molto interessante.
lo stesso é avvenuto negli USA già per la pizza, tanto che gli Statunitensi (come riportato in un'inchiesta RAI) credono al 65% che sia una invenzione USA e non italiana!
la diffusione (accompagnata a volte da un riconoscimento della vera origine, a volte no, inconscio o voluto, come falafel e kebab arabi presentati nel Ghetto di Roma come piatti...ebraici) di elementi delle culture gastronomiche "altre" é un fenomeno importantissimo e poco studiato e ancor meno divulgato e spiegato (per questo come ASSOCINA ad Esquilino abbiamo fatto con marcowong una iniziativa sul té alla Facoltà di Studi Orientali).
questa carenza lascia spazio alle follie xenofobe dei sindaci che con ordinanza impongono (in Friuli) ai gestori musulmani di Kebab di vendere anche la polenta e il musetto DI MAIALE (fra l'altro dimenticando che la polenta si fa col mais che é di origine..."extracomunitaria" quanto il kebab...) o a Lucca vietano la vendita di Kebab in centro storico, ed alle campagne criminalizzanti contro le zampe di pollo wenzhouesi (ed alle leggende sui cani S.Bernardo serviti nei ristoranti cinesi in Italia!) cercando di trasferire nella costruzione di muri gastronomici il loro livore razzista.
Nulla più e meglio dell'enogastronomia dimostra l'importanza del meticciato culturale, del debito culturale immenso dell'Occidente verso il resto del Mondo, dell'arricchimento che solo gli intrecci danno, del carattere "positivamente contaminato" di tutte le presunte "tradizioni locali"....
Ma si fa troppo poco per farlo sapere.