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« il: 22 Dicembre, 2008, 13:41:02 pm »
La prima volta che ho fatto la spesa in un supermercato di Shanghai avevo la sensazione di essere spiato. Non da telecamere o ispettori in borghese, ma da cento occhi umani che mi esaminavano come uno scanner all'aeroporto. Che cosa fa uno che si sente osservato? Cerca di capire chi lo osserva. Così, sforzando la coda dell'occhio notai che mentre passavo, gli sguardi di tutti i clienti del supermercato si posavano sul contenuto del mio carrello, esaminandolo velocemente e commentandolo anche!
Incoraggiate da tale visione, le orecchie poi hanno cominciato a registrare qualche brano di conversazione fatta alle spalle, a volte anche in faccia, dato per scontato che un laowai mica pu? capire il cinese: "lo straniero ha comprato le uova"... "lo straniero mangia anche lui jiaozi", "ecco vedi che sono loro che comprano i tongxinfen" (la pasta) ... per non parlare dei commenti sull'igiene personale: "vedi che usano la carta a rotoli anche loro?", "guarda, anche gli stranieri si lavano col sapone nazionale", "te lo dicevo che quelli stranieri non sono poi così buoni", etc etc. Se poi nel vostro carrello si trovano le salse al peperoncino dell'alto Sichuan (usato come propellente per i razzi cinesi) di nonna Lao Gan Ma (sua foto in etichetta, tipo Ave Ninchi), allora l'apoteosi è al completo, "non ci posso credere, anche i naguonin si scorticano le budella" (naguonin: termine shanghainese per laowai).
La sensazione è irritante a dire poco perchè ti senti frugato nella dispensa, perquisito nelle mutande, osservato sotto la lente e mentre fai la doccia. Col tempo però mi è sopravvenuto lo spirito antropologo e ho cominciato a studiare gli studiosi... ormai sono alla fase Henri Levi e a volte, quando sono un pò scazzato e irritato dai nostri ospiti (capita...), sento il bisogno irrefrenabile di tirargli le orecchie amabilmente, così mi faccio seguire lungo le corsie come Steve McQueen in "Sulle strade della California" per poi lasciare il carrello da solo e allontanarmi. Si chiama "peer watching", non serve nascondersi in un capanno di paglia in mezzo a moscerini e lucertole, basta stare dietro gli scaffali delle corsie per vedere avvicinarsi singoli e gruppetti che ti seguivano prima e che ora possono esaminare l'UFO abbandonato in tranquillità. Li osservo mentre frugano liberamente dentro il MIO carrello prendendo in mano la roba e soppesandola come scrupolosi scienziati. Se fosse una trappola, quello sarebbe il momento buono per mollare il container da 20" e fare una lamina di curiosi, se...
Ma semplicemente esco dal mio nascondiglio per riprendere il comando dell'Enterprise, e allora si alzano rapidi in volo come stornelli urtandosi un pò goffamente se sono più di due e non rinunciando a guardare con la coda dell'occhio per vedere che cosa hai preso nel frattempo e stai per aggiungere al resto del bottino.
Per molti cinesi è inconcepibile che un laowai faccia spese dove vanno loro. Mica perchè non ci vogliono, è che sono convinti che noi siamo una razza aliena dalle abitudini insondabili e miliardaria, che vive di aria pura, beve evian e caca diamanti. Dovremmo comprare solo prodotti stranieri, viaggiare solamente in taxi, o in auto private con autista, fare spese solo al Plaza 66 e uscire carichi di pacchi di Gucci, Prada, Armani e Peppe Pelluso!
La colpa di tutto questo deve essere nell'educazione e nei luoghi comuni che affollano la mente dei cinesi, quando cammino capita che un bambino mi si pianti davanti e mi indichi come laowai davanti a suo padre o sua madre, che non fanno una piega, anzi due risate: "eh si figliolo, e questo è pure un esemplare in bici!" Purtroppo non capita solo coi bambini, cui qualcuno pure avrà insegnato che siamo mostri da circo, ma anche con adulti, un ciccione sotto casa mia quando mi passa a fianco mi apostrofa con un sonoro e gratuito: "LAOWAI". Più volte mi è venuto l'istinto di girarmi e dirgli "ZHONG-GUO-REN" (cinese) per fargli capire l'ovvia e stupida qualità delle sue affermazioni. Ma poi penso che è inutile e che farei la figura del razzista come un Borghezio qualunque nel migliore dei casi, o dell'idiota, come lui nel peggiore.
Tornando al supermarket, qualche giorno fa mentre puntavo alle casse guidando il mio carrello col braccio fuori penzoloni da bravo vacanziero, vedo un posto di blocco: una signora di mezza età grossa, con un paio di occhiali spessi come una doppiafinestra e una acconciatura da Marge Simpson stava piantata in mezzo. Mi fermo. Le stavo davanti col carrello e lei ci ha piantato dentro la testa guardando attentamente la MIA spesa. Io sono rimasto impassibile come davanti a un carabiniere che ti ferma sulla statale, lei alza la testa, mi guarda e mi fa un sorriso a 54 denti, non dice niente e se ne va soddisfatta...
"Ecco il ssuo libreddo e padente, la prozzima volta carichi meno robba cinese, però..."
"Certo appuntato, non mancherò, scusi tanto..."
Mi tornano alla mente Tristi Tropici di Levi e il Beagle di Darwin, e mi sento già meglio...