L'uomo dannato - Poesie & Pensieri - Associna Forum

Autore Topic: L'uomo dannato  (Letto 1898 volte)

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Idra

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L'uomo dannato
« il: 18 Agosto, 2006, 11:53:19 am »
Nelle feroci fauci di questa bestiale vita, l'uomo nasce solo e muore solo.
Il limbo vitale riserva tanto, eppure, capita che ci chiudiamo in noi, respingiamo tutto cio' che non rientra in noi.
La diffidenza e' un male prezioso, che nutre l'egoismo umano e la paura di vivere.
"No, non hai capito, la fuori e' pieno di pericoli, non andare."

Ma tu, non insegnarmi niente di cio', so sbagliare da me.

Alla fine ci ritroviamo, spogli di tutto, davanti a noi stessi, le altre persone sono diventati un riflesso di noi, ci guardiamo e ci parliamo; tu non sei cio' che voglio essere, ti odio!

Creatore onnipotente, prega per noi, facci trovare il noi che vogliamo, e stermina la nostra idea di adeguare il prossimo al nostro infinito egoismo.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »

notcommentgirl

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« Risposta #1 il: 06 Settembre, 2006, 21:54:25 pm »
l' uomo non puo' nascere solo, dal momento in cui viene creato c'è la madre che lo accompagna e lo ama e quando per la prima volta percepisce il calore, è il calore del corpo della madre.  il fatto che un uomo muore solo ,nei maggior degli casi è per scelta dell' individuo stesso o è la conseguenza di come ha vissuto la sua vita. forse un uomo ha più compagnia e attenzioni quando muore anziché di quando è in vita: l' estate 2005 morì il mio bisnonno, quando era in vita i suoi discendenti erano sempre indaffarati con il lavoro e lui passava le giornate vivendo nella solitudine, invece quando arriv?   la sua ora tutta la famiglia si riunì accanto al suo letto  con un unico pensiero: il bisnonno.

la diffidenza ci protegge anche dalle bugie, una mia prof disse: per combattere contro il governo e i mass media corrotti armatevi di diffidenza e operate con verifiche personali.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da notcommentgirl »

Idra

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« Risposta #2 il: 14 Settembre, 2006, 13:31:49 pm »
Il profondo interiore dell'uomo è un infinito di solitudine, così, si nasce in uno stato di non relazione con nessuno, se non con la propria madre, ma è una relazione inconscia.
Anche nella morte, si attraversa da solo il confine che ci fa abbandonare questo limbo vitale, anche se ci saranno tante persone che per l'occasione cercheranno di ricordarci.
Così, ci rimane solo nella vita, nella quale si deve vivere di voglia di conoscere, di relazionarsi, di riempire l'animo di quella complicità che solo gli esseri viventi riescono a regalare. Una vita vissuta solo di diffidenza verso il prossimo, è una vita non vissuta, da vegetale, e personalmente preferisco fidarmi dell'umanità del politico per poi magari rimanere deluso, che non fidarmi di nessuno, vivendo solo della mia dannata solitudine.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »

notcommentgirl

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« Risposta #3 il: 16 Settembre, 2006, 20:58:24 pm »
essere solo prima di nascere è un periodo dominato dall' incoscienza, un essere che  è inconscio vive da vegetale, infatti i suoi unici bisogni sono quelli elementari per la sopravvivenza. dal momento in cui acquista la capacità di pensare, cessa di essere in questo stato di vivente-morto, e automaticamente cerca di relazionarsi con i suoi simili. un conto sono i bisogni fisici e un conto sono i bisogni psicologici, penso che siamo tutti d’accordo che un uomo non puo' vivere solo o per lo meno per quelli che hanno avuto relazioni con altri individui. il fatto che l' uomo è solo o no nel suo interiore questo dipende da come ognuno di nio denominiamo la nostra capacità di costruire un mondo privato accessibile solo a noi nel nostro infinito pensiero. la solitudine da te citato puo' essere quella capacità o modo di prendere una decisione che alla fine è solo per opera nostra, nessuno puo' entrare e violare il tuo essere interiore, ma non per questo siamo immersi nella solitudine.
essere diffidente è un' arma che ci puo' essere utile a combattere le persone con l' intenzione di ingannarci, come si dice fidarsi è bene non fidarsi è meglio, l' utilizzo di questa nostra capacità deve essere direttamente proporzionale al grado di fiducia con un l' antagonista.
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