report, ligresti, milano e paolo sarpi - Generale - Associna Forum

Autore Topic: report, ligresti, milano e paolo sarpi  (Letto 1829 volte)

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cavallo

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report, ligresti, milano e paolo sarpi
« il: 21 Novembre, 2007, 15:54:45 pm »
l'altra sera REPORT della Gabbanelli era dedicato al nuovo sacco urbanistico di Milano voluto da un'alleanza fra politici (di destra ama anche akcuni di centrosinistra) ed immobiliaristi, primo fra tutti il noto Ligresti

Su tale tema c'é anche nuovo materiale, conme questo

http://milano.repubblica.it/dettaglio/I ... li/1391028

e questo:
http://unoenessuno.blogspot.com/


e l'interessante critica durissima di Paolo Hutter che parla giustamente di "espansioni urbanistiche unilaterali , privatistiche e smodate":

http://milano.repubblica.it/dettaglio/H ... re/1391046


Su chi é Ligresti eccovi alcune perle:
http://domenico-schietti.blogspot.com/2 ... resti.html

ed in particolare:
http://www.antithesi.info/testi/testo_2.aspòID=381
da cui traggo questa notizia:
 "Accusato di avere pagato tangenti per l’acquisizione degli appalti della metropolitana, Salvatore Ligresti venne arrestato il 16 luglio 1992. Dopo 112 giorni di gattabuia, arrivarono anche le condanne, prima delle quali fu quella per il superaccordo che sposò Eni e Sai, con quest’ultima nel ruolo di gestore di tutti i contratti assicurativi dell’ente petrolifero. Condanna a 3 anni e 6 mesi, che vennero poi ridotti di quattordici mesi, ma senza che Ligresti tornasse in carcere: andò invece ai servizi sociali per la Caritas ambrosiana."

http://indastria.noblogs.org/post/2007/08/11/ligresti

Ebbene, ricordate che io mesi fa sostenni che diero le mabnovre sull'area di Paolo Sarpi potrebbe esserci la longa manus della speculazione peggiore? Guardate chi é il deus ex machina del mega progetto Garibaldi-Repubblica, che implica anche una rivalorizzazione fondiaria speculativa dell'area di Paolo Sarpi:

http://www.quartierefiera.org/fieraligresti.htm
http://www.dsmilano.it/html/Pressroom/2 ... a-moda.htm

Vuoi vedere che si sta aspettando solo l'occasione per rilanciare la deportazione dei commercianti cinesi da Paolo Sarpi (e fare spazio non al mitico ritorno dei commercianti italiani ma alla speculazione immobiliare), magari sull'onda delle "spontanee" proteste dei residenti italiani e che la rinnovata acquiescenza dei vigili verso il carico e scarico abusivo denuncata da Dubbio serve a generare il clima adatto a tali proteste nell'ottica populista del "riferirsi direttamente al popolo" proclamata da quel Berlusconi che non é certo un estraneo per Ligresti e per la Moratti?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Dubbio

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« Risposta #1 il: 21 Novembre, 2007, 18:40:22 pm »
Cavallo, non venire giù con la piena.
Vatti a rileggere il topic in cui abbiamo avuto il vivace scambio di vedute su Sarpi e ci trovi tutti i dati relativi al fatto che i progetti urbanistici fiera e città della moda a Milano nascono tutti ben prima dello stravolgimento del quartiere da parte dei grossisti.

E ci leggi pure che questo è il motivo per cui ho scritto che i grossisti hanno sbagliato e sono stati mal consigliati, perché si sapeva già, nero su bianco, che queste trasformazioni urbanistiche sarebbero avvenute.

Bada bene che non sto dicendo che non siano speculazioni (però la Gabbanelli sul piano casa degli anni '80 ha scoperto l'acqua calda, perché non solo Paolo Hutter e Basilio Rizzo, che allora erano in consiglio comunale, ma buona parte della stampa progressista, unitamente a svariati convegni di architettura negli anni novanta documentarono lo scempio dell'urbanistica contrattata a Milano a vantaggio di Ligresti, autentico monopolista immobiliare in quegli anni in quanto contiguo ai craxiani, e il coinvolgimento scandaloso di professionisti di sinistra come Li Calzi....)

Sto dicendo che non sono argomenti usabili per trattare la questione di Sarpi, a meno di non ricorrere a una di quelle falsificazioni della realtà dei fatti contro le quali, di solito, ti batti.

La correttezza intellettuale vuole che gli errori siano denunciati da qualunque parte provengano.

E tu di fronte al fatto conclamato che alcune centinaia di grossisti violando la legge del carico-scarico merce (ma non solo) hanno messo in ginocchio la vivibilità di un quartiere da parte dei residenti, invece di commentare questo illecito, ti prepari a criticare le proteste di chi lo ha subito.

Solo perché i residenti sono italiani e i grossisti cinesi?

E' il peggior modo di affrontare il problema che si possa immaginare.

Perché in quel quartiere i grossisti non ci dovrebbero essere, a qualunque nazionalità appartengano.

Chi li difende, difende un'ingiustizia.

Ma soprattutto, non ci si rende conto che in questo modo si manda in fumo una preziosa realtà di convivenza tra italiani e cinesi che lì è iniziata da quasi un secolo, ed è stata sempre positiva fino all'avvento dei grossisti.

Perché quando la convivenza diventa difficile, perché si mina la vivibilità di un quartiere da parte dei residenti, e quando chi lo fa sono alcune centinaia di grossisti, e sono tutti cinesi, ci vuole poco a trasformare l'ostilità contro i grossisti in ostilità contro i cinesi, anche se è sbagliato.

Quindi bisognerebbe riflettere sul fatto che l'attuale situazione di Sarpi, da parte dei grossisti, non è da difendere, ma da cambiare.

Ma purtroppo anche loro dei residenti se ne fregano, hanno ben altri problemi, e posso capirlo, ma è miope andare avanti così, perché i problemi aumenteranno, come è sotto gli occhi di chiunque voglia farsi un giro un pomeriggio nel quartiere Sarpi.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

cavallo

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« Risposta #2 il: 21 Novembre, 2007, 20:09:09 pm »
scusa Dubbio, ma nel tuo post su un altro topic hai scritto:
"Nel 1998 una legge ha liberalizzato il commercio, togliendo ai comuni il potere di dare licenze.
Chiunque pu? aprire un negozio dove vuole, per vendere quello che vuole, restano ferme solo le competenze delle ASL (oltre a requisiti soggettivi, nel senso che, ad esempio, a un truffatore non è consentito di esercitare l'attività commerciale, dovunque).

Ai comuni è stato dato il potere di redigere dei piani, nei quali indicare le tipologie di esercizi commerciali consentite nelle varie zone della città, in modo di avere un quadro trasparente.

Milano non ha mai redatto il piano del commercio, evidentemente per non fare scelte che avrebbero potuto essere osteggiate dalla lobby dei commercianti.
Il risultato è la liberalizzazione selvaggia.
In Paolo Sarpi in pochi anni sono scomparsi quasi tutti i negozi di generi di prima necessità, e si è assistito al proliferare di esercizi commerciali all'ingrosso generalmente monotematici."

Dal che  mi pare che se in Paolo Sarpi ci sono negozi al'ingrosso (ion assenza del pieno del commercio che il Comune non ha fatto):
- la respondabilità primaria é del Comune e non di chi ha sfruttato le carenze di pianificazione;
- chi ha impedito che si facesse quel piano sé quella che tu chiami "la lobby dei commercianti" riferendoti certamente ai commercianti milanesi (che votano) e non ai cinesi (che non votano).

Aggiungi poi:
"Tuttavia nel quartiere è in vigore il divieto di carico e scarico delle merci, con l'unica eccezione della fascia tra le 10 e le 14, e questa normativa va benissimo per il commercio al dettaglio ma è incompatibile con quello all'ingrosso.

Ed infatti i grossisti la violano sistematicamente, ma per alcuni anni il Comune non fa nulla."

dal che si deduce che il prolema in un Paese e in una città civile si risolverebbe (se si vuole restare nell'ambito delle norme vigenti e in assenza del fatidico piano del commercio, non impedito dai commecianti cinesi) facendo rigidamente applicare la orma che tu citi sul carico e scarico e non prospettando la deportazione in periferia dei negozi, oppure si tratta di una strumentalizzazione. Oltre tutto su questo Forum i sono state varie testimonianze circa il fatto che in molte altre aree di Milano commercianti non cinesi non rispettano neppure loro le norme di carico e scarico: che facciamo, li deportiamo tutti o semplicemente facciamo rispettare quelle norme?

Quel che é successo non é certo avenuto perché i vigili abbian fatto rispettare le norme ma perché ci? é avvenuto selettivamente (rimando al fatto che altri commercianti non cinesi non le rispettano) e improvvisamente, senza alcun dialogo preventivo e coinvolgimento attivo della comunità (come invece sta avvenendo in parte a Roma) e con gesti di forte arroganza in divisa verso persone che inizialmente non avevano alcun atteggiamento violento; il degenerare della situazione successivo ha visto (basta guardare le foto de Il Coriere della Sera, non della Xinhua...) una risposta istituzonale violenta, con veri estaggi e gravissime umiliazioni (bandiera cinese calpestata).

Querlla che tu chiami delocalizazione ed io deportazione non é proporzionale al problema carico-scarico e neppure a quello del grossismo e provocherebbe conseguenze economiche enormi e uno svuotamento di centinaia di nità commerciali in quell'aea; più volte ho fatto notare che (al di là della procedura che sa di esproprio fozato e di roivna deliberata di un'intera comunità, con precedenti storici da brivido) non ci sono certo le condizioni per un ritorn in massa di commercianti italiani al minuto ion quell'area ed ho chiesto (a te e a chiunque) di dirmi allora CHI PUO' AVERE INTERESSE A QUEI NEGOZI DOPO LO SVUOTAMENTO???

E poiché da ingegnere edile ti posso assicurare che il valore dei negozi  é assai conesso con il valore complessivo degli immobili (biunivocamente) e influenzato significativamente dalle operazioni immobiliari al contorno (per non averlo saputo ho visto giustamente bocciare un mio collega tanti anni fa all'esame di Urbanistica II), come puoi pretendere che l'operazione riguardi solo i grossistio cinesi e i residenti italiani e nonò

Io credo che la contrapposizione in atto (nella quale non difendo affatto gli abusi dei Cinesi ma ribadisco che essi avvengono grazie agli errori da te citati del Comune) sia DEL TUTTO FITTIZIA (ed utile a non far capire ai residenti italiani he il vero avversario si chiama speculazione edilizia ITALIANA, con le connessioni sporche che la biografia di Ligresti dimostra, e non "mafia cinese" o anche slo "grossisti cinesi") e che le forze in campo siano ben altre e non conta affatto che l'insediamento dei grossisti cinesi sia avvenuto DOPO l'avvio di quei progetti di trasformazioni urbanistiche, perché in effetti tali trasformazioni sono state peròconcretamente avviate DOPO l'arrivo dei grossisti (non ceto grazie a quell'arrivo, ma quell'arrivo é servito come oggi servirebbe cacciarli, alle stesse forze: pensaci bene) e perché potrei anche pensare che a qualcuno ha fatto comodo vendere o affittare a quei grossisti a prezzi ben più alti che ai commercianti italiani, in attesa di poter fare poi piazza pulita conoscendo i piano certo meglio dei grossisti cinesi ed avendo certo più connessioni di loro coi politici milanesi).

E ti chiedo: se a Paolo Sarpi ci fossero invece solo commercianti italiani, non "delocalizzabili", chi guadagnerebbe DOPO la realizzazione dei piani di Ligresti? A chi andrebbe in tasca la rivalutazione dei negozi e degli immobili? E cacciando i grossisti cinesi a chi andrà in tasca, invece e chi i perderà economicamente?

Se non si risponde a quete domande non si pu? forse approfondire serenamente il VERO PROBLEMA, che é quello su cui cerco di focalizzare l'attenzione.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Dubbio

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« Risposta #3 il: 22 Novembre, 2007, 00:39:03 am »
Mi spiace Cavallo, non pretendo di convincerti, ci mancherebbe, ma non troveresti alcun analista serio disposto ad affermare che dietro alla gestione del problema dei grossisti nel quartiere Sarpi ci sia la speculazione edilizia.

Come ho già notato in passato, in questa vicenda tu non parti dalla realtà per trarne analisi e valutazioni, ma parti da analisi preconfezionate per sovrapporle alla realtà.

Dai per scontata l'esistenza di dati di fatto che tali non sono (es. l'investimento in immobili da parte dei grossisti, che invece è del tutto marginale, poiché essi hanno prevalentemente investito in buonuscite ai precedenti conduttori italiani) e non consideri fatti decisivi nell'analisi immobiliare (es. l'assenza in quartiere di concentrazione di patrimonio immobiliare esistente in mano a grosse immobiliari, la presenza di una proprietà immobiliare invece diffusa e molto frazionata, unitamente all'unica forte presenza come maggior proprietario immobiliare di un ente pubblico).

Ma soprattutto sottovaluti gravemente il problema della convivenza, delle condizioni concrete in cui vive la gente, relegandola a problema fittizio, mentre invece è il problema reale, perché è il vivere male che genera aggressività e conflitti.

Ma tu hai bisogno di trovare sempre l'orco cattivo che progetta e fa il male, non puoi accettare che esso si insinui banalmente nella quotidianità.

Ti sfugge che sono molto di più le coppie che si separano perché litigano quotidianamente sul fatto che l'asse del cesso debba restare su (come la lascia il marito) o giù (come la lascia la moglie), che le coppie che si separano perché sono in disaccordo sulla visione del futuro dell'umanità.

Ti perdi nel gioco di parole tra deportazione e delocalizzazione e non vedi che la questione è che comunque lì i grossisti non ci possono stare prima di tutto perché il presupposto di economicità della loro attività è violare la legge sul carico e lo scarico delle merci.

Non esiste in tutta Milano alcun quartiere in cui cinquecento imprenditori esercitino quotidianamente la loro attività violando la legge, il che significa che non esiste alcuna possibilità di affermare che far rispettare la legge nel quartiere Sarpi significhi operare selettivamente.

I grossisti sanno bene che non vi è alcuna differenza tra il fare applicare rigidamente le norme in questione e farli andare via, solo tu ragioni come se la realtà fosse diversa, perché serve al tuo approccio preconcetto.

I grossisti hanno dichiarato apertamente che queste regole sono incompatibili con la loro attività e per questo non le osservano.

Questa è la realtà, ma non solo.

Ci sono gli anziani che hanno difficoltà di approvvigionamento perché sono scomparsi i negozi di vicinato.

Ci sono gli anziani che escono di casa il meno possibile perché temono di essere investiti dai carrelli sui marciapiedi.

Ci sono i genitori che fanno altrettanto con i bimbi piccoli, perché non c'è spazio per carrozzine e passeggini e l'aria è molto inquinata dagli scarichi dei furgoni.

Ci sono i residenti di molti palazzi che si trovano con l'aria irrespirabile per le esalazioni della formaldeide che i grossisti utilizzano per la conservazione della merce.

Ci sono i residenti che hanno difficoltà ad entrare od uscire in auto dai loro passi carrai, sempre occupati dai furgoni.

Mi fermo va, che non voglio annoiarti con queste piccole cose.
Per me è sbagliato considerarle tali, nell'interesse di chi come me crede che tante nazionalità, tante etnie che vivono insieme siano un valore, ci si deve convincere che poche cose dividono e fanno più male delle  vessazioni di tutti i giorni, della quotidiana regolarità degli abusi.

Quale delle nostre due diverse analisi sia giusta lo vedremo nei prossimi anni.
Ma augurati che sia la mia, perché se fosse la tua a Milano la possibilità di serena convivenza della comunità cinese imboccherebbe la strada presa a Prato.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

cavallo

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« Risposta #4 il: 22 Novembre, 2007, 01:57:23 am »
mi auguro anch'io che ad aver ragione sia tu perché tu descrivi una realtà con problemi che tutto sommato sono assai più facilmente risolvibili di quelli (che anhe il servizio di Report, tardivamente, segnalava) che riguardano l'assetto urbanistico-speculativo di un'intera città e le collusioni affaristico-politiche (e afaristico-mafose...) collegate ad un modello urbano che quando si realiza non é modificabile in pochi anni (come la localizzazione dei grossisti o il loro carico e scarico) ma (se non intervengono bombardamenti aerei e guerre) solo in molti e mlti decenni, a volte secoli.

Quello di cui non ti convinco é che ci sia un nesso fra speculazione su aree anche contigue a quella di Paolo Sarpi e manovre per mutare nuovamente il volto delle presenze a Paolo Sarpi (ma non mutarlo per rimetterci chi c'era...).

Quello di cui non mi convinci tu é che se 500 commercianti cinesi vanno via ci sono 500 commecianti italiani in grado di subentrare e ripristinare le "vecchie" reti commerciali che tanto mancano ai residenti; scusami, ma in tutta la Storia dell'Urbanistica europea (Parigi, Amsterdam, Berlino, Milano, Roma, Barcellona, ecc.) cara ad esempio al noto testo del Benevolo su cui si studia in tutte le Università italiane non esiste un solo esempio di una simile operazione.

Quando una zona viene così mutata strutturalmente e funzionalmente (coi grossisti, anche se mi risulta che ci siano anche negozi cinesi di altro tipo), se si impone coattivamente e in blocco la partenza di chi l'ha "occupata" commercialmente  non avviene MAI il ripristino dello staus quo ante, soprattutto (ed é questo che divide il mio pensiero dal tuo) se accanto si verificano operazioni urbanistico-edilizie che hanno il fine speculativo di incrementare il valore delle aree e degli mmobili (e ti ripeto quel che ti ho ià detto, la frammentazione ATTUALE delle proprietà non é affatto un ostacolo alla loro acquisizione in blocco da parte di pochissimi soggetti: é già avvenuto in decine di casi, da Vienna a Parigi a Roma a New York, alla Beirut disrutta dalla guerra civile da cui sono tornato da pochi giorni e dove si é verificato proprio questo, su un'area ben più vasta di Paolo Sarpi e con 32.000 proprietari,  truffati dal Berlusca locale, l'Hariri da poco assassinato).

Che le operazioni adiacenti e quel che avviene a Paolo Sarpi siano enomeni separati non ci credo, ma perfinom selo fossero stati inizialmente, l'interazione si fa oggettiva, é generata dai meccanismi della rendita edilizia, che certo sono più noti a Ligresti ed alla Moratti (e orse ad un'infima parte dei residenti italiani di Paolo Sarpi) che  ai grossisti cinesi.

Gli orchi (italianissimi), purtroppo, ci sono eccome ed hanno determinato  e continuano a determinare troppa parte del olto delle nosre città, nonostante tanti gridi di allarme di urbanisti, Italia Nostra e varie: credo tu conosca Milano, Roma, napoli, Agrigento, Palermo quanto me e sappia erfetamente che il saco edilizio degli anni '60, quello degli anni '80m e quello attuale sono incomparabilmente peggio dei grossisti cinesi.

Mi auguro davvero, senza spirito polemico,  di aver torto e auguro, come ho già detto una volta, ai residenti di Paolo Sarpi, ai loro anziani, ai loro bambini di non trovarsi entro il 2014-2017 (anni di completamento del nuovo sacco ligrestiano di Milano, secondo i progetti) in difficltà ben peggori di quelle certo non da sottovalutare dovute al cario e scarico dei grossisti cinesi e soprattutto di poter abitatre loro stessi ancora a Paolo Sarpi e non finire in quartieri magari vicino...ai grossisti cinesi deportati!

Sono catastrofista? Ma conosci Secondigliano a Napoli, lo Zen a Palermo, Corviale a Roma, i "Villaggi Nuovi" a Matera? sai da dove vengono gli  abitanti di quegli orrori? da zone dove negozine abitazioni sono saliti improvvisamente di prezzo  di 7-20 volte grazie ad interventi speculaivi prima "contigui" e poi interni. E non c'era un grossista cinese....

Vedremo chi ha ragione....

A proposito che ne pensano i residenti di Paolo Sarpi, comnque, delle operazioni immobiliari contigue: sono contenti, pensano di guadagnarci, non sono interessati perché concentrati sui grossisti cinesi e credono non li riguardino? Io su questo non so nulla.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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Dubbio

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« Risposta #5 il: 22 Novembre, 2007, 15:33:49 pm »
1)   Nessuno degli esempi da te addotti sulle concentrazioni di proprietà immobiliari succedute a situazioni di frammentazione ha caratteristiche che le rendano neppure lontanamente paragonabili a quella del quartiere Sarpi.

2)   La rendita di posizione del quartiere Sarpi aumenterà per una legge economica che era presente e operava ancor prima dell'avvento dei grossisti, e io lo dissi inascoltato già otto anni fa, quando il fenomeno ha avuto inizio.
Dissi che sbagliavano, e loro erano di opinione diversa.
Figurati che effetto mi fa sentire te che li tratti come vittime di una speculazione del cui avvento avevano tutti gli strumenti per rendersi conto, perché era non solo prevedibile, ma annunciata pubblicamente e programmata (forse a Roma non lo sapevate, ma a Milano si erano già scritti fiumi di inchiostro negli anni 90 su quello che oggi sta nascendo attorno al quartiere).

3)   L'argomento di cosa verrà dopo i grossisti non pu? essere portato a giustificazione e difesa della loro permanenza.
Inoltre, non sembri avere una conoscenza molto approfondita di una situazione che tuttavia giudichi senza esitazioni.
Infatti i negozi cinesi al dettaglio sono numerosi, spesso presenti da decenni, graditi dai residenti e storicamente ben integrati nel quartiere.
Accreditare questa vicenda come una manovra contro la comunità cinese è una delle falsità che alcuni rappresentanti dei grossisti hanno divulgato ai media in più occasioni, ma la realtà è ben diversa.
Nel quartiere Sarpi la comunità cinese è presente e gradita da quasi un secolo, sia pure in passato in misura numericamente molto inferiore e non credo affatto che questo muterà.
Ma i grossisti in quel quartiere sono indifendibili, non perché cinesi, perché grossisti.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »