruenza.
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ti ho fatto l'esempio del settore bar di Castroni e di un bar a pochi metri di distanza, quindi stessa aea per dirti cvhe i costi di gestione c'entrano fino ad n certo punto; anzi, castroni che ha bar, vensita alimenti esotii, ec., ha un costo unitario per l'affitto MINORE di un piccolo bar o di un piccolo negozio della stessa zona.
in ogni caso nessun costo di gestione giustifica da sé differenze del 500-1000%, che a esempio non esistono ra negozi cinesi e negozi etnici francesi a Parigi, dobve i clienti sono meno rimbecilliti dalle mode.
sui jeans posso essere più preciso perché ho lavorato 8 mesi in Bangladesh; uno dei marchi che vende jeans mase in bangladesh in Italia é Oviesse, ebbene:
- 1 jeans per Oviesse viene prodotto (in fabbriche semischiaviste ben peggiori di quelle cinesi, ma non ne parla nessuno....) a Dhakka al prezzo di 1,5 Euro, su cui costi di trasporto via mare (13 tonnellate per container, 2.500 Euro), sdoganamento, immagazzinamento, trasporto ai negozi, ecc., ecc. incidono per circa 0,5 Euro, dunque il prezzo di importazione per Oviesse é di 2 Euro a capo; i jeans vengono venduti a circa 10 Euro (dipende dai modelli), e poiché i costi di gestione n Italia si calcolano all'incica delo 30% del prezzo alla fonte (ossia 60 centesimi) il ricarico al netto di tali costi é di 7,40 Euro a capo, ossia di circa il 370%.
lo stesso jeans dalla stessa fabbrica va anche alla distribuzione nei negozi (li marcano diversamente a seconda del cliente...) europei e lo puoi trovare in Italia in vendita da 15 a 30 Euro (a Rimini anche 35!!!), ossia con un ricarico dal 700 al 1400%, paragonabile a quello della cocaina.
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la risposta al mio quesito era che quello che lo vende a 6 euro lo vende al 100% senza scontrino e probabilmente non paga nemmeno nessun altra tassa gli altri invece hanno un misero guadagno
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bè, questo articolo non potevo non segnalarlo:
http://www.winenews.it/index.phpòc=deta ... 3837&dc=58 (http://www.winenews.it/index.phpòc=detail&id=13837&dc=58)
Il titolo è chiaro: metà dei reati alimentari in Italia è commesso dai Cinesi.
Poi si legge l'articolo e si scopre che su 89 sentenze 31 sono state pronunciate contro cittadini stranieri di cui 14 a carico di Cinesi!! 8O
a casa mia la metà di 89 non è 14..e a casa vostra? :roll:
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Ho comprato alcune volte in alimentari cinesi, che poi vendono un po' di tutto. Si risparmia un po' e poi mi piace bere il tè. Poi i cinesi mangiano quelle cose e sono ancora vivi, se iniziano a morire allora smetto di comprare da voi/loro.
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Ho comprato alcune volte in alimentari cinesi, che poi vendono un po' di tutto. Si risparmia un po' e poi mi piace bere il tè. Poi i cinesi mangiano quelle cose e sono ancora vivi, se iniziano a morire allora smetto di comprare da voi/loro.
Ma non lo sapevi che i cinesi sono immortali???? :D :D
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Ho comprato alcune volte in alimentari cinesi, che poi vendono un po' di tutto. Si risparmia un po' e poi mi piace bere il tè. Poi i cinesi mangiano quelle cose e sono ancora vivi, se iniziano a morire allora smetto di comprare da voi/loro.
Ma non lo sapevi che i cinesi sono immortali???? :D :D
certo! ora capisci la mia presentazione?
tutte citazioni da 300, come quella sugli immortali
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infatti, fra le altre idozie del fumetto e del film 300 (elencate nei links che ho segnalato), oltre agli Spartani seminudi (che invece avevano 20 kg di armatura), a mostri semiumani, a rinoceronti (mai usati come animali da guerra, tantomeno dai Persiani), ecc. ci sono perfino una specie di ninja... con cariche esplosive...
già "Troy" era una buffonata, ma 300 lo supera per falsità, idiozia, sanguinarismo, razzismo.
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Questo film fa solo riferimento al fumetto di Frank miller e non ai fatti storici .
Non diamo più importanza di quello che è :-D
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per caocao:
vedi un po' che dice qui e poi dimmi se io esagero:
http://www.afnews.info/public/afnews/ne ... 96770,.htm (http://www.afnews.info/public/afnews/news/newsitem1173692327,96770,.htm)
"Esperti, commentatori, critici e colleghi autori stanno analizzando da qualche tempo l'opera cinematografica di Frank Miller, in particolare dopo l'exploit di 300, al di là delle questioni estetiche. Risultato: 300 sarebbe un film impostato su cosiddetti "valori fascisti" come l'idealizzazione e la glorificazione della morte, della guerra e del guerriero, nel tentativo di veicolare l'equazione America-di-Bush uguale a buoni-Spartani, Resto-del-mondo-ma-soprattutto-Iraq-Iran-ecc. uguale a cattivi-Persiani. Curioso (ma comprensibile giacché il cinema ha un impatto globale maggiore e immediato) che questi ragionamenti saltino fuori solo dopo un film e siano "sfuggiti" in anni e anni di comics (con le lodevoli eccezioni, per esempio e almeno in Italia, di Luca Raffaelli proprio su afNews in una recensione di Devil e nell'introduzione del Classico del Fumetto serie Oro in cui era ripubblicato "Il ritorno del cavaliere oscuro", e di Luca Valtorta nella recensione del fumetto 300 per Repubblica XL). In realtà che Miller fosse di destra (e ovviamente ci sarebbe da distinguere con cura tra fascista e "di destra", ma nel caso di Miller i suoi colleghi, quando dicono "di destra" indendono proprio fascista, e non semplicemente "conservatore") pare fosse cosa risaputa tra gli autori di fumetti che lo frequentano, o per lo meno questa era l'opinione che alcuni (molto noti) di loro si erano fatti già ai tempi della presidenza Reagan, quando Miller insisteva duramente sul fatto che la corsa al riarmo era cosa buona e giusta perché l'America si sarebbe salvata solo se avesse avuto più armi, e più potenti, di quelle della Russia, e via così. Ci sono anche recensori molto disincantati, come quello del New York Times, che, pensando di fare una cortesia a Miller accusato di fascismo, titola il suo articolo con un bel "Qual'è il vero messaggio del filmò Potrebbe essere: Compra il biglietto!", riducendo il tutto a una operazione commerciale, come fosse un complimento."
e anche:
http://it.wikipedia.org/wiki/300_(film (http://it.wikipedia.org/wiki/300_(film))
"Ci sono state comunque alcune critiche al film apparse sulle maggiori riviste Americane. A.O. Scott del New York Times descrive 300 come "un film violento come Apocalypto e due volte più stupido", criticando inoltre lo schema dei colori usato e affermando che la trama include sfumature razziste.[27] Kenneth Turan scrive nel Los Angeles Times che "sempre che non si ami la violenza come uno Spartano, come Quentin Tarantino o come un teenager che gioca ai video-games, non si resterà di sicuro affascinati"
e per controprova leggi come esalta il film il sito neofascista di La Destra:
http://www.ladestra.info/?p=7230 (http://www.ladestra.info/?p=7230)
pensiamo davvero che:
*simili films non creino o rafforzino stereotipi?
* non ci siano )perfino su questo Forum) persone che assumono questi films come riferimento (avatar compreso....)