té cinese - Richieste di Aiuto - Associna Forum

Autore Topic: té cinese  (Letto 4212 volte)

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Giada

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té cinese
« il: 03 Gennaio, 2008, 11:29:47 am »
Sapete dirmi dove comprare il miglior té cinese in Italia? Grazie
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Giada »

cinosuperior

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« Risposta #1 il: 03 Gennaio, 2008, 12:09:25 pm »
eh difficile trovare.

io bevo solo e unicamente rensheng wulong ma me lo devo far mandare per forza dalla cina perchè qua in italia non sò proprio dove trovare tè di particolare pregio
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cinosuperior »

Giada

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« Risposta #2 il: 03 Gennaio, 2008, 16:13:04 pm »
Che peccato! Il té cinese è davvero buonissimo, soprattutto il té verde.
Io me ne sono portata un po' al rientro dalla Cina ma ora è finito  :cry:
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ShaoYan

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« Risposta #3 il: 03 Gennaio, 2008, 16:54:53 pm »
Io prendo solo il thè della casa TEN FU è una ditta che ha le fabbriche a Fujian. Ma il rifornimento basta solo a me da sola! :-D
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cavallo

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« Risposta #4 il: 03 Gennaio, 2008, 17:18:06 pm »
ecco una bella idea per qualche operatore economico cinese che voglia diversificarsi dai settori in cui di solito  si concentra la presenza dei suoi colleghi e compatrioti (ristorazione, abbigliamento, calzature, oggettistica, alimentari)!!!

Una bella rivendita di té speciali, con annessa magari una sala da té (anche piccola, se in Centro Storico: a Roma ce ne sono poche, italiane, in Trastevere e ne é nata una russa vicino Via Arenula, a Parigi  che ne sono decine) e, perché no, libri sul té e (se la sala non é piccola e quindi i tavlini non sono microscopici) giochi da tavola cinesi (go, mah jong, xiang qi) a disposizione dei clienti!

Sapete a quanto viene venduto un té al tavolo in queste sale da té a Roma In genere almeno a 3,50-4,50 Euro, il che vuol dire che con 1 scatola da 500 g, che va bene per una cinquantina di dosi, si possono incassare anche 175-225 Euro (a cui vanno tolte certo le spese per il gas e tutte le altre spese generali, ma quanto costano 500 g di té eccellente....?).
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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j_nikki

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« Risposta #5 il: 03 Gennaio, 2008, 21:57:42 pm »
Citazione da: "cavallo"
...
Sapete a quanto viene venduto un té al tavolo in queste sale da té a Roma In genere almeno a 3,50-4,50 Euro, il che vuol dire che con 1 scatola da 500 g, che va bene per una cinquantina di dosi, si possono incassare anche 175-225 Euro (a cui vanno tolte certo le spese per il gas e tutte le altre spese generali, ma quanto costano 500 g di té eccellente....?).


so che nel 2006 a hangzhou, e' stato venduto 200g (mi sembra) di te' eccellente a piu' di 30000euro
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da j_nikki »
只有用掉的钱才是自己的,还没用的钱不知道是谁的。

cavallo

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« Risposta #6 il: 03 Gennaio, 2008, 23:23:15 pm »
é evidente che io non parlo di "té eccellente del livello di quello cotato da j-nikki venduto ad hangzhou  a 30.000 euro per 200 g!!!

Anche nei vini, in Italia, ci sono bottiglie da oltre 150 euro l'una, ma un vino eccellente si trova (bianco o rosso) anche a 16-20 euro a bottiglia e i ristoranti italiani fanno pagare 25 Euro il vino da 6, 50 euro quello da 15-20, i locali anche 400 euro un vino da 80-100, ossia praticano un ricarico in media del 300-400% (oltre tutto loro i vini li comprano all'ingrosso e risparmiano).

La stessa regola, ma con un ricarico asai maggiore, vale per le sale da té. Il té che viene venduto a 3,5-4,5 euro a persona é quello che costa al dettaglio 6-9 euro per 500 g e ribadisco che con 500 grammi ci si fanno circa 50 teiere, ossia si vende per un prezzo di circa 200 euro quel che al dettaglio costa 6-9; il ricarico é di oltre il 2.000% (quasi come sulla droga). Certo ci sono gli altri costi, ma c'é anche il fatto che il rezzo d'acquisto all'ingrosso é minore di quello stesso al dettaglio, ovviamente.

Allora chiedo: perché in Italia  a gestire simili sale di degustazione e vendita dei té non potrebbero, ad esempio a Roma e altrove, essere Cinesi, magari facendo conoscere meglio anche tipi di tè rari o poco noti(senza arrivare certo a quello da 30.000 euro...!), valorizazndo un elemento della cultura cinese (e vendendo pure le teiere e le tazze, ecc.) e magari facendo prezzi più bassi?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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cavallo

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« Risposta #7 il: 04 Gennaio, 2008, 00:19:19 am »
ecco alcuni esempi  di prezzi di té cinesi ( alcuni presentati come "speciali" o "rari" ) in Italia:

http://www.teaway.it/?p=table&t=query=teaType:yellow e seguenti (prezzi per acquisti on line): fra i 3 ed i 26 euro l'etto

o anche:

http://www.bottegadelte.it/Prodotti%20Cina.html

dove i prezzi sono indicati al grammo (e rapportati a 100 g vanno da  6 a 44 Euro)

ed ecco i prezzi dei "té lavorati":
http://www.signoredelte.com/senza%20nome34.htm  ossia da 0,40 a 3,60 Euro a pezzo, mentre i té sfusi in questo sito hanno prezzi da 3,10 a  33 Euro ogni 100 g.

Quanto alle sale da té (ed alcuni negozi di té rari), ecco quelle di Roma:
http://www.romeguide.it/FILES/locali/tea.htm

http://www.romamultietnica.it/inside.aspòid=594

NESSUNA E' CINESE anhe se alcune hanno té e teiere cinesi e se GREEN TE Green T. (che è anche un ristorante) ha una certa Yan, la Maestra del Tè, che introduce al ôTao del Tèö, il percorso di degustazione e conoscenza di Tè pregiati.


ed ecco una "casa del té" con annesso perfino museo, in provincia di Catania, a Raddusa:
http://www.lacasadelte.it/

Non trovate che sono spunti interessanti per Cinesi che vogliano diversificare...?
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marcowong

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« Risposta #8 il: 04 Gennaio, 2008, 09:54:50 am »
Citazione da: "cavallo"
Non trovate che sono spunti interessanti per Cinesi che vogliano diversificare...?


E' una idea che personalmente mi piacerebbe, e che qualche persona che conosco sta considerando.
Però  il tè per sua natura richiede un consumo lento ed i clienti occuperebbero verosimilmente il tavolo per un periodo lungo con una rotazione dei tavoli più vicina a quella di un ristorante che ad un bar, avendo un conto molto inferiore rispetto a quello di un ristorante e quindi con una maggior incidenza dei costi fissi su quelli variabili, ovvero ricarichi più elevati = un locale alto di gamma con tutto quel che ne consegue.
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Giada

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« Risposta #9 il: 04 Gennaio, 2008, 12:23:59 pm »
Citazione da: "cavallo"
Non trovate che sono spunti interessanti per Cinesi che vogliano diversificare...?


Anche secondo me è un'ottima idea. Anzi mi sembra strano che finora nessuno ci abbia pensato.

Tra l'altro è anche un modo per mettere in primo piano una tradizione millenaria della Cina e quindi fare aumentare la conoscenza della cultura cinese.
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cinosuperior

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« Risposta #10 il: 04 Gennaio, 2008, 17:37:26 pm »
l'idea mi era passato di testa ma abbandonata per la ridotta nicchia di consumatori in italia. ovviamente c'è la possibilità di lanciare la cultura del tè ma con le teste dure che c'è qua è un impresa al quanto difficult.
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cavallo

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« Risposta #11 il: 04 Gennaio, 2008, 20:32:37 pm »
per cinosuperior:

1) é vero che i consumi di té in Italia non sono alti (vedi: webhouse.unimc.it/economia/repo/30/2-2007i.pdf, uno studio fatto dalla LIPTON, che dà anche consigli per avviare un'attività sul té ) però...
* la media é 1 tazza ogni 12 giorni (3.200 tonnellate annue: 0,05 kg pro-capite), ma il 94% degli Italiani lo tiene in casa;
* si considera il té come INDISPENSABILE in casa;
* i dati riportati (vecchi purtroppo di 15 anni!!!) dimostrano una crescita continua dei consumi di té in Italia;
* dati puù recenti (2005: http://www.teaway.it/?p=today ) dimostrano ad esempio he si é psati da 63 g a 75 g a persona all'anno in Italia  e credo non si tratti di aumento GENERALIZZATO del consumo ma di aumento ALTO E SPECIFICO di té di qualità o presunti tali;
* il té nel 2006 ha comunque rappresentato da solo il 12% del mercato delle bevande calde in Italia, contro il 70% del caffé ed il 18% di tutte le altre (tisane, cioccolate, camomille,  ecc,.) messe assieme;(http://www.slideshare.net/saverio4zanet ... a-lavazza/)
* il té é già la bevanda calda a massima penetrazione in Italia se si esclude il caffè (http://www.bologna2000.com/modules.phpò ... &sid=12453); il té é usato dal 64% degli Italiani, cioccolata e camomilla solo dal 50%, le tisane dal 34%; ci? vuol dire anche che si pu? promuovere  il suo uso, visto che ci sono il 36% degli Italiani che non lo usa ancora;

Inoltre, un prodotto "di nicchia" non necessariamente coincide con un prodotto di largio consumo, ma é un prodotto che attira SPECIFICI SETTORI dei consumatori (in genere di fascia culturale medio-alta) per la sua qualità e per I SUOI ELEMENTI IMMATERIALI (storico-culturali) ed infatti io non parlo di promuovere la vendita di té in genere, ma sale in cui si consumino té rari, usando teiere cinesi, si posano acquistare té e teiere, si abbiano schede divulgative sul té, incontri, giochi da tavola cinesi, ecc.
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Milosh

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« Risposta #12 il: 08 Gennaio, 2008, 19:37:54 pm »
Non vorrei dire una cavolata! Ma a Prato esiste il giardiano del thè, c'è la sala per degustare il thè con la possibilità anche di mangiare qualche dolcino.
Visto che campano con la vendita di thè forse avranno dei thè particolari che magari in commercio sono rari e fra questi ci potrebbe essere qualche tipo di thè cinese. Invito ad andare a controllare chi ha la carta straccia ha anche lo sconto.   :wink:  :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Milosh »
Se il tuo attacco sarà potente allora la tua difesa sarà morbida. Se la tua difesa sarà potente il tuo attacco sarà morbido. tang lang

cavallo

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« Risposta #13 il: 08 Gennaio, 2008, 21:12:22 pm »
su "Il Giardino del Té" di Prato ci sono informazioni suInternet:
http://genioesapori.comune.prato.it/sap ... 7124521900
che fa capo alla società KEPOS (xche possiede anche un negozio di fiori e una cartoleria di lusso:
http://www.kepossrl.it/.

Premesso che NON E' gestito da Cinesi (ed é questo il fatto che mi stupisce, che nessun Cinese abbia avuto voglia di fare altrettanto), dà un esempio interessante di risposta ai legittimi dubbi  di marcowong.

E' chiaro, infatti, che un simile locale funziona se e solo se NON si basa SOLO sulle degustazioni (lente) dei tè, ma:
- vende anche té ed infusi confezionati;
- offre anche biscotti, dolci ed altre bevande;
- organizza degustazioni, incontri, mostre, serate musicali, conferenze, caratterizzandosi come polo culturale (guardate la ricchezza di questa iniziaiva realizzata in tale locale:
http://www.pratoblog.it/content/view/2774/346/).

In un locale gestito da Cinesi, io aggiungerei anche la vendita di:
- teiere, tazzine, ecc. in porcellana ma anche in ceramica (con ricarichi possibili assai alti, dati i prezzi che ad esempio si trovano nei negozi cinesi di Esquilino);
- stampe e immagini cinesi (su carta, su stoffa,  ecc.) ed altra oggettistica cinese non dozzinale (lacche, bacchette, cloisonné);
- libri e opuscoli sul té;
- cartoline di siti cinesi;
- DVD di films a soggetto storico-culturale;
- scacchiere di go, xiang qi, scatole di mah jong, ecc. (e organizzerei dimostrazioni e tornei di tali giochi).

Naturalmente il té dovrebbe restare il centro di tutto.

Spero di aver risposto ai legittimi dubbi di marcowong.
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« Risposta #14 il: 10 Gennaio, 2008, 08:51:03 am »
per gli Associni di Roma (ed i loro genitori) interessati a vedere come  pu? funzionare una sala da té multi-offerta (ed essere economicamente valida), ecco l'elenco di quelle esistenti nella città, NESSUNA DELLE QUALI GESTITA AUTONOMAMENTE DA CINESI ("Green T." ha cuochi cinesi per il ristirante ma non é un'azienda cinese).

http://www.romamultietnica.it/inside.as ... id_tool=22
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