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Attualità /
« il: 03 Ottobre, 2008, 17:55:26 pm »
Prima di tutto esprimo tutta la mia personale solidarietà e la solidarietà del Comitato che rappresento alla Comunità cinese.

Io temo che nel nostro paese (ed in molti paesi d'Europa) il razzismo più pericoloso non sia quello che si fonda su basi ideologiche (che pure esiste ed è crescente), ma quello che deriva dalla paura e dall'incertezza personale, familiare e sociale.

Gli italiani, in questo momento, hanno paura del futuro, hanno paura per la loro solidità economica, temono di perdere la (presunta) leadership in campo economico e culturale.

Tale stato di incertezza, alimentato in larga parte dalle istituzioni e dai mezzi di informazione, si ritorce sul diverso, su colui che non si conosce, su coloro che pensiamo possano mettere in crisi il nostro mondo.

E', questa, una situazione sociale molto complessa e potenzialmente esplosiva, di cui solo pochissime persone si stanno occupando, ed alcune scrivono su questo forum.

Non ho idea di come si possa arginare questa terribile situazione, ma di una cosa sono certo:

se si reagisce con gli stessi mezzi la si peggiora di sicuro e la si porta verso direzioni assolutamente imprevedibili.

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Arte - Cultura - Storia /
« il: 03 Ottobre, 2008, 13:43:30 pm »
Prima di tutto esprimo tutta la mia personale solidarietà e la solidarietà del Comitato che rappresento alla Comunità cinese.

Io temo che nel nostro paese (ed in molti paesi d'Europa) il razzismo più pericoloso non sia quello che si fonda su basi ideologiche (che pure esiste ed è crescente), ma quello che deriva dalla paura e dall'incertezza personale, familiare e sociale.

Gli italiani, in questo momento, hanno paura del futuro, hanno paura per la loro solidità economica, temono di perdere la (presunta) leadership in campo economico e culturale.

Tale stato di incertezza, alimentato in larga parte dalle istituzioni e dai mezzi di informazione, si ritorce sul diverso, su colui che non si conosce, su coloro che pensiamo possano mettere in crisi il nostro mondo.

E', questa, una situazione sociale molto complessa e potenzialmente esplosiva, di cui solo pochissime persone si stanno occupando, ed alcune scrivono su questo forum.

Non ho idea di come si possa arginare questa terribile situazione, ma di una cosa sono certo:

se si reagisce con gli stessi mezzi la si peggiora di sicuro e la si porta verso direzioni assolutamente imprevedibili.

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Il punto di vista del Comitato di cui faccio parte:

http://http://www.slideshare.net/Avvocatista/relazione-comitato-per-la-promozione-del-patrimonio-immateriale-presentationòfrom=email&type=share_slideshow&subtype=slideshow

"Quando una Comunità perde la capacità di produrre cultura, cessa di essere Comunità e diventa solo un "insieme temporaneo di persone"".

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Arte - Cultura - Storia /
« il: 27 Luglio, 2008, 21:53:15 pm »
Ciao Alex,
sei per caso mai entrato in una azienda dove si "producono" carni? O hai mai mangiato aragosta?

Un proverbio dice: occhio che non vede, cuore che non duole.

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Attualità / 10.000 nuovi imprenditori (non nati in Italia) in 4 anni
« il: 25 Luglio, 2008, 16:14:04 pm »
Roma,

Dal 2003 al 2007 i titolari e soci d’impresa stranieri sono passati da 13.869 a 23.672, con un tasso di crescita annua del 14,3%.

Sono i risultati di uno studio dal titolo ôImmigrati e impresa nei comuni della provincia di Romaö, realizzato dalla Camera di commercio di Roma.

Tra i gruppi etnici più numerosi ci sono quelli originari della Romania (13,2%), del Bangladesh (11,2%), della Cina (9,4%), dell’Egitto (6,8%) e
del Marocco (6,6%).

Si impegano prevalentemente nell’eterogeneo ramo dei servizi (61,8%), ma coperano anche in specifici comparti dell’edilizia (19,7%) e dell’industria in senso stretto (8,4%).

I dati elaborati per i quartieri della Capitale pongono il Municipio I al primo posto con 2.651 iniziative, pari al 14,9% del totale.

******************

Sarebbe interessante sapere:

quanti occupati hanno generato queste circa 24.000 imprese e quanti di questi sono italiani;

quanti italiani che lavorano presso queste imprese pensano che gli stranieri portino via il lavoro agli italiani;

quante tasse e quanti contributi hanno pagato allo stato italiano;

quanto hanno contribuito al Pil della città di Roma;

qual è il tasso di crescita di imprese fondate da nati in Italia;

qual è il tasso di sopravvivenza di queste imprese e qual è quello di analoghe imprese fondate da nati in Italia.

*******************

Alcuni questa la chiamano "emergenza nazionale", gli economisti la chiamerebbero "crescita".

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Arte - Cultura - Storia /
« il: 25 Luglio, 2008, 13:57:08 pm »
A propostito di Reti culinarie...  :wink:

In effetti alcune ricette lucane (soprattutto dolci e basi per primi piatti) le ho ritrovate (con qualche variazione) in alcuni paesi del bacino del mediterraneo (Siria, Giordania, Egitto, Tunisia....).

E prima o poi dovrò studiare la cucina Berbera, visto che sono stati "ospiti" nella mia terra per diversi secoli.

Soprattutto, però, ho ritrovato associate a certe ricette gli stessi significati culturali, le stesse occasioni di consumo, gli stessi riti di convivialità, di ospitalità, ecc... che poi è l'essenza del "mangiare" inteso in senso esteso, non solo come atto di nutrimento.

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Arte - Cultura - Storia /
« il: 24 Luglio, 2008, 09:55:26 am »
Da:

www.repubblica.it/2006/05/gallerie/este ... one/1.html

"I cani no, ma gli scorpioni restano nei menù dei ristoranti cinesi. I turisti in arrivo a Pechino per i Giochi Olimpici dovranno rassegnarsi ad assistere alle scene di libidine gastronomica dei residenti davanti a uno spiedino di scorpioni, considerati una leccornia della cucina asiatica. L'occidente, infatti, ha vinto la battaglia per bandire la carne di cane dalle proposte dei servizi di ristorazione legati alle Olimpiadi ma non ha ancora ottenuto l'eliminazione di altre "stranezze" alimentari come questa."

Forse il giornalista che ha scritto questo pezzo non si rende conto del fatto che la cucina italiana ha tantissime "stranezze" alimentari, alcune delle quali provocherebbero seri problemi a moltissimi popoli.

Dalle mie parti è considerata una grande prelibatezza mangiare una crema fatta con sangue di maiale, zucchero, cacao, e spezie.

Per non parlare delle interiora di quasi tutti gli animali da cortile, che a Roma ed in altre città sono considerate sublimi leccornie.

Piano piano, il tempo è galantuomo.... dicono i miei anziani.

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Rassegna stampa e partecipazioni /
« il: 17 Luglio, 2008, 19:38:29 pm »
Minkemonka, hai perfettamente ragione, e mi scuso profondamente per il mio atteggiamento e per lo sfogo, perché di sfogo si tratta, dal momento che l'80% della mia famiglia è emigrata, in germania, nelle americhe, in svizzera...

E ricordo bene i racconti dei miei nonni, dei miei zii, dei miei cugini. Ricodo bene le difficoltà che hanno avuto e i pregiudizi che hanno dovuto sopportare.

Italiani sporchi, spaghetti e mandolino, mafia, ecc..

Io stesso ho dovuto abbandonare la mia terra per venire a lavorare a Roma.

Ma la cosa che mi rincuora è che oggi tutti i miei cugini sono perfettamente integrati, accettati e stimati da quelle comunità.

Mi scuso di nuovo per essere stato così poco comprensivo del vostro modo di vedere le cose.

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Rassegna stampa e partecipazioni /
« il: 17 Luglio, 2008, 17:59:17 pm »
Ho ascoltato.

Sono abbastanza indignato per le parole riferite da molti miei connazionali e per le banalità ed i luoghi comuni emersi dalla bocca di alcuni degli "esperti" chiamati a partecipare alla trasmissione.

E vorrei invitare i miei connazionali ad andare a recuperare gli articoli comparsi su molti giornali americani, tedeschi, svizzeri, ecc.. a proposito degli emigrati italiani, sia agli inizi del secolo, sia negli anni '50, '60 e '70. Per non parlare delle reazioni degli italiani stessi nei confronti dell'emigrazione dal Sud Italia. Le tematiche ed i luoghi comuni erano molto simili.

Italiani/meridionali mafiosi, chiusi, ecc...

Ma sento anche l'obbligo di ribadire per l'ennesima volta che c'è un unico modo per contrastare tali atteggiamenti ed opinioni: la comunicazione, la conoscenza, lo scambio.

E credo che la seconda generazione cinese debba farsi carico di tale compito.

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Rassegna stampa e partecipazioni /
« il: 17 Luglio, 2008, 17:25:43 pm »
Ecco dove poter ascoltare la trasmissione

http://www.radio.rai.it/radio1/radioanc ... _ID=257200

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Poesie & Pensieri /
« il: 17 Luglio, 2008, 17:23:01 pm »
Donna ti prego di smetterla di descrivere l'indescrivibile, otterresti solo l'effetto di distruggere il nostro unico neurone.

Noi abbiamo mandato persone sulla luna, abbiamo dimostrato l'esistenza dell'infinito, della quinta dimensione, abbiamo inventato la teoria della relatività, la filosofia, la guerra, la finanza, il gelato alla nocciola e il Grande Fratello, ma non siamo in grado di descrivere e di comprendere le Donne.

Fior di Uomini ci stanno provando da millenni, con il formalismo della matematica, con la filosofia, con la poesia, con la biologia, con i funghi allucinogeni.

Niente da fare. Millenni di miseri fallimenti.

Io non conosco la matematica di altri pianeti, ma per quella terrestre siete e sarete una variabile aleatoria.

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Diritti dell'immigrato & Osservatorio /
« il: 16 Luglio, 2008, 16:02:45 pm »
Se gli stati ricchi, con la loro miopia e stupidità, consentiranno a coloro che migrano per fame, sete, guerra, ecc.. di superare una certa massa critica, assisteremo alla terza guerra mondiale, combattuta con armi interamente costruite nei paesi "ricchi".

Questa è una costante della storia. Tutte le grandi civiltà sono finite per questo motivo.

Ma l'Italia - gli autoctoni - si difende da tale minaccia prendendo le impronte ai piccoli indifesi Rom, o discriminando i cinesi, gli indiani, i rumeni, ecc....

La stessa ricca e potentissima Italia che un paio di millenni fa fu invasa, devastata e annientata da popolazioni provenienti da Nord.

Abbiamo, quindi, solo due alternative.

O ci costruiamo un bel po' di bombe nucleari, le usiamo e poi torniamo alla civiltà della pietra.

Oppure cominciamo a pensare che forse è meglio affrontare questa sfida con un pochino di intelligenza e, soprattutto, studiando la storia, dialogando, elevando il livello culturale di tutti, compreso quelli che ci fanno tanta paura perchè hanno un diverso colore della pelle.

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Diritti dell'immigrato & Osservatorio /
« il: 16 Luglio, 2008, 15:25:07 pm »
I doveri sono sacrosanti tanto quanto i diritti.

Ma ci sono diritti talmente fondamentali che richiedono una deroga ad alcuni doveri.

Io ho diritto a vivere, ma se per fame, sete, guerra, persecuzione, calamità, ecc.. il mio diritto a vivere è messo in discussione, ho il diritto di cercare di salvarmi la pelle.

E se per esercitare questo diritto sono costretto ad infrangere una norma di un altro paese (es, immigrazione clandestina) che non porta ad un danno di pari entità ad altre persone (non crea pericolo per la vita delle persone di quel paese), allora io devo poter esercitare questo diritto.

L'inganno in tutta questa storia sta nel fatto che gli stati che si oppongono ad esercitare anche questi diritti fondamentali, in realtà sono quelli che spesso hanno determinato le condizioni che causano questi disastri.

Inoltre, chi ha un minimo di cervello sa perfettamente che non è possibile ostacolare questi fenomeni con i mezzi convenzionali (espulsioni, blocco delle frontiere, ecc....), perchè costerebbe cifre enormi e non risolverebbe il problema, ossia non costituirebbe un deterrente per chi sfugge alla morte, alla fame, alla sete, alla tortura, ecc....

Nonostance ci?, molti stati praticano queste folli strategie politiche, ma solo ed esclusivamente per motivi di politica interna.

E' molto più semplice e porta molti più voti prelevare le impronte ai piccoli Rom, spaventare la gente, far crescere l'insicurezza sociale, spostare l'attenzione dai veri problemi e dall'esercizio dei diritti che mettere in atto strategie ben conosciute per migliorare il grado di integrazione dei Rom.


.

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Diritti dell'immigrato & Osservatorio /
« il: 16 Luglio, 2008, 14:41:18 pm »
Ok se vogliamo fare un ragionamento con la panza e senza leggere come si deve i post io ci sto, ma attento, la mia panza è bella grossa.

Quanto alla verità storica, hai solo parzialmente ragione ed il fatto che esistano posti come questo dove possiamo dibattere sulle cose anche con punti di vista molto diversi è la conferma che non hai pienamente ragione.

Quanto alle cose raccapriccianti, non c'è bisogno di andare in giro per il mondo, basta farsi un giretto nei Centri di identificazione ed espulsione (Cie) (ex Cpt e Cpta) italiani.

Infine, una volta appurato che i tedeschi non sono il peggio del peggio (cosa che peraltro avevo appena affermato), qual è il tuo contributo costruttivo alla discussione?

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Diritti dell'immigrato & Osservatorio /
« il: 16 Luglio, 2008, 13:51:17 pm »
A mio avviso la questione avanzata da Cavallo è un po' più complessa della sintesi fatta da OneTrickPony.

Il pericolo, quando si parla di diritti e di violazione dei diritti, è la perdita della memoria, della verità storica, della realtà.

I riferimenti culturali costituiscono gli anticorpi di una malattia sempre latentemente presente nella nostra civiltà: la violazione dei diritti umani da parte di strutture organizzate - legittimate da tutti noi - che chiamiamo stati.

Perdere i riferimenti culturali e la memoria significa indebolire tali anticorpi.

Inoltre, a mio avviso, non esistono popoli buoni e popoli cattivi, stati buoni e stati cattivi.

Condivido, infatti, quanto afferma Zygmund Bauman, quando dice che l'Olocausto non è stato un incidente di percorso della storia e non è stato causato dall'antisemitismo o dal nazismo o da un pazzo, ma è espressione di una precisa logica interna della nostra civiltà, che in certe condizioni determina tali orrori.

Dice Bauman:

Il genocidio nazista fu l'esito dell'incontro tra lo sconvolgimento sociale provocato dalla modernizzazione e i poderosi strumenti di ingegneria sociale creati dalla modernità stessa. Sebbene tale intreccio sia stato unico nella sua tragicità, i fattori che furono alla sua base sono tutt'ora operanti e diffusi.

Pertanto, fare una classifica degli stati rispetto alle violazioni dei diritti umani o dibattere su chi nel corso della storia sia stato più cattivo di altri è un'operazione abbastanza inutile, perché tanto siamo tutti sulla stessa barchetta piena di buchi.

Ben più saggio sarebbe dedicare le risorse a mantenere sempre potentemente accesi i riflettori su quell'unico meccanismo di protezione di cui ci siamo dotati per prevenire gli orrori: la cultura, il dialogo, il confronto.

Oppure, possiamo continuare a fare quello che abbiamo fatto negli ultimi millenni: scannarci, pensando che questo sia un bel modo per affermare che noi siamo meglio di loro, chiunque essi siano.

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