i "modi di dire" (che sono simili ma con un processo di formazione ben diverso, ai proverbi) non sono semplicemente un "modo di parlare", ma veicolano (assai più di quanto non faccia in effetti già il linguaggio nel suo complesso) idee dei gruppi dominanti/gruppi di riferimento (pensa al rapporto ad esempio fra modi di dire USA e americanizzazione dell'Europa..., al radicamento di modi di dire fascisti, ai riferimenti al cattolicesimo, ecc.) fatte radicare nel "senso comune" (nel popolo) attraverso gli strumenti della formazione scolastica (citazioni, detti, brani di scritti, ecc.) e non (formazione parrocchiale, formazione militare delle reclute, ecc.), gli spettacoli (di piazza, poi teatrali, poi cinematografici, infine radiofonici e TV), la pubblicità (commerciale, militare, politica, nazionalistica, religiosa, ecc.).
così apparentemente é il popolo ad elaborare i "modi di dire", ma in realtà non é vero e derivano dalle prediche e dai films, dalle canzoni e dai caroselli, dalle lezioni e dai posters, dagli slogans partitici e dai modelli culturali....introiettati dal popolo e spesso decontestualizzati (slogans commerciali o ritornelli di canzoni usati in altri contesti, ad esempio)
naturalmente ci? avviene in ogni società e in ogni epoca in forme diverse e per questo lo studio e la comprensione dei "modi di dire" (come quasi tutto, peraltro) non pu? prescindere dalla conoscenza del contesto storico e culturale di origine....