Japan and China: Schoolchildren's views - page 3 - Attualità - Associna Forum

Autore Topic: Japan and China: Schoolchildren's views  (Letto 8628 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

babo

  • Visitatore
(Nessun oggetto)
« Risposta #30 il: 14 Luglio, 2007, 06:25:04 am »
Citazione da: "ShaoYan"
Recentemente ho partecipato a una discussione con alcuni utenti del forum di China Daily, purtroppo mi devo ricredere. L'odio verso il Giappone è un argomento molto caldo in Cina.


Te l'avevo detto che non era amore...
cmq la tua riflessione sul non diffondere l'odio e' buona ma con i comportamenti dei giapponesi sara' molto molto ma molto difficile.

E poi si sa che i piani a lungo termine di Giappone e USA sono quelli di smembrare la RPC, in Cina lo sanno bene. Nel frattempo gli americani hanno dato il via libera al riarmo giapponese, proprio contro la RPC! e non contro quei dementi dei nordcoreani. Una Cina forte non e' complementare al Giappone, ma e' il suo incubo peggiore. Questo naturalmente a livello della classe dirigente, ma non temere che i "pacifici e gentili" giappi non perderanno troppo tempo ad adeguarsi.
Essere ottimisti fa bene, ma non essere anche un po' realisti potrebbe far molto male.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da babo »

cavallo

  • Livello: Cittadino del Mondo
  • *****
  • Post: 14.723
  • Sesso: Maschio
  • silvio marconi, antropologo e ingegnere
    • Mostra profilo
(Nessun oggetto)
« Risposta #31 il: 14 Luglio, 2007, 07:36:36 am »
per shao yan:
credo che, come dice giustamente babo, ci sia una grande differenza fra il perdere la memoria storica, il conservarla utilmente per agire civilmente in ogni contesto affinché certi orrori non si ripetano, il farne fonte di odio collettivo ed infine il falsificarla e censurarla magari aderendo a certi "buonismi" di oda.
Non approfondire cosa é successo davvero nella Storia (perché la memoria si perde o perché non reagiamo alla narrazione falsificata della Storia) é per me un gravissimo errore dato che solo dalla Storia posssiamo trarre l'insegnamento delle cause e dei meccanismi di certi fenomeni, di migloramento o di radicale peggioramento dell'esistenza collettiva e individuale.
Conoscere sempre e bene la Storia aiuta moltissimo a migliorare il presente o ad impegnarsi per evitare che il futuro sia peggiore.
Ci? non significa farne fonte perenne di odio, ma c'é un odio errato verso i discendenti di chi ha ideato e commesso atrocità indicibli (ed é un odio anche al fondo razzista, che si basa sul marchiare interi popoli per generazioni er quel che hanno fatto i loro avi), ma anche un odio più pericoloso verso...noi stessi, quando facciamo finta chein una mutata situazione inernazionale certi processi storici (ad esempio la "militarizzazione delle masse", la "fascistizzazione", il consenso ai genocidi, ecc.) non siano più riproducibili.
Eppure abbiamo tanti terribili esempi recenti a dirci che le "pulizie etniche" (vedi ex-Jugoslavia), le invasioni (vedi Iraq), l'esaltazione acritica del ruolo del proprio Paese in senso "suprematista" (vedi appunto Giappone), la continuità con il retaggio coloniale (vedi Francia ed Italia), il razzismo, sempre del resto accompagnati dalla falsificazione storica (senza la quale le masse non danno il loro consenso a certe politiche inumane) non sono affatto estinti!
Inoltre, se vuoi combattere l'odio  devi capire a fondo come esso viene creato, diffuso, usato, proprio attraverso gli stereotipi (fra cui quelli razzisti) e la censura e la falsificazione storica e devi renderti conto che, ad esempio, non parlare dei crimini commessi da un Paese (e non per recitare inutili "mea culpa" o quattro scuse gratuite, come tanti leaders politici e religiosi fanno, ma per analizzarne  appunto cause e meccanismi per saperli combattere nell'ogi e nel domani) significa in realtà favorire in quel Paese, su scala generale e talora perfino fra gli eredi delle sue vittime (si pensi a come si sono compotati in Algeria ufficiali francesi torturatori che erano ex-combatenti contro i nazisti o a come si sono compotati in Palestina e Libano ufficiali israeliani discendenti di sopravvissuti all'Olocausto...), proprio la costruzione artificiale di odii nuovi, posto che per me l'odio collettivo non é affattom un sentimento "naturale" (anche quando sembra tale) ma sempre il risultato di induzione, di propaganda, di concettualizzazioni, di falsificazioni, di stereotipi, ossia qualcosa di costruito.
Per questo, non credo affatto che si possa definire "odio" il senso con cui le vittime e i loro discendenti ricordano gli orrori commessi da altri; é solo realismo e rispetto per se stessi, per i propri parenti, per la toria, per la verità, che deve restare vivo tanto più di fronte ai negazionismi di chi censura sistematicamente le proprie responsabilità.

Se il Giappone non solo riconoscesse le sue responsabilità storiche (senza annacquare aggressioni, militarizzazione, esperimenti su esseri umani, razzismi, genocidi in un neutrale "guerra"), ma avesse processato i più alti colpevoli e insegnasse attraverso scuole e media una Storia non falsificata (che avvelena le nuove generazioni), se l'Italia facesse alrettanto rispetto ai suoi crimini coloniali e di guera, se la Germania avesse fatto chiarezza sul ruolo dei suoi  grandi industriali nel nazismo e nei lager, se i Paesi europei occidentali accettassero le conseguenze concrete (in termini ad esempio di rapporti Nord-Sud del Mondo e speificamente con l'Africa, cioé di debito dell'Eurpa verso l'Africa anche in termini economici) dell'assunzione di responsabilità per la tratta schiavista transatlantica e per il colonialismo (e anche circa cosette come le "Crociate", il genocidio degli indios latinoamericani, la deportazioni dei "Moriscos" dalla Spagna, i genocidi commessi dai Romani, ecc.), se gli USA traessero a livello di immaginario colletivo e di politiche le conseguenze di un vero rifiuto del genocidio degl "Indiani" e delle politiche imperialiste i America Latina e nel Mondo, se i Russi rimettessero mano alla loro storiografia circa l'Europa dell'Est, l'Afghanistan, il Caucaso, ecc., alora e solo allora non ci sarebbe più bisogno di lottare civilmente per affermare la verità storica.
Ma finché (faccio solo un esempio fra i tanti) si continueranno a dedicare films apologetici, pagine di manuali di Storia acritiche, scuole, piazze, università a farabutti come Giulio Cesare, Federico II di Prussia, Napoleone, Filippo II di Spagna, il generale USA Sherman, Pietro il Grande di Russia, Francesco Crispi,  ecc., allora ci sarà enorme bisogno di lottare per la verità storica.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Alexia

  • Livello: Cittadino del forum di AssoCina
  • ****
  • Post: 1.275
    • Mostra profilo
(Nessun oggetto)
« Risposta #32 il: 14 Luglio, 2007, 11:37:34 am »
Ma, non credo che sia i politici a farci odiare i giapponesi! Ho conosciuto una ragazza di Nanchino, mi ha detto che i suoi nonni hanno vissuto lo strage di nachino, per la fortuna eranno riusciti a scapare, ma non tutta la famiglia dei nonni, ci furono dei parenti vitime dei giapponesi, non credo che questi racconti dei fatti reali sono le bugie dei politici!
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alexia »

cavallo

  • Livello: Cittadino del Mondo
  • *****
  • Post: 14.723
  • Sesso: Maschio
  • silvio marconi, antropologo e ingegnere
    • Mostra profilo
(Nessun oggetto)
« Risposta #33 il: 14 Luglio, 2007, 12:41:55 pm »
per Alexia:
forse mi sono espresso male.

Io ho cercato di distinguere fra il giusto e sacrosanto volere delle vittoie e dei loro discendenti (di qualsiasi politica criminale, in qualunque parte del Mondo, in questo caso di quella giapponese contro la Cina e non solo) di perpetuare la memoria degli eventi e l'odio (niente affatto sacrosanto) costruito invece da strategie dei gruppi di potere.
Coltivare il primo  fa parte del dovere più generale di rispettare il dolore umano e di preservare la memoria storica contro mistificazioni,censure e falsificazioni e se c'é qualcuno che é legittimo odiare (uso non a caso il termine) é chi invece falsifica tale memoria, la censura, fa credere che certi eventi non siano avvenuti o li stravolge (ad esempio i negazionisti dell'Olocausto, del genocidio degli armeni, dei crimni giapponesi, di quelli coloniali italiani, ecc.) perché falsificare il passato e coprire i propri orrori storici é proprio il modo per prepararsi a ripeterli (magari in altra forma), per spargere stereotipi, per avvelenare le nuove generazioni (le proprie e quelle altrui, per reazione) e rientra nel secondo tipo di odio, quello prodotto (fra i propri cittadini e per reazione conro di essi) dai gruppi di potere.

Io non odio i Tedeschi, anche se mia madre aveva 16 anni e 1/2 quando Biella (la cittadina piemontese dove viveva mia nonna) fu liberata e lei fu tra quelli che nelle scuole trasformate in luogo di tortura dai nazifascisti tronò un secchiello di occhi umani cavati ai partigiani , e se ho letto e studiato cosa hanno fatto durante il nazismo (e visitato Auschwitz, esperienza che consiglo a tutti) ma anche in Namibia 40 anni prima, anche in Polonia al tempo dei Cavalieri Teutonici, anche durante le "Crociate" e la "Reconquista", ecc.

Odio chi cerca di nascondere queste cose (tedesco o no) e chi nei secoli ha costruito fra i Tedeschi, come fra altre genti (e continua a costruire, magari in nome di stucchevoli aoppelli al "volemose bene" che vorrebbero non si mettesse mai mano alla ricerca delle verità storiche, false immagini di politiche e scelte criminali che non furono mai (e non sono oggi) di POPOLI INTERI (anche fra i Giapponesi vi furono oppositori e centinaia di migliaia di Tedeschi finirono nei lager) ma che non furono neppure (e non sono) figlie solo di "qualche politico pazzo" (Hitler, Bush, Hirohito, Mussolini, o anche Cesare, Federico II, Filippo II, ecc.) tanto più che molti di queio leaders, in epoca moderna, sono tali grazie a "libere elezioni" e riscuotono (lo riscuotevano anche nell'antichità)un consenso maggioritario ed alcuni i vengono additati da targhe, statue, intitolazioni di strade e scuole, films e fatti studiare ancora a scuola come EROI!!!.

Sono le menzogne storiche che stravolgono la memoria storica (coi suoi drammi e i suoi lutti) prodotte dai gruppi dirigenti peggiori e non la sana memoria storica, specie degli oppressi e delle vittime,  le madri legittime degli stereotipi "suprematisti", che a  loro vlta sono i padri legittimi di genocidi e orrori senza nome.

Infine, credo che si debba sempre e ovunque un "in più" di rispetto al ricordo delle vittime e che non ci sia insulto peggiore (é un ucciderli di nuovo, per me)  che negare i crimini commessi o porre sullo stesso piano il loro risentimento e quello dei loro discendenti con l'odio fabbricato dai loro aguzzini e diffuso fra i maggiordomi di tali aguzzini.
Chi comette coscientemente questa secona uccisione", come chi ha commesso la prima é, secondo me, l'unico tipo di esseri umani che meritano proprio e davvero ODIO.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

babo

  • Visitatore
(Nessun oggetto)
« Risposta #34 il: 18 Luglio, 2007, 10:07:05 am »
Altro esempoi:
Ieri ho consciuto un ragazza cinese di Pechino, iscritta al primo anno come ricercatrice qui a Kunming, e mentre parlavamo di film ha iniziato a dire che a lei i film americani non piacciono proprio perche' "americani"! e poi giu' con critiche agli USA, al che dopo ha aggiunto
"但是,我最不喜欢是日本!" e l'ha detto con aria cosi' schifata come per dire "per carita'" . A quel punto, memore del topic, le ho chiesto che cosa ne pensano i cinesi dei giapponesi: la risposta e' stata "in generale la pensano come me". Ogni volta e' la stessa storia e non sono io certo a chierderlo, i cinesi te lo dicono tranquillamente in faccia.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da babo »