Mi ricordo che la prima volta che sono stata in via Paolo Sarpi era nel 1996, ero con degli amici italiani, e già a quei tempi era una zona molto trafficata, i negozi di cinesi erano pochi, e quasi tutti dettaglianti.
Sentivo già da allora un certo disaggio, troppa confusione, immagina ora con tutto i caos.
Sarà che sono una solidaria, amante della quiete, ma in Via Paolo Sarpi c'è troppa confusione ( per un milanese abittuato alla Milano da bere, vedere uno straniero in pigiama e ciabatte per strada forse è troppo, per tutta la puzza che ha sotto il naso).
La morale, secondo il mio modesto parere, è che non bisogna rinegare le proprie origini, la nostra cultura, ma cercare di adeguarsi al contenitore che ci ospita.