wen, in nessun caso, nella Storia (se non quando sono stati cacciati con gesti discriminatori e crudeli, ad esempio gli Indiani dall'Uganda) la maggioranza delle persone di una comunità emigrata sono tonate al Paese d'origine.
Lo hanno fatto (ad esempio fra i milioni di emigranti italiani) molti anziani e talune persone che sono tornate a investire soldi e competenze acquisite nel Paese d'origine, ma certo non i loro figli, nipoti e bisnipoti nati e cresciuti nel Paese di emigrazione, dove hanno studiato, la cui lingua sanno meglio di quella originaria, che hanno costruito amicizie ed amori nel Paese di emigrazione, ecc. .
Ci sono molti studi su questo fenomeno e sul fatto che la prima, a volte la sceonda generazione di TUTTE le migrazioni (anhe asiatiche, come quelle indiana e pakistana in Gran Bretagna o quella cinese negli USA) vivono nel sogno-progetto di "tornare defintivamente a casa", ma a livello di masa NON AVVIENE MAI.
Quindi credo che sia importantissimo (specie per i G 2 e anche per i G 1 che tengono ai loro figli) battersi DA SUBITO peresere rispettati dove si é arrivati a vivere e favorire non l'"integrazione" (che é violenza sulla propria identità d'origine), ma la commistione, il riconoscere ASSIEME, migranti e cittadini cosiddetti "autoctoni" (e che tali spesso non sono del tuto, per via delle differenze regionali e dele migrazioni interne), gli elementi culturali comuni e la positività delle diversità come ricchezza.