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Generale /
« il: 26 Settembre, 2006, 20:41:27 pm »
La cosa più interessante della missione di pace dell' ONU in Libano è che la Cina partecipa con 1.000 soldati.
Un po' di tempo fa gli Hezbollah libanesi (guerriglia, considerati da Israele e USA terroristi) avevano rapito 3 soldati dell'esercito di David (all'interno del territorio israeliano). Questo rapimento era stato il motivo che ha spinto Olmert a scatenare la guerra (non convenzionale: i soldati israeliani combattevano contro la guerriglia, non l'esercito regolare libanese). Subito parve chiaro a tutti la portata dei numerosissimi raid aerei israeliani: i vari F-15,F-16 colpivano infrastrutture libanesi, e in particolare la capitale Beirut, senza distruggere le rampe dei razzi Hezbollah che riuscivano a colpire impunemente (centinaia e centinaia al giorno) le città del nord dello stato ebraico.
Gli israeliani pensavano di sconfiggere in poco tempo i guerrieri libanesi, ma si sono sbagliati: si pu? dire che gli Hezbollah hanno vinto la guerra.
La missione di pace dell'ONU è stata approvata proprio per far cessare questo conflitto: il compito ufficiale dei caschi blu è quello di fare da forza di interposizione tra Israele e il Libano.
Il ruolo dell'Italia è rilevante: insieme alla Francia ha inviato il maggior numero di soldati ( a spese dei contribuenti italiani). Per ora la missione è comandata dai francesi, ma tra qualche mese ci sarà il cambio con gli italiani.

La decisione della Cina di partecipare alla missione è molto importante: vuole acquistare prestigio internazionale, e lo fa in un scenario mondiale importante.

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Generale / 500.000 alunni stranieri nelle scuole italiane
« il: 01 Settembre, 2006, 23:03:29 pm »
"Un'invasione islamica nelle scuole italiane? Si tratta di una leggenda che non trova riscontro nella realtà. Anzi, in Italia la presenza di alunni stranieri, anche se in crescita, è comunque molto inferiore a quella registrata nei principali Paesi europei. E' quanto emerge dai dati forniti dal ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni. A suo avviso, comunque, non si deve avere paura del fenomeno, perché "questa è la società del domani".

''Non c'è nessuna invasione islamica nelle scuole italiane''. Giuseppe Fioroni esclude categoricamente la tesi sostenuta da alcuni giornali negli ultimi giorni. Per avvalorare la sua posizione, il ministro rende nota una serie di dati sulla presenza di ragazzi di nazionalità straniera.

Nel 2005-'06 gli alunni non italiani erano 430mila, quest'anno saranno intorno ai 500mila, circa il 4,8% del totale degli studenti. Anche se il loro numero è in aumento, in ben sette Paesi europei, le percentuali sono di gran lunga superiori: tra questi, al primo posto c'è la Svizzera (23,6%), seguita dall'Inghilterra (15%), dai Paesi Bassi (16%) e dalla Germania (10%).

Straniero, inoltre, non significa islamico. Sui banchi delle nostre scuole ci sono ragazzi provenienti da 191 Paesi. Quelli musulmani sono circa 140mila, e cioè più o meno un terzo del totale.

Dal punto di vista numerico, gli alunni non italiani vengono soprattutto dall'Albania (69.374), dal Marocco (59.489) e dalla Romania (52.821). La crescita maggiore nelle presenze si è avuta soprattutto alle scuole superiori, con 80mila alunni figli di immigrati iscritti in particolare negli istituti tecnici e professionali.

La distribuzione degli studenti stranieri non è omogenea sul territorio nazionale. In Emilia-Romagna si registra una percentuale del 9,5% e in Lombardia, Veneto e Marche dell'8%. In Campania e Sicilia, invece, sono solo l'1%.

Il ministro della Pubblica Istruzione non vede comunque il fenomeno come un rischio. "Non bisogna avere paura ma investire perché questa è la società del domani - spiega - Nella scuola si gioca la scommessa su un modello italiano di integrazione: noi non seguiamo né quello dell'assimilazione francese né il multiculturalismo all'inglese". L'obiettivo, secondo Fioroni, deve essere un modello "realmente interculturale" che permetta la formazione di un "meticciato fecondo". La scuola, conclude, "deve assumersi il rischio educativo di formare la cittadinanza italiana ed europea"

http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni ... -dati.html

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Generale / Solo terrorismo mediatico?
« il: 29 Agosto, 2006, 20:54:01 pm »
Basta andare alla home page di repubblica.it o corriere.it: ogni giorno ci sono notizie di cronaca nera, riguardanti immigrati..stranieri che uccidono, stuprano, rapinano, massacrano mogli e figlie...
Io che sono straniero so cosa si prova nel sentire questo tipo di notizie..ci si sente "imbarazzati", in fondo siamo nella stessa condizione di immigrati!
Forse è l'educazione, forse è il carattere, ma fortunatamente noi cinesi siamo un po' più "tranquilli", meno aggressivi.
Detto questo vorrei avere una vostra opinione: è innegabile che (almeno sui giornali) i reati violenti sono commessi maggiormente da immigrati. Quello che sarebbe importante sapere è se sono i giornali che portano avanti sistematicamente questa specie di propaganda anti-straniero o se un fondo di verità c'è: è vero o no che la maggior parte dei reati violenti è commesso da cittadini immigrati? o semplicemente le notizie sono gonfiate?
Quello che si percepisce (tra forum, blog, ecc) è che queste notizie non fanno che aumentare la xenofobia degli italiani.

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Attualità / I salari cinesi aumentano
« il: 29 Agosto, 2006, 14:07:32 pm »
Citazione da: "repubblica.it"
Il primo settembre in tutta la provincia del Guangdong - la regione industrializzata che ha per capitale Canton, nel Sud della Cina - per decisione delle autorità il salario minimo legale aumenta del 20%. Anche a Pechino e Tianjin i minimi salgono con percentuali a due cifre. A Shanghai che già aveva i salari più alti della Cina scatta un aumento per legge del 9%. In alcune zone e settori industriali in pieno boom scarseggia la manodopera qualificata e i salari reali salgono ancora di più dei minimi legali

I salari cinesi crescono: il governo ha deciso di aumentare il salario minimo legale, di percentuali a due cifre. Si tratta di una svolta fondamentale, che avrà ripercussioni su tutto il mondo economico.
Un aumento dei salari cinesi non farà altro che rendere meno competitivi i prodotti cinesi. La stima di quanto saranno meno competitivi è ancora incerto, ma le previsioni dicono che l'impatto sarà grande.
A un primo giudizio sembrerebbe una cosa positiva per l'economia italiana, ma in realtà non è affatto così per diversi motivi:

Citazione
Primo: in questi anni la Cina vendendoci i suoi prodotti ci ha anche esportato "dis-inflazione". Offrendo bassi prezzi ai consumatori europei e americani, Pechino ha agevolato il mestiere delle nostre banche centrali: lo "sconto cinese" su computer, telefonini, abiti e scarpe ha tenuto bassa la nostra inflazione ben più di quanto avrebbero potuto fare le autorità monetarie manovrando i tassi d'interesse. In tutta l'Europa, per esempio, dal 1996 al 2005 l'inflazione importata è stata inferiore del 2% all'anno di quel che sarebbe stata senza il "made in China".
La seconda caratteristica singolare di questa globalizzazione è che da anni la Cina finanzia generosamente gli Stati Uniti perché investe in Buoni del Tesoro Usa i suoi immensi attivi commerciali. Anche qui non ci sono precedenti storici. In quel primo esperimento di globalizzazione che ebbe luogo nell'Ottocento quando l'Impero britannico era la superpotenza industriale e militare del momento, fu Londra a finanziare i paesi emergenti, non il contrario. Oggi la banca centrale cinese ha le più ricche riserve valutarie del mondo, mille miliardi di dollari, ed investendole negli Stati Uniti ha tenuto a galla finora la crescita americana.


Nell'immediato la conseguenza principale sarà un aumento del costo dei prodotti made in China (che non hanno alternative). Sarà il consumatore occidentale a perderci, mentre le industrie non ne beneficeranno, perchè ormai la produzione in alcuni settori,come tessile, informatica, si è stabilizzata in Cina.

Insomma, coloro che speravano in un aumento dei prezzi dei prodotti cinesi per trarne dei benefici saranno delusi: la conseguenza principale sarà, invece, un aumento dell'inflazione in Occidente. Ci? dimostra che chi trae maggiori benefici dal basso costo dei prodotti cinesi è il consumatore occidentale, non i cinesi. Sarebbe l'ora che certe crociate (anacronistiche) contro il made in China, condotte richiedendo a gran voce dazi e misure simili, terminassero.
Nel complesso il "made in China" fa bene all'economia occidentale!!!!

citazioni tratte da http://www.repubblica.it/2006/08/sezion ... pendi.html

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