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« il: 11 Ottobre, 2007, 07:46:49 am »
eh, sono qui di nuovo, dopo un silenzio durato mesi. Mi scuso se non mi sono fatto vivo per cosi' lungo tempo ("e chi ne sentiva la mancanza?".. sento dire da qualcuno ), ma sono successe tante di quelle cose che riassumerle in breve e' arduo.
Allora, facciamo un rapido excursus. Si parte dalle notizie buone, quelle cattive o quelle cosi' cosi'? Beh, partiamo da quelle cattive, da pessimista che sono.
Il mio amico non ce l'ha fatta. Un giorno di meta' agosto non se l'era piu' sentita di vivere, ed e' andato. Era una bella giornata, forse un po' calda ed eravamo li attorno a lui. Avete mai letto il Fedone, in particolare il passo in cui viene descritta la morte di Socrate? beh una cosa cosi'. Sapevo che non ce la poteva fare, e anche lui lo sapeva, ma alla fine ha cercato di consolarci. Non e' che sia morto per sempre. Abbiamo sempre i suoi ricordi e forse anche qualche insegnamento. Insegnamento si, vissione e comprensione della vita vista dal ragazzo giovane che era. E SO che lui non e' morto, forse il corpo fisico non e' piu' qui, ma lui esiste ancora, ed esiste ancora nei bar che abbiamo visitato insieme, nelle strade che abbiamo camminato insieme, nei libri che abbiamo letto insieme, nei momenti -grandi o piccoli, belli o brutti- che abbiamo passato insieme. Quindi, l'essenza, lo spirito, il ricordo non e' morto insieme al coirpo fisico, e se davvero abbiamo imparato qualcosa da lui, o se siamo stati in grado di insegnare qualcosa a lui, allora tutto cio' che abbiamo creato non e' stato inutile e passeggero. Qualcosa e' rimasto, l'essenza e' rimasta, e lui vive ancora nell'essenza delle cose che abiamo creato. Forse non molte, a causa del poco tempo, o forse piu' di quelle che penso perche' SO che saranno sempre parte di me, e della mia vita, e se un giorno potro' trasmettere queste cose ad altre persone, allora il suo ricordo, il suo spirito si protrarra' ancora e verra' trasmesso ad altre persone.
Quello che e' avvenuto e' stato soltanto un cambiamento di materia, un passaggio fisico -che si' dispiace- ma che non va visto come una cosa terribile o paurosa. Un semplice arrivederci, ci vediamo da qualche altra parte.
Quindi in se', non una cosa triste, anche se il senso di nostalgia (di lontananza) rimane.
Per cio' che mi ha insegnato, per cio' che abbiamo condiviso, vorrei che lui fosse felice dovunque egli sia.
Altre cose un po' tristi... beh, no, vai, saltiamo a quelle meno tristi e poi ci tornero' sopra dopo...
Evento dell'anno, anche se inferiore alle aspettative, il concerto dei Napalm Death in Cina. Ci abbiamo lavorato per 6 mesi, e alla fine, dal 14 al 16 settembre, ce l'abbiamo fatta. la prima volta che una band estrema suona in Cina. Vi risparmio le rotture di scatole che abbiamo avuto con la censura. Dapprima hanno proibito assolutamente il concerto in quanto i testi delle canzoni parlavano di liberta' democrazia, uguaglianza, lotta al potere, lotta contro il capitalismo, lotrta contro l'industrializzazione selvaggia e altre amenita' del genere. Tutte cose MORALMENTE inaccettabili dal governo cinese che vuole mantenere lo status quo ad ogni costo. Anzi, abbiamo quasi rischiato la galera (il mio amico cinese) e l'espulsione dalla Cina (io) per aver soltanto osato di farli suonare qui.
Alla fine, corrompendo dei funzionari cinesi (leggi: pagandogli di nascosto una ingente somma di denaro) siamo riusciti ad ottenere il permesso. Come dire: il denaro riesce a comprare ogni valore e principio, pur "sbagliato" che sia. E questo riflette in parte la nuova realta' cinese. Purtroppo, oserei dire. Se fossi stato un radicale o un integralista tout court, avrei mollato subito pur di non scendere a compromessi col governo. Ma alla fine era il concerto che ci interessava di piu, e affanculo il governo e i principi, si voleva fare questo concerto e l'abbiamo fatto.
Il concerto e' stato eccellente, ma purtroppo ci sono state meno persone del previsto. Forse perche' questo genere di musica non e' popolare qui in Cina (In Giappone hanno suonato davanti a 9000 persone, in Thailandia e in Malesia hanno suonato davanti a 5000 persone.. e la scena metal laggiu' e' nata esattamente nello stesso periodo che in Cina). Forse perche' il biglietto era troppo caro (circa 20 euro) e molti cinesi (99% studenti) non potevano certo permetterselo. O forse chissa' cosa... Certo e' che fino al giorno prima avevamo ricevuto migliaia di messaggi, sms, email, trelefonate da parte di ragazzi entusiasti che sarebbero venuti. Poi, chissa' perche', se ne sono presentati soltanto un quinto di quelli che dovevano effettivamente venire. Bah...
Nonostante tutto, e nonostante le rotture di scatole da parte della polizia e dei locali che hanno ospitato i concerti, e' stata una bella esperienza, soprattutto a Shenzhen dove hanno suonato in un Jazz bar davanti a un pubblico esterrefatto che non si aspettava certamnente un casino infernale del genere. Il concerto a Shanghai e' stato il meglio, a causa anche della maggiore apertura mentale dei cinesi di laggiu' molto piu' aperti alle innovazioni e alle influenze straniere.
Il concerto di Pechino (considerata la capitale del rock e del metal cinese) e' stato un mezzo fiasco: poca gente (il 50% del pubblico era straniero), poco entusiasmo, le band cinesi di supporto che se la tiravano come se fossero delle rock star, e una totale inefficenza tecnica da parte dei tecnici del suono. Nonostante il suono terribile (il tecnico del suono era un totale incapace) il concerto e' stato bello e brutale. Dopo il concerto ho fatto amicizia con diversi cinesi, qualcuno con evidenti disturbi mentali ( :lol: ) ma gente in gambissima. Fatto sta che abbiamo bevuto, fumato, cazzeggiato e girovagato fino alla mattina successiva. Nonostante tutto, un'esperienza che ci e' costato soldi (ci abbiamo rimesso quasi 20,000 RMB) tempo, fatica, ma che ci ha regalato un bel concerto, nuovi amici (c'erano anche una quindicina di italiani) nuove esperienze e altre belle cose. Nonostante i lati negativi (poca gente) chi c'e' stato s'e' divertito un sacco.
Altre notizie buone: il Bar Together non verra' demolito. O meglio, non ancora. Sembra che la comunita' in cui sorge, si sia ribellata (tramite annunci, articoli, passaparola, messaggi ecc.) alle decisioni del governo locale di creare una nuova zona consumistica, relegando la gente che abita li nelle periferie piu' estreme. Per una volta, il popolo, cioe' le persone povere, semplici, umili, che hanno passato una vita lavorando li, hanno vinto. E questa e' una vittoria di tutti noi, cinesi, stranieri. Una vittoria del popolo vero, che dice "no" al consumismo sfrenato.
Spero che sia cosi' davvero, ora siamo orgogliosi, ma non si sa mai cosa puo' succedere. Purtroppo il capitalismo e' inarrestabile e insaziabile. Vincere una battaglia oggi non significa vincere una guerra.
E a questo punto mi (ci) domando: e' giusto conservare questa zona "povera", umile, e fermare l'avanzata capitalistica, o e' meglio non fermare il progresso per far si che piu' denaro venga prodotto in Cina (a scapito degli strati sociali meno abbienti)? Da straniero propendo alla prima risposta: il denaro non e' sicuramente un fine da raggiungere ad ogni costo, o l'unico traguardo nella vita. Ma qui sono in Cina, e ho appreso come la quasi totalita' la pensa diversamente. E' meglio quindi cancellare questa "macchia" di poverta' per mostrare al mondo che il denaro e' felicita', progresso, bella vita e la massima ambizione in vita.
Chissa', forse dovrei adattarmi anche io a questa visione. Chisa' perche' non ci riesco.
Altre cose belle (col beneficio del dubbio) e' che Pechino sta trasformandosi letteralmente. bello perche' tutto sta diventando moderno. Pochi giorni fa hanmno inaugurato la nuova linea della metro ed e' bella architettonicamente, stilisticamente e funzionalmente. Stanno costruendo il nuovo palazzo della CCTV e dai progetti sembra una cosa avveniristica. Stanno distruggendo i vecchi quartieri per creare nuovi e moderni (occidentalizzati) insediamenti. Ma alla fine Pechino e' diventata una citta'; senza anima, senza storia, senza sentimento. Non esiste piu' la vecchia Pechino, se non qualche monumento sparso. Anche le vechie hutong sono soltanto moderne imitazioni del passato. Tutto sembra artificiale, creato ad hoc per gli occhi del turista o per le nuove ricche generazioni che vogliono assaporare -come un normale turista- un'idea, un'apparenza del passato. Una citta' modellata sulle tasche dei ricchi, come un'abito di lusso, ma che rimane esclusivo, artificiale, e non pregno di umanita', calore. Non intessuto da relazioni umane, da storie, da Storia, da emozioni. Una citta' piena di vita, ma e' una vita artefatta, come se fosse un enorme palcoscenico dove la gente recita la parte del businessman, del giovane yuppie di successo, del ragazzo moderno e occidentalizzato, che ha perso la sua identita' cinese per assumere un'ibrida immagine occidentalizzata. Un moderno colonialismo. L'occidente ha vinto ancora, rimuovendo le caratteristiche autoctone e rimpiazzandole con plastiche imitazioni "americane" (spesso di grana grossa o di fattura grossolana).
Al di fuori di questa area di elite, un'area esclusiva dove soltanto il denaro e' in grado di comprare il biglietto di accesso, esiste ancora il submondo popolare, un altro pianeta. Comunque, in se', e per i cinesi, un simbolo di progresso e potenza -magari non per tutti-, di cui andarne fieri.
Altra cosa buona: dopo aver passato 3 anni in sistemazioni di fortuna sono finalmente riuscito ad affittare un appartamento moderno, ovviamente lontano dalla citta' a causa dei prezzi proibitivi degli affitti. A Pechino gli affitti e i prezzi delle case sono diventati esorbitanti, e il loro valore va ben oltre il vaolre reale. Si pagano cifre esorbitanti per camere che sono di infima qualita'. In pochi mesi, il costo degli affitti e' aumentato dal 100 al 700%.
Comunque sono riuscito a trovare una casa, a circa 30 km da pechino, ed e' comoda, economica (anche se da gennaio prossimo mi raddoppieranno l'affitto. Le olimpiadi, you know...). La zona dove sto e' ricca di verde, tranquilla, con poco traffico, e la gente, forse perche' lontana dal centro, molto piu' cordiale e amichevole. Nonostante nessuno parli inglese, non ho problemi. C'e' sempre qualcuno che mi invita a cena o per un drink. Io, poi, da bastardo, me ne approfitto della loro benevolenza e spesso eccedo, ma poi alla fine ricambio le loro gentilezze anche in maniera esagerata. Ma alla fine cio' che conta e' che riesco a farmi nuovi amici, e chissenefrega del resto.
Altra notiziona: lavoro. Dopo aver lavorato per 15 (!!!) scuole diverse a Pechino City, sono riuscito a trovare un lavoro stabile (si spera...) all'Universita' di Langfang, a circa 60 km da Pechino. A Pechino era un dilemma trovare lavoro: scuole che promettono mari e monti, ma che in realta' non mantengono mai cio' che promettono, contratti di lavoro falsi (la parola "contratto di lavoro" qui ha un significato virtuale...), pagamenti spesso inesistenti, condizioni di lavoro pessime ecc. Finalmente ho un lavoro buono (12,000 RMB al mese non sono male) all'Universita' e cio' che conta e' che ho fatto amicizia con molti studenti. Questa universita' (da dove sto tra l'altro digitando questo messaggio) non e' certo il massimo: in Cina esiste un forte "razzismo" studentesco. Gli studenti provenienti da universita' scarse o poco famose non hanno assulta possibilita' di accedere alle migliori universita'. Altresi' gli studenti provenienti da famiglie "povere", vedono il loro sogno di accedere alle migliori facolta' frustrato, per cui molti di essi vengono dirottati in queste universita' "di seconda mano", meno buone, meno pregiate, meno specializzate, meno confortevoli.
Studiare bene in Cina e' un lusso per pochi. Dpende dai $$$, dipende dal luogo di nascita, dipende dalle condizioni sociali ed economiche delle famiglie. Quindi, lo studiare bene non e' certo un bene equalitario per tutti. Mi dispiace vedere studenti brillanti relegati in queste universita' di seconda mano. Se avessero avuto la possibilita' di studiare in una buona universita' di pechino sarebbero diventati sicuramente dei professionisti in gamba. Se fossero nati in questa provincia invece di quest'altra, se i loro genitori fossero stati professionisti invece che muratori, se avessero studiato in questa scuola superiore invece che in quest'altra.. troppi "se"... Meglio lasciare stare. Ma se...
Il lavoro comunque e' sempre un'utopia qui a Pechino. Il 99% degli studenti sogna di lavorare all'estero, con la convizione che un diploma in mano gli puo' aprire tutte le porte. Purtroppo molti hanno una visione troppo paradisiaca e perfetta dell'Occidente. Il futuro e' qui in Cina ma per molti non sembra sia cosi'. Ci sono enormi potenziali qui, ma molti giovani sembrano non curarsene molto. Certo, chi decide di stare qui, ottiene spesso un lavoro frustrante, con stipendi miserabili e spesso pagati molto al di sotto del loro effettivo merito e tutto cio' contribuisce a
diffondere un'immagine negativa del lavorare in Cina. Ma non esiste soltanto Pechino, Shanghai e Guangzhou. Ci sono molte altre citta' dove le potenzialita' sono enormi. Basta usare il cervello. E molti cinesi hanno cervello, anche se, viziati in tutto e per tutto dalle famiglie, sono spesso incapaci di intraprendere una via autonoma dopo la scuola.
Qualcuno ci riesce, ed e' per questo che cerco di puntare a questi esempi per i miei studenti. Voglio che loro diventino il meglio, e che possano andare fieri del loro -strano ma interessante- paese.
Comunque, come ho detto, la Cina non e' soltanto Pechino. Ho paura che a stare qui per lungo tempo, la mia visione globale della Cina risulti distorta. Pechino e' una citta' maledetta. Il controllo poliziesco sugli stranieri sta diventando insopportabiule. La brutalita', la maleducazione e i sistemi da regime fascista della polizia locale raggiunge limiti estremi. Ogni settimana la polizia irrompe nelle case degli stranieri (soprattutto quelli che abitano in periferia) per controllare minuziosamente tutto. Inutile far loro domande perche' o rischi le botte, o rischi qualche bell'insulto da parte degli ufficiali. Strano, ho sempre pensato che la polizia sia al servizio del cittadino, ma sembra che qui serva soltanto per tenere il cittadino -straniero- sotto guardia e in stato di perenne timore. Paura, ecco cio' che la polizia locale infonde. Non protezione o senso di difesa. Soltanto paura, timore, ostilita'.
Nonostante tutto, hgo deciso di lasciare Pechino. Non ora, ma a Luglio 2008. Le pressioni sociali stanno diventando enormi, e dopo le olimpiadi, tutto peggiorera'. Non e' una novita' che dopo le olimpiadi tutta questa eccitazione, frenesia, affari, giro di denaro ecc. diminuira' drasticamente. E la citta' di pechino diventera' invivibile a causa della perdita di questo momento d'oro. Gia' molti stranieri stanno lasciando la citta' con la bocca piena di "fuck Beijing".
La Cina e' bella, ci sono molte belle cose nel sud e in altre parti. le persone sono piu'; cordiali, umane, lontane dalla frenesia capitalistica. Esiste ancora la cultura, la storia, le tradizioni, che la gente segue ancora e che rispetta fedelmente. A Pechino tutto e' morto, cancellato dal progresso. Le persone sono diventate snob, sofisticate, spesso egoiste con questo atteggiamento di vanagloria e superiorita' insopportabile.
Ma il sud o le parti centrali sono ancora semplici, affettuose e capaci di apprezzare valori semplici e umani. Amo il sud e i cinesi del sud. Non a caso i miei migliori amici vengono dal sud, e sono loro che mi aiutano e mi fanno compagnia in ogni momento.
E poi nel sud c'e' molta piu' natura, paesaggi belli. E quindi, da Luglio, giu' nel Sud, dove trovero' la VERA Cina, i veri cinesi, capaci di sorridere e di essere semplici. I veri cinesi capaci di dare e ricevere amicizia ,magari con quel pizzico di innocenza quasi infantilesca che rende le persone amabili e capaci di essere perdonatre ed accettate anche se commettono qualche piccolo errore.
Non a caso LUI era del sud...
Non a caso, LUI mi ha insegnato cio' che il denaro non potra' insegnarmi.
Non a caso LUI era e rappresentava la Cina vera, cio' che ho sempre pensato di come il popolo cinese e'.
A dopo,
F
Allora, facciamo un rapido excursus. Si parte dalle notizie buone, quelle cattive o quelle cosi' cosi'? Beh, partiamo da quelle cattive, da pessimista che sono.
Il mio amico non ce l'ha fatta. Un giorno di meta' agosto non se l'era piu' sentita di vivere, ed e' andato. Era una bella giornata, forse un po' calda ed eravamo li attorno a lui. Avete mai letto il Fedone, in particolare il passo in cui viene descritta la morte di Socrate? beh una cosa cosi'. Sapevo che non ce la poteva fare, e anche lui lo sapeva, ma alla fine ha cercato di consolarci. Non e' che sia morto per sempre. Abbiamo sempre i suoi ricordi e forse anche qualche insegnamento. Insegnamento si, vissione e comprensione della vita vista dal ragazzo giovane che era. E SO che lui non e' morto, forse il corpo fisico non e' piu' qui, ma lui esiste ancora, ed esiste ancora nei bar che abbiamo visitato insieme, nelle strade che abbiamo camminato insieme, nei libri che abbiamo letto insieme, nei momenti -grandi o piccoli, belli o brutti- che abbiamo passato insieme. Quindi, l'essenza, lo spirito, il ricordo non e' morto insieme al coirpo fisico, e se davvero abbiamo imparato qualcosa da lui, o se siamo stati in grado di insegnare qualcosa a lui, allora tutto cio' che abbiamo creato non e' stato inutile e passeggero. Qualcosa e' rimasto, l'essenza e' rimasta, e lui vive ancora nell'essenza delle cose che abiamo creato. Forse non molte, a causa del poco tempo, o forse piu' di quelle che penso perche' SO che saranno sempre parte di me, e della mia vita, e se un giorno potro' trasmettere queste cose ad altre persone, allora il suo ricordo, il suo spirito si protrarra' ancora e verra' trasmesso ad altre persone.
Quello che e' avvenuto e' stato soltanto un cambiamento di materia, un passaggio fisico -che si' dispiace- ma che non va visto come una cosa terribile o paurosa. Un semplice arrivederci, ci vediamo da qualche altra parte.
Quindi in se', non una cosa triste, anche se il senso di nostalgia (di lontananza) rimane.
Per cio' che mi ha insegnato, per cio' che abbiamo condiviso, vorrei che lui fosse felice dovunque egli sia.
Altre cose un po' tristi... beh, no, vai, saltiamo a quelle meno tristi e poi ci tornero' sopra dopo...
Evento dell'anno, anche se inferiore alle aspettative, il concerto dei Napalm Death in Cina. Ci abbiamo lavorato per 6 mesi, e alla fine, dal 14 al 16 settembre, ce l'abbiamo fatta. la prima volta che una band estrema suona in Cina. Vi risparmio le rotture di scatole che abbiamo avuto con la censura. Dapprima hanno proibito assolutamente il concerto in quanto i testi delle canzoni parlavano di liberta' democrazia, uguaglianza, lotta al potere, lotta contro il capitalismo, lotrta contro l'industrializzazione selvaggia e altre amenita' del genere. Tutte cose MORALMENTE inaccettabili dal governo cinese che vuole mantenere lo status quo ad ogni costo. Anzi, abbiamo quasi rischiato la galera (il mio amico cinese) e l'espulsione dalla Cina (io) per aver soltanto osato di farli suonare qui.
Alla fine, corrompendo dei funzionari cinesi (leggi: pagandogli di nascosto una ingente somma di denaro) siamo riusciti ad ottenere il permesso. Come dire: il denaro riesce a comprare ogni valore e principio, pur "sbagliato" che sia. E questo riflette in parte la nuova realta' cinese. Purtroppo, oserei dire. Se fossi stato un radicale o un integralista tout court, avrei mollato subito pur di non scendere a compromessi col governo. Ma alla fine era il concerto che ci interessava di piu, e affanculo il governo e i principi, si voleva fare questo concerto e l'abbiamo fatto.
Il concerto e' stato eccellente, ma purtroppo ci sono state meno persone del previsto. Forse perche' questo genere di musica non e' popolare qui in Cina (In Giappone hanno suonato davanti a 9000 persone, in Thailandia e in Malesia hanno suonato davanti a 5000 persone.. e la scena metal laggiu' e' nata esattamente nello stesso periodo che in Cina). Forse perche' il biglietto era troppo caro (circa 20 euro) e molti cinesi (99% studenti) non potevano certo permetterselo. O forse chissa' cosa... Certo e' che fino al giorno prima avevamo ricevuto migliaia di messaggi, sms, email, trelefonate da parte di ragazzi entusiasti che sarebbero venuti. Poi, chissa' perche', se ne sono presentati soltanto un quinto di quelli che dovevano effettivamente venire. Bah...
Nonostante tutto, e nonostante le rotture di scatole da parte della polizia e dei locali che hanno ospitato i concerti, e' stata una bella esperienza, soprattutto a Shenzhen dove hanno suonato in un Jazz bar davanti a un pubblico esterrefatto che non si aspettava certamnente un casino infernale del genere. Il concerto a Shanghai e' stato il meglio, a causa anche della maggiore apertura mentale dei cinesi di laggiu' molto piu' aperti alle innovazioni e alle influenze straniere.
Il concerto di Pechino (considerata la capitale del rock e del metal cinese) e' stato un mezzo fiasco: poca gente (il 50% del pubblico era straniero), poco entusiasmo, le band cinesi di supporto che se la tiravano come se fossero delle rock star, e una totale inefficenza tecnica da parte dei tecnici del suono. Nonostante il suono terribile (il tecnico del suono era un totale incapace) il concerto e' stato bello e brutale. Dopo il concerto ho fatto amicizia con diversi cinesi, qualcuno con evidenti disturbi mentali ( :lol: ) ma gente in gambissima. Fatto sta che abbiamo bevuto, fumato, cazzeggiato e girovagato fino alla mattina successiva. Nonostante tutto, un'esperienza che ci e' costato soldi (ci abbiamo rimesso quasi 20,000 RMB) tempo, fatica, ma che ci ha regalato un bel concerto, nuovi amici (c'erano anche una quindicina di italiani) nuove esperienze e altre belle cose. Nonostante i lati negativi (poca gente) chi c'e' stato s'e' divertito un sacco.
Altre notizie buone: il Bar Together non verra' demolito. O meglio, non ancora. Sembra che la comunita' in cui sorge, si sia ribellata (tramite annunci, articoli, passaparola, messaggi ecc.) alle decisioni del governo locale di creare una nuova zona consumistica, relegando la gente che abita li nelle periferie piu' estreme. Per una volta, il popolo, cioe' le persone povere, semplici, umili, che hanno passato una vita lavorando li, hanno vinto. E questa e' una vittoria di tutti noi, cinesi, stranieri. Una vittoria del popolo vero, che dice "no" al consumismo sfrenato.
Spero che sia cosi' davvero, ora siamo orgogliosi, ma non si sa mai cosa puo' succedere. Purtroppo il capitalismo e' inarrestabile e insaziabile. Vincere una battaglia oggi non significa vincere una guerra.
E a questo punto mi (ci) domando: e' giusto conservare questa zona "povera", umile, e fermare l'avanzata capitalistica, o e' meglio non fermare il progresso per far si che piu' denaro venga prodotto in Cina (a scapito degli strati sociali meno abbienti)? Da straniero propendo alla prima risposta: il denaro non e' sicuramente un fine da raggiungere ad ogni costo, o l'unico traguardo nella vita. Ma qui sono in Cina, e ho appreso come la quasi totalita' la pensa diversamente. E' meglio quindi cancellare questa "macchia" di poverta' per mostrare al mondo che il denaro e' felicita', progresso, bella vita e la massima ambizione in vita.
Chissa', forse dovrei adattarmi anche io a questa visione. Chisa' perche' non ci riesco.
Altre cose belle (col beneficio del dubbio) e' che Pechino sta trasformandosi letteralmente. bello perche' tutto sta diventando moderno. Pochi giorni fa hanmno inaugurato la nuova linea della metro ed e' bella architettonicamente, stilisticamente e funzionalmente. Stanno costruendo il nuovo palazzo della CCTV e dai progetti sembra una cosa avveniristica. Stanno distruggendo i vecchi quartieri per creare nuovi e moderni (occidentalizzati) insediamenti. Ma alla fine Pechino e' diventata una citta'; senza anima, senza storia, senza sentimento. Non esiste piu' la vecchia Pechino, se non qualche monumento sparso. Anche le vechie hutong sono soltanto moderne imitazioni del passato. Tutto sembra artificiale, creato ad hoc per gli occhi del turista o per le nuove ricche generazioni che vogliono assaporare -come un normale turista- un'idea, un'apparenza del passato. Una citta' modellata sulle tasche dei ricchi, come un'abito di lusso, ma che rimane esclusivo, artificiale, e non pregno di umanita', calore. Non intessuto da relazioni umane, da storie, da Storia, da emozioni. Una citta' piena di vita, ma e' una vita artefatta, come se fosse un enorme palcoscenico dove la gente recita la parte del businessman, del giovane yuppie di successo, del ragazzo moderno e occidentalizzato, che ha perso la sua identita' cinese per assumere un'ibrida immagine occidentalizzata. Un moderno colonialismo. L'occidente ha vinto ancora, rimuovendo le caratteristiche autoctone e rimpiazzandole con plastiche imitazioni "americane" (spesso di grana grossa o di fattura grossolana).
Al di fuori di questa area di elite, un'area esclusiva dove soltanto il denaro e' in grado di comprare il biglietto di accesso, esiste ancora il submondo popolare, un altro pianeta. Comunque, in se', e per i cinesi, un simbolo di progresso e potenza -magari non per tutti-, di cui andarne fieri.
Altra cosa buona: dopo aver passato 3 anni in sistemazioni di fortuna sono finalmente riuscito ad affittare un appartamento moderno, ovviamente lontano dalla citta' a causa dei prezzi proibitivi degli affitti. A Pechino gli affitti e i prezzi delle case sono diventati esorbitanti, e il loro valore va ben oltre il vaolre reale. Si pagano cifre esorbitanti per camere che sono di infima qualita'. In pochi mesi, il costo degli affitti e' aumentato dal 100 al 700%.
Comunque sono riuscito a trovare una casa, a circa 30 km da pechino, ed e' comoda, economica (anche se da gennaio prossimo mi raddoppieranno l'affitto. Le olimpiadi, you know...). La zona dove sto e' ricca di verde, tranquilla, con poco traffico, e la gente, forse perche' lontana dal centro, molto piu' cordiale e amichevole. Nonostante nessuno parli inglese, non ho problemi. C'e' sempre qualcuno che mi invita a cena o per un drink. Io, poi, da bastardo, me ne approfitto della loro benevolenza e spesso eccedo, ma poi alla fine ricambio le loro gentilezze anche in maniera esagerata. Ma alla fine cio' che conta e' che riesco a farmi nuovi amici, e chissenefrega del resto.
Altra notiziona: lavoro. Dopo aver lavorato per 15 (!!!) scuole diverse a Pechino City, sono riuscito a trovare un lavoro stabile (si spera...) all'Universita' di Langfang, a circa 60 km da Pechino. A Pechino era un dilemma trovare lavoro: scuole che promettono mari e monti, ma che in realta' non mantengono mai cio' che promettono, contratti di lavoro falsi (la parola "contratto di lavoro" qui ha un significato virtuale...), pagamenti spesso inesistenti, condizioni di lavoro pessime ecc. Finalmente ho un lavoro buono (12,000 RMB al mese non sono male) all'Universita' e cio' che conta e' che ho fatto amicizia con molti studenti. Questa universita' (da dove sto tra l'altro digitando questo messaggio) non e' certo il massimo: in Cina esiste un forte "razzismo" studentesco. Gli studenti provenienti da universita' scarse o poco famose non hanno assulta possibilita' di accedere alle migliori universita'. Altresi' gli studenti provenienti da famiglie "povere", vedono il loro sogno di accedere alle migliori facolta' frustrato, per cui molti di essi vengono dirottati in queste universita' "di seconda mano", meno buone, meno pregiate, meno specializzate, meno confortevoli.
Studiare bene in Cina e' un lusso per pochi. Dpende dai $$$, dipende dal luogo di nascita, dipende dalle condizioni sociali ed economiche delle famiglie. Quindi, lo studiare bene non e' certo un bene equalitario per tutti. Mi dispiace vedere studenti brillanti relegati in queste universita' di seconda mano. Se avessero avuto la possibilita' di studiare in una buona universita' di pechino sarebbero diventati sicuramente dei professionisti in gamba. Se fossero nati in questa provincia invece di quest'altra, se i loro genitori fossero stati professionisti invece che muratori, se avessero studiato in questa scuola superiore invece che in quest'altra.. troppi "se"... Meglio lasciare stare. Ma se...
Il lavoro comunque e' sempre un'utopia qui a Pechino. Il 99% degli studenti sogna di lavorare all'estero, con la convizione che un diploma in mano gli puo' aprire tutte le porte. Purtroppo molti hanno una visione troppo paradisiaca e perfetta dell'Occidente. Il futuro e' qui in Cina ma per molti non sembra sia cosi'. Ci sono enormi potenziali qui, ma molti giovani sembrano non curarsene molto. Certo, chi decide di stare qui, ottiene spesso un lavoro frustrante, con stipendi miserabili e spesso pagati molto al di sotto del loro effettivo merito e tutto cio' contribuisce a
diffondere un'immagine negativa del lavorare in Cina. Ma non esiste soltanto Pechino, Shanghai e Guangzhou. Ci sono molte altre citta' dove le potenzialita' sono enormi. Basta usare il cervello. E molti cinesi hanno cervello, anche se, viziati in tutto e per tutto dalle famiglie, sono spesso incapaci di intraprendere una via autonoma dopo la scuola.
Qualcuno ci riesce, ed e' per questo che cerco di puntare a questi esempi per i miei studenti. Voglio che loro diventino il meglio, e che possano andare fieri del loro -strano ma interessante- paese.
Comunque, come ho detto, la Cina non e' soltanto Pechino. Ho paura che a stare qui per lungo tempo, la mia visione globale della Cina risulti distorta. Pechino e' una citta' maledetta. Il controllo poliziesco sugli stranieri sta diventando insopportabiule. La brutalita', la maleducazione e i sistemi da regime fascista della polizia locale raggiunge limiti estremi. Ogni settimana la polizia irrompe nelle case degli stranieri (soprattutto quelli che abitano in periferia) per controllare minuziosamente tutto. Inutile far loro domande perche' o rischi le botte, o rischi qualche bell'insulto da parte degli ufficiali. Strano, ho sempre pensato che la polizia sia al servizio del cittadino, ma sembra che qui serva soltanto per tenere il cittadino -straniero- sotto guardia e in stato di perenne timore. Paura, ecco cio' che la polizia locale infonde. Non protezione o senso di difesa. Soltanto paura, timore, ostilita'.
Nonostante tutto, hgo deciso di lasciare Pechino. Non ora, ma a Luglio 2008. Le pressioni sociali stanno diventando enormi, e dopo le olimpiadi, tutto peggiorera'. Non e' una novita' che dopo le olimpiadi tutta questa eccitazione, frenesia, affari, giro di denaro ecc. diminuira' drasticamente. E la citta' di pechino diventera' invivibile a causa della perdita di questo momento d'oro. Gia' molti stranieri stanno lasciando la citta' con la bocca piena di "fuck Beijing".
La Cina e' bella, ci sono molte belle cose nel sud e in altre parti. le persone sono piu'; cordiali, umane, lontane dalla frenesia capitalistica. Esiste ancora la cultura, la storia, le tradizioni, che la gente segue ancora e che rispetta fedelmente. A Pechino tutto e' morto, cancellato dal progresso. Le persone sono diventate snob, sofisticate, spesso egoiste con questo atteggiamento di vanagloria e superiorita' insopportabile.
Ma il sud o le parti centrali sono ancora semplici, affettuose e capaci di apprezzare valori semplici e umani. Amo il sud e i cinesi del sud. Non a caso i miei migliori amici vengono dal sud, e sono loro che mi aiutano e mi fanno compagnia in ogni momento.
E poi nel sud c'e' molta piu' natura, paesaggi belli. E quindi, da Luglio, giu' nel Sud, dove trovero' la VERA Cina, i veri cinesi, capaci di sorridere e di essere semplici. I veri cinesi capaci di dare e ricevere amicizia ,magari con quel pizzico di innocenza quasi infantilesca che rende le persone amabili e capaci di essere perdonatre ed accettate anche se commettono qualche piccolo errore.
Non a caso LUI era del sud...
Non a caso, LUI mi ha insegnato cio' che il denaro non potra' insegnarmi.
Non a caso LUI era e rappresentava la Cina vera, cio' che ho sempre pensato di come il popolo cinese e'.
A dopo,
F