finché i ristoranti italiani si sono presentati all'estero come "italiani", mescolando assieme risotti alla milanese, spaghetti, provoloni, pizza e tortellini, non hanno avuto lo stesso successo che hanno quando fanno conoscere le "ribollite" ed i fagioli toscani, la mozzarella di bufala campana ed i cannoli siciliani, i carciofi alla giudia romani e la fonduta valdostana (e si sono esposti concretamente all'omologazione su 4-5 stereotipi: pizza-spaghetti-babà), saturando il mercato e facendosi concorrenza al ribasso.
I ristoranti cinesi in Italia o almeno alcuni di loro possono smettere se vogliono di essere "scelti" solo per il basso prezzo (che deriva anche da una concorenza su prodotti eguali e stereotipati) e diversificare l'offerta (nessun Italiano va a "mangiare cinese" 1 volta alla settimana e neppure al mese, ma se comprende che ci sono differenze forti fra cucine di wenzhou, sichuan, beijing, guangdong pu? sceglierle alternativamente come farebbe (e spesso già fa) con le cucine coreana, vietnamita, giapponese, indiana, ecc. (o spacciate per tali).
Inoltre, i ristoranti italiani sono veicoli di diffusione all'estero dei cibi e delle bevande italiani, ne favoriscono l'export e il consumo casalingo in altri Paesi, al di là degli emigranti italiani e dei loro discendenti (anche attraverso iniziative promozionali e ricette), se si tratta di cibi si qualità e "regionali" (altrimenti vengono surclassati nei negozi da copie argentine, statunitensi, brasiliane, ecc.!) e lo stesso si potrebbe fare con il rapporto fra ristoranti cinesi e negozi di alimentari cinesi in Italia (in Francia già avviene, in parte, ad esempo a Parigi).
Infine, sarebbe il caso di aiutare a riscoprire le radici inesi di molti cibi italiani tradizionali (dal riso in giù) e le comunanze assai maggiotri di quel he ci viene fatto credere fra le cucine contadine italiane e cinese (zuppe, verdure, carni, ecc.); ad esempo, mia nonna (piemontese) e la nonna della mia compagna (siciliana) mangiavano entrambe zampe di gallina come nella cucina di wenzhou ma oggi la cosa sembra "strana" pure a me (ad alcuni sembra orribile) solo perché si é perduta l'abitudine (nella cucina italiana ci sono piatti altrettanto "orribili" a prima vista, dalle animelle, agli schinali, alla pajata, all'ossobuco, ecc. ma i ristoranti regionali italiani li servono a caro prezzo perché non si é persa l'abitudine). Tutto sta nella diversificazione, nella riscoperta, nella valorizzazione degli elementi immaeriali dei cibi e nella promozione adeguata.