concordo con enteromorfa e credo che ci sia un vasto campo in cui si dovrebbe e potrebbe dispiegare una serie di iniziative sia di soggetti italiani che cinesi; cito solo alcuni punti:
- occorrerebbe distinguere più chiaramente in Cina fra i corsi turistico-commerciali e la pratica pluriennale, fin dall'infanzia (di Cinesi o stranieri), che coinvolge tutte le dimensioni psicofisiche, sotto la guida di un maestro (a Shaolin o altrove) e combattere la pratica dei certificati venduti online;
- occorrerebbe rendere trasparente in Italia quella distinzione, sia attraverso una grande azione di divulgazione del senso, delle caratteristiche, delle modalità di acquisizione, della Storia, delle discontinuità delle diverse arti marziali cinesi (se la gente sa e capisce quali sono i veri percorsi di formazione della tradizione cinese non si fa ingannare da chi quei percorsi non li può avere mai realizzati....), sia attraverso azioni di repressione delle vere frodi in commercio esistenti da parte di "maestri" italiani del tipo descritto da enteromorfa;
- occorrerebbe poi separare anche in Italia le legittime iniziative pubbliche divulgative, i legittimi corsetti di autodifesa, le pratiche solo sportive, i viaggi turistico-sportivi a visitare luoghi storici delle arti marziali cinesi, le dimensioni solo simboliche, ecc. (legittimi se non si spacciano filiazioni da percorsi di formazione di maestri che non si sono potuti realizzare anche solo per motivi anagrafici....), che possono essere anche legittime mode (che poi "servano" o meno davvero all'autodifesa é altra cosa: non tutti quelli che vanno al poligono di tiro si difendono con le armi, non tutti quelli che fanno free climbing diventano Messner, non tutti coloro che praticano arcierismo o falconeria se ne servono quotidianamente, ecc..) dalle pratiche tese ad acquisire livelli comparabili anche solo coi più bassi della tradizione cinese, che appunto implicano anni, decenni di pratica da iniziare in età infantile, sotto la guida di un vero maestro cinese;
- occorrerebbe infine, secondo me, che si favorissero (da parte di soggetti cinesi ed italiani) approcci meno settoriali, e del resto più coerenti con le tradizioni cinesi che settoriali non sono mai state, ossia che le arti marziali, la gastronomia, le decorazioni, l'erboristeria, la calligrafia, la conoscenza dei té, ecc. diventassero tutte "porte" per favorire l'ingresso di chi é interessato al mondo culturale complesso e intrecciato della tradizione cinese (sia pure a livelli di base...) e, in fondo, alla valorizzazione dell'interazione con quel mondo e con i Cinesi (e dell'immenso patrimonio che da quel mondo é giunto in Occidente a farsi elemento della "nostra" identità..., nonché delle innegabili differenze che nessun proclama su similitudini inventate aiuta a capire), che é peraltro anche uno degli elementi per contribuire al superamento di certe conseguenze infami delle reiterate campagne sinofobe di questi anni (fatte anche da chi poi...pratica arti marziali cinesi, festeggia le elezioni in ristoranti cinesi, boicotta le merci cinesi!);
su questo ultimo terreno si potrebbe anche favorire (con vantaggi interculturali, identitari ma anche economici...) una maggiore interazione (in quelli che in altri Paesi europei si chiamano "distretti funzionali") fra imprese, scuole, operatori commerciali, facoltà di studio orientali, associazioni italiane e cinesi, palestre, centri di medicina, agenzie turistiche, ecc., sempre facendo lo sforzo di non confondere il bere il té con il diventare maestro della "cerimonia del té", il fare un viaggetto a Shaolin con il diventare monaco shaolin, l'affidarsi ad un agopuntore con il capire i principi dell'agopuntura, ecc....
Associna e le 2G potrebbero avere un ruolo positivo in questo sforzo? io ritengo di sì.