quoto Alexia: per poter predicare contro le irregolarità dei Cinesi che ne impedrebbero l'integrazione, bisognerebbe che tali irregolarità (fiscali, contributive, contraffazioni, ecc.) e perfino comportamenti assai più gravi (mafie, corruzione politica, leggi ad personam, ecc.) fossero assenti dalla metodologia di azione sociale, economica, istituzionale di chi pontifica sulla legalità, il che in Italia NON E' AFFATTO VERO.
il giudice Maritati, che ha lottato per 15 anni contro la "Sacra Corona Unita" in Puglia, sosteneva ad esempio che PARADOSSALMENTE quagli Albanesi che erano entrat in quella regione in rapporto con quella criminaltà organizzata TOTALMENTE made in Italy risultavano PIU' INTEGRATI (e perfino più rispettati...) di quelli che faticavano in nero nei cantier edili e nei campi!!!
a Prato, l'inserimento stesso dei Cinesi nel ciclo economico é stato VOLUTO dagli imprenditori italiani che per decenni avevano praticato l'inquinamento delle falde acquifere, il lavoro fuoriorario, i pagamenti in nero, l'evasione fiscale, l'autosfruttamento senza limiti di se stessi e dei propri familiari, che se ne infischiavano delle onseguenze sulla mano d'opera pratese delle loro delocalizzazioni (magar ...in Cina come il "buon" sindaco Cenni) e adesso costoro osano parlare di legalità e di integrazione....! e le griffe italiane vendono in tutto il Paese a prezzi incredibili prodotti dei laboratori italiani e cinesi di Prato, napoli, palermo e di Bangladesh, Etiopia, Messico, Tunisia e...Cina spacciandoli per made in Italy!!!!!!!!!
non fanno neppure ridere!!!!!