interessante questo pezzo :lol: :lol:
Quanto al proposito di applicare la legge in modo che sia uguale per tutti, si tratta di un nobile principio, che però deve essere messo in pratica sul serio. Cosa che oggi non accade. A Roma, per capirsi, il posto migliore dove parcheggiare l'automobile sul marciapiede è piazzale Clodio, davanti al tribunale. Le vetture parcheggiate in aperta violazione della legge sono centinaia, ma contravvenzioni sui parabrezza non se ne vedono. Non è difficile intuire che chi dovrebbe farle preferisce non complicarsi la vita a litigare con i proprietari di quelle automobili, in gran parte magistrati, avvocati e uomini delle forze dell'ordine. Ovvero quelli che le leggi dovrebbero applicarle. Ed è ridicolo accusare i cinesi di sfruttare il lavoro nero dei loro connazionali quando al Senato e alla Camera, come tutti gli addetti ai lavori sanno e come ha mostrato una recente inchiesta televisiva delle Iene, i primi a pagare in nero (e a cifre spesso da fame) i loro collaboratori sono gli stessi parlamentari. Ovvero quelli che le leggi le scrivono
Come gia' dimostrato piu' volte dalle nostre ormai "amiche" Ienette i primi che interpretano la legge in modo diverso sono gli stessi che le creano e dovrebbero farle applicare. Parlamentari oltre a essere ignoranti pure super cannati e cocainomani, mercatini mezzi illegali dentro il fisco o qualcosa di simile, che addirittura non fanno nemmeno gli scontrini ecc...
L'unica cosa su cui sono d'accordo e' che il loro stipendio e' troppo basso e va aumentato di qualche migliaio di euro giusto perche' non si arriva a fine mese, quando si discute di questo sono tutti grandi amiconi :roll:
Belli gli articoli di TGCOM, sopratutto questo, che e' da millenni che continuo a sostenere:
Come sempre in questi casi, c'è poi il rischio che si passi subito all'equazione ½cinesi uguale delinquenti?. Mentre basta dare un'occhiata attenta ai numeri per capire che la comunità cinese, assieme alla filippina, è quella che meglio si è saputa adattare alle leggi italiane: gente che, nella grandissima maggioranza dei casi, sgobba sodo dalla mattina alla sera, stringe la cinghia e si guarda bene dal creare problemi di ordine pubblico. I cinesi in Italia, oggi, sono 150mila. Vuol dire che, ogni 100 immigrati, 5 sono di nazionalità cinese. Eppure, se guardiamo dentro le carceri italiane, la presenza dei cinesi è quasi inesistente. Alla fine di marzo, secondo i dati del ministero della Giustizia, nelle nostre prigioni "soggiornavano" 14.571 stranieri, pari a135% dell'intera popolazione carceraria. Ma i cinesi dietro le sbarre erano appena 238, l'1,6% del totale dei carcerati stranieri. Pur rappresentando la quinta comunità di immigrati in Italia per consistenza numerica, i cinesi sono solo decimi nella classifica dei più denunciati. Una "hit parade" delle illegalità che continua a essere guidata dai marocchini (i quali, pur essendo il 10% degli stranieri, raccolgono quasi il 17% delle denunce), sguiti da rumeni, albanesi, senegalesi e tunisini. Insomma, diciamolo: fossero tutti come i cinesi, l'immigrazione oggi non sarebbe in cima ai nostri problemi.