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Attualità /
« il: 05 Luglio, 2007, 17:34:15 pm »
intanto giusto per precisare... non era mia intenzione avere informazioni sugli involtini per realizzare un delitto come le polpette sugli spaghetti..
era perchè un avolta ho visto rosolare l apasta di riso senza friggerla rendendola comunque croccante.. ;-)

per quel che riguarda l'integrazione direi che questa potrà avvenire nel momento che il voler integrarsi, ma io prefeirrei dire "mescolarsi", sia un processo spontaneo.
dico spontaneo per indicare quando la sura di paolo sarpi chiachiererà in cortile con la signora cinese, parlando magari dell'ultima puntata del loro telefilm preferito... forzo la mano sui luoghi comuni per rendere meglio l'esempio..
finchè saranno pochi e non del "popolo", le persone (sia cinesi che itlaiani) intenzionate ad avvicinarsi per dialogare, credo che ogni sforzo sarà vano.
tento peggio se i momenti di incontro siano solo per "interesse" verso aspetti della cultura dell'altro..
insomma non credo che funzioni se poi i motivi per cui due persone si frequentano si basa sullo scambio di informazioni delle rispettive culture..
la vera integrazione che io credo, è quella quando dalla finestra vedo un bambino italiano e uno cinese scorrazzano per le vie giocando e rincorrendosi. quella è vera integrazione.. spontanea e non proiettata verso una cultura, ma determinata per il solo motivo di essere un momento ricreativo ludico. i bambini giocano assieme proiettando su un comune obiettivo il motivo del loro stare assieme: giocare.
questo dovrebbe avvenire anche fra i grandi.
attraverso questa riflessione allora potremo, forse, porci una domanda..
che si abbiano obiettivi diversi? è questo il motivo della non integrazione?
quali potrebbero essere gli obiettivi comuni per cinesi e italiani? cosa hanno i ceti medi in comune? parlo di cose terra terra, come discutere al bar di calcio..
non trovo grandi punti comuni di interesse..
certo una cosa ho notato e forse pu? essere di spunto..
conoscendo persone di altre comunità (est- europa, africa..), ho sempre compreso che il loro desiderio numero uno era quello di essere italiano.
Ma non italiano in termini giuridici; voler essere italiano nel vivere da italiano, di frequentare spazi, persone e situazioni italiane. non di vivere ai margini di unitalianità. il loro desiderio è di poter avere qui una famiglia (portarla o crearla) di mandar ei figli a scuola e di essere il più possibile integrato il che significa, e qui qualcuno torcerà il naso, il più possibile italiano. essere italiano mantenedo la propria identità. insomma queste persone vogliono fondersi al substrato e diventarne parte integrale, indistinguibile. è lo stesso per la parte maggiore dei cinesi in italia?
a volte devo dire che la sensazione passeggiando per il mio quartiere è quella di sentirmi un "organismo ospitante" e mi chiedo:  i cinesi sono qui, perchè questo territorio è fertile e di fatto si vive in una sgangherata democrazia che per quanto sia non è un regime e possono trovare situazioni economiche migliori per espandersi economicamente e demograficamente? oppure sono qui perchè amano questo luogo e noi itlaiani? ovvia la risposta...se fossero stati bene al paese loro col cavolo che ci venivano qui..
ma allora cosa fare?
forse si tratta di aspettare che le seconde e forse più le terze generazioni, ormai svuotate dei motivi che hanno portato qui i loro genitori/nonni vivranno in modo "naturlmente" integrato in quanto la loro realtà sarà quella italiana e ben poco cinese. insomma come le terze generazioni di italiani in USA, continuano a sentirsi itlaiani, ma di italiano hanno ben poco e sono americani in tutto e per tutto, se non di più..

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Attualità /
« il: 27 Giugno, 2007, 18:37:00 pm »
intanto mi auguro che il china festival sia andato al meglio..purtroppo io non ero nei paraggi in quel fine settimana..ed è stata una vera sfortuna visto che di manifestazioni del genere e momenti di possibili incontri sono così rari..
leggendo i vari post, e non solo quelli di questa discussione, capisco le difficoltà del dialogare.. è vero siamo due civiltà così antiche e lontane e non solo geograficamente che certo una generazione è forse poco..
però a differenza di altri esempi di convivenza, credo che il problema sia almeno da parte degli italiani (ed ovviamentenon considero gli scocchi i leghisti e quant'altro ) un problema non tanto di convivenza fra culture diverse, ma di convivenza "civile" all'interno di un spazio comune e pubblico quale un quartiere.
comprendo i diversi usi e costumi, ma trovo che il fastidio che la popolazione italiana del quartiere lamenta è il non comune senso civico che ha portato di riflesso ad una profonda indolenza, che sfocia poi nell'intolleranza per il cittadino cinese..
faccio un esempio banale..
ogni santo giorno nel quartiere arrivano questi benedetti camioncini abusivi che vendono frutta e verdura.. di sicuro chi vive qui sa di cosa parlo e spero che sia d'accordo col fatto che non è piacevole ogni santo giorno doversi sorbire un megafano ad alto volume urlare fesserie in napoletano per attirare l'attenzione..
ora fino qui, anche se vorrei ricordare che la vendita senza regolare permesso e scontrino è un atto illegale, potrebbe anche non esserci nulla di male...certo il baccano non lo sottovaluterei..comunque.. perchè i maggiori se non totali acquirenti sono i cinesi del quartiere? perchè non capiscono che della frutta venduta a prezzi stracciati è sinonimo o di cattiva qulità e/o del fatto che è unattività illegale?? perchè diventare complici di tali personaggi? cosa peggiore è che alimentando questo mercato, tali camioncini tornano ogni giorno, e cosa assai grave, usano le vie del quartiere come discarica delle cassette e del reso della loro spazzatura.. e questo non è ne bello ne piacevole..
questo era un esempio per far capire come di riflesso poi le persone si incattiviscono a buon ragione ma per cause riflesse..
e ci tengo a sottolineare che questo non è una lamentela nei confronti di cinesi perchè cinesi, è una lamentela nei confronti di venditori abusivi italiani e di maleducazione..
voi non potete immaginare quanto mi scocci che questi maleducati siano italiani, pretendiamo ordine e poi siamo i primi a fare disordine..
come si pu? chiedere qualcosa dando il cattivo esempio?
e questo per sottolineare che la maleducazione non ha razza, a differnza di alcuni che lo pensano!
purtroppo ci sono una serie infinita di scemenze del genere che creano enormi attriti.
unaltro motivo secondo me che rende la questione spinosa è proprio evidenziata dal discorso fatto da Lipo.
senza volerlo, immagino, ha messo l'accento sul fatto che i punti di contatto fra cinesi e italiani è nel momento del commercio..
agli italiani, che voglion sempre essere furbi... ogni italiano crede sempre di essere più furbo dell'altro...ecco perchè ci troviamo come ci troviamo economicamente rispetto ad altri paesi europei, non pare verò di poter trovare affari così convenienti..
ma a scapito molto spesso delle regole..
i grossisiti della zona fanno grandi affari perchè vivono in parte di situazioni illegali..
io compro spesso in negozi grossisti che non potrebbero vendere al dettaglio e che non emettono regolare scontrino, lo fanno in molti e lo sanno tutti..
ovviamente se c'e' un venditore, c'e' anche un compratore.. e sappiamo bene che chi compra merce spesso contraffatta non è di certo un cinese ma quasi sempre un italiano..che si riempie il suo furgone per poi vendere chissà dove a prezzi ben più alti..tutti pronti a dare addosso ai cinesi, ma ben contenti di farci affari..
penso che la gente sarebbe anche disposta a tollerare le diverse abitudini culturali, ma di sicuro non è disposta a soccombere sulle cattive abitutdini altrui.. per esempio posso anche capire che sputare fa parte di una concezione culturale della salute e del purificarsi le vie respiratorie ma di sicuro non posso tollerare di vedere case per appuntamento alla luce del giorno con prostitute che non fanno neanche il minimo per non dare nell'occhio.. come fai a tollerare tale illegalità?? credo siano questi i motivi che spingono le persone a non avvicinarsi per conoscersi, perchè purtroppo quei pochi/molti, io non so, che si comportano male diventano rappresentanti anche per quelli che si comportano bene.
l'esempio più semplice è pensare agli italiani emigrati in america.. di sicuro non tutti erano mafiosi, ma vengono ricordati e considerati tutti dei mafiosi..è la triste realtà di un percorso mentale errato ma che purtroppo si sviluppa in questi termini.
è difficile, è davvero difficile. io dal canto mio spero che i grossisti possano spostarsi dal quartiere in modo tale che gli abitanti non avendo più di che lamentarsi, possano iniziare un percorso di convivenza e conoscenza che porterà spero ad una maggiore e migliore integrazione. ora con i grossisti penso non sia possibile.. nell'animo degli abitanti del quartiere penso che la sensazione sia molto simile al sentirsi invasi a casa propria da persone che sono totalmente disinteressate del tenere in ordine un quartiere e renderlo piacevole per viverlo, ma che invece si preoccupano unicamente dei loro interessi e del lavorare dalla mattina alla sera per comprarsi auto da 50mila euro a scapito del quartiere e di chi lo vive.
Domanda tecnica.. ma è possibile fare gli involtini di verdure, senza figgerli ma rendendo la superfice croccante solo passandoli nella padella con un filo d'olio??

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Attualità /
« il: 22 Giugno, 2007, 19:56:40 pm »
no, per carità non volevo dire che tutta la comunità arreca fastidio al quartiere, anzi!!
volevo dire che la parte che crea problemi è quella che poi incarna nell'immaginario collettivo dell'abitante medio (italiano) del quartiere il prototipo di cinese...e purtroppo in questo caso sono sempre giovani, immagino e forse sbaglio, di seconda generazione molto arroganti e maleducati..
e questo purtroppo danneggia l'intera comunità.
la mia perplessità più forte è nella marcata sensazione che ho sempre quando provo a creare una anche minima forma di relazione con i cinesi della zona, anche solo fosse durante un'acquisto..tipo una frase cortese, una battuta.. vengo sempre guardato con diffidenza e poco interesse ed educato distacco.. insomma, se vivo qui e utilizzo i loro servizi, vorrà anche dire che non li disprezzo affatto..allora perchè trattarmi sempre come un potnziale nemico?

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Attualità / chi rimarrà in paolo sarpi?
« il: 22 Giugno, 2007, 14:42:53 pm »
mi presento..
vivo in paolo sarpi e sono italiano.
Mi piace vivere in paolo sarpi.
Vorrei vivere meglio e vorrei che lo volessero tutti gli abitanti
di questo quartiere.
purtroppo sia da una parte che dall'altra ci sono persone ignoranti, maleducate e poco civili..
ma queste lasciamole perdere, sono speranzoso che nel tempo vadano progressivamente sparendo e che il quartiere possa vivere una nuova rinascita facendo della diversità la sua ricchezza.
scrivo perchè da quando son stati presi i provvedimenti affinchè il sistema dell'ingrosso si sposti in aree più consone, mi interrogo su cosa faranno tutti gli altri abitanti cinesi..
si sposterà tutta la comunità in massa?
mi chiedo questo perchè mi piacerebbe sapere se questo quartiere e questa comunità si è formata e si mantiene in funzione di motivazioni prettamente economiche (esempio: ho qui l'attività pertanto mi è comodo vivere qui) oppure è una comunita che vuole rimanere tale e ama vivere in questo quartiere. purtroppo immagino che nell'eventualità che la comunità si sposti in una zona differente per seguire le attivita di commercio, quella zona molto probabilmente s enon inevitabilmente sarà destinata a diventare con forti rischi una sorta di ghetto. e mi chiedo ma i cinesi di paolo sarpi vogliono il ghetto? prefriscono vivere per conto loro? oppure tengono e sono interesati all'integrazione? spostando il commercio altrove, le motivazioni per rimanere nel quartiere, mi piacerebbe fossero proprio per integrarsi e vivere assieme..ma sarà poi così?
Mi piacerebbe conoscere il futuro del quartiere, e sopratutto mi piacerebbe conoscere le idee di chi vive qui; purtroppo da quando sono venuto a vivere in questo quartiere, mi è stato veramente impossibile creare dei rapporti umani con i cinesi che vi abitano. capisco i problemi che hanno le prime generazioni, ma ho anche l'impresisone che non vi sia un reale desiderio di integrarsi, forse per paura del diverso, forse per interessi strettamente legati al fare business fatto stà che le prime generazioni non si sono e non si integrano con glia altri abitanti del quartiere. Di sicuro ci saranno casi in cui questo è avvenuto, ma certo non sono tanti da poter dire il contrario di quello che affermo.
La cosa che mi dispiace è invece che le seconde generazioni non mi sembra stiano lavorando nella direzione dell'integrazione, almeno non in questo quartiere. in tutto il tempo che sono qui, ho visto veramente poche volte coppie miste e mai visto uscire giovani assieme? perchè? cosa è che impedisce questo? quali possono essere i motivi? tengo a sottolineare che non prendo in considerazione, almeno dalla "mia" parte, quelli italiani con mentalità ristretta e arretrata e forse anche razzista, anche se razzista questi poverini neanche sanno cosa vuol dire a causa della loro ignoranza; mi riferisco a tutte quelle persone come me che sarebbero ben disposte a incontrare altre realtà culturali o comunque che non avrebbero nessun problema ad uscire con persone non italiane. ma dall'altra parte della barricata cosa succede? eppure li sento i giovani parlare...fra di loro molto e moltro spesso parlano in italiano..non vi è un gap di lingua.. perchè allora la comunità cinese continua a rimanere separata? manifestazioni come il film festival di questa settimana, mi sembrano un bel momento per trovarsi e conoscersi.. ma dove sono di solito le persone che ne quartiere desiderano questo? dove sono questi giovani? mi sono anche chiesto se per caso i cinesi che desidererebbero incontrarsi con italiani hanno timore di non essere ben visti dalla comunità cinese e quindi siano restii nel farlo.. non so, mi riesce difficile capire. io non frequento luoghi di massa dove magari c'e' della gente che ha preconcetti nei confronti della comuinità cinese; eppure neanche lì ho la possibilità di incontrane..dove vanno? dove si ritrovano? non posso credere che tuti i giovani del quartiere si rinchiudano in quelle 4 bische malfamate e in quei locali dove sistematicamente si finisce per essere ubriachi con matematica conseguente rissa notturna. purtroppo quello che un italiano pu? constatare oggi dei giovani di questo quartiere è che fanno molto rumore di notte, svegliano tutti, tengono la musica sempre ad alto volume in auto e spesso si piacchiano e danno vita a violente risse in strada noncuranti di chi è loro intorno come se il quartiere fosse nelle loro mani. mi dispiace doverlo ammettere ma queste cose sono all'ordine del giorno e per quanti teppistelli italiani ci siano questo comunque avviene sempre e solo fra cinesi.
capisco poi anche i discorsi cretini che possaono fare gli italiani del quartiere.. se quello è l'unico esempio che hanno, per loro è faicle poi parlare male dei cinesi..
ma gli altri dove sono?
e quando i grossisti andranno via, andranno via anche le bische e i cinesi bulli e violenti? oppure rimarranno qui? oppure andranno via e rimaranno solo i cinesi con cui poter sviluppare qualcosa di bello nel quartiere?
oppure l'intera comunità se ne andrà tutta, buoni e cattivi?
ultima cosa e poi mi fermo..
è veramente una sensazione brutta sentirsi trasparente agli occhi di giovani della mia età. io penso di essere una persona di natura curiosa e aperta.. osservo, guardo, mi incuriosiscono le diversità, provo a creare un minimo di relazione, eppure vedo che quando guardo un mio o una mia coetanea con gli occhi a mandorla, questi neanche mi vede o se mi vede fa finta io sia un fantasma, non esista. questo mi riempie di amarezza e mi frena nel tentare anche il più tiepido tentativo di conoscenza.
aspetto pareri.
saluti!

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