per dubbio:
sì, credo che stiamo arrivando al nocciolo del problema delle differenze fra il modo di analizzare la realtà mio e tuo (e non ne faccio un drama perché, lo ripeto, so che dinanzi alle orde razziste siamo dalla stessa pate della barricata...):
Non si tratta solo del fatto che tu guardi il bicchiere mezzo pieno ed io quello mezzo vuoto (ad esempio tu dici che la legislazione é migliorata, io ti sottolineo invece le norme più anti-migranti approvate in Olanda, Regno Unito, Francia e le posizioni NON MARGINALI ma SEMI-MAGGIOPRITARIE E/O DI GOVERNO raggiunte da personaggi e linee politiche come Le Pen e Sarkozy a livello nazionale in rancia, da partiti razzisti in aree determinanti del Nord Italia, dell'Olanda, della Norvegia, ecc.: chi ha ragione?), né che ci confrontiamo su inezie (tu dici che vent'anni fa la legge Martelli non esisteva, beh "vent'anni" sai bene che é un modo di dire: la Martelli é stata approvata 18 anni fa, nel 1990), ma del fatto più significativo che tu non consideri "rappresentative" figure, concezioni che sono al centro di fenomeni socioculturali per me invece decisivi e che tu concentri la tua attenzione più sul mondo iuridico (trattati e simili) che su quello delle sue concrete applicazioni.
Infatti tu dici:
"Se tu consideri "massimi livelli di espressione dell'occidente" il pensiero di Ratzinger e della Fallaci, abbiamo trovato una delle cause delle differenze nelle nostre analisi"
Beh, Ratzinger non é un consigliere comunale leghista, ma il pontefice di circa 800 milioni di cattolici nel Mondo, uno che qualche influenza su milioni di eletori, sulle legi italiane (dalla fecondazione assistita ai PACS) e soprattutto sull'immaginario collettivo ce l'ha e pi? non piacerci e non mi piace) ma credo sia più "rappresentativo" di Enzo Biagi, di Levi-Strauss, di padre Zanotelli o di tutti gli Associni mesi assieme; la Fallaci é letta da milioni di persone in Italia ed é promossa perfino nelle librerie Feltrinelli e credo che tu ed io influenziamo l'opinione pubblica un po' meno di lei...
Tu non riconosci che oggi (e non solo oggi) l'Occidente é "rappresentato" da personaggi televisivi come Vespa, da politici come Berlusconi e Bush, da messaggi mediatici xenofobi e, lo ripeto, da una rimozione di ogni analisi critica seria sulle radici e gli orrori (occidentali) del "razzismo moderno" assai più che da Mandela, da Camilleri o dal commercio eqo e solidale e questo ti porta a credere "impropri" certi miei paralleli.
Peccato che la Germania di Weimar era più aperta, democratica e progressiva dell'Europa di oggi, a prima vista, con diritti sociali e sindacali all'epoca impensabili, con una satira e cabaret più liberi di quelli attuali, con autori come Brecht, movimenti come la Bauhaus, con una integrazione degli Ebrei assai ben funzionante, un livello culturale superiore a quello medio italiano e francese di oggi, una tradizione culturale che annoverava Beethoven, Kant, Hegel, ecc. eppure furono fantocci inizialmente marginali come il caporale-imbianchino Hitler (che neggli anni Venti prendeva il 2,7% alle elezioni, metà di Bossi), come Himmler, come Goebbels, come Goering a prevalere con il beneplacito di industriali (alla Montezemolo?), banchieri-politici (alla Dini?), gruppi editoriali (alla Mondadori?) e produrre quell'orrore che entrambi conosciamo perché questa gentaglia:
- sfruttò il crollo economico che travolse le certezze delle classi medie e di fasce del proletariato;
- si alimentò degli elementi mai estirpati del nazionalismo xenofobo tedesco, che tanti "uomini di cultura" non avevano mai aggredito nelle Università, nelle scuole, nei giornali, nell'"immaginario collettivo";
- cavalcò l'antipolitica e lo schifo di tanti verso la litigiosità della cosiddetta "classe politica" e le divisioni suicide della "sinistra";
- identificò un capro espiatorio (gli Ebrei, non più ripetibile oggi e SOLO PER QUESTO si scelgono gli "immigrati") e lo additò agli insoddisfatti, ai disillusi, ai confusi (oggi direi...ai milioni che guardano "Porta a Porta" e "L'Isola dei famosi").
E non aveva quell'arma tremenda di rincretinimento e mobilitazione su temi viscerali e quindi ottima per il "nuovo fascismo" che é la TV (hai presente l'analisi di Pasolini?). Io certi paragoni li faccio perché, ad esempio, Turati sosteneva nel 1919-1920 proprio quel che dici tu oggi, ossia che la legislazione (ad esempio il diritto di voto senza limiti censuari, quelli sindacali, ecc.) era in miglioramento e gli "estremisti" (fascisti) erano "marginali" e la socialdemocrazia tedesca parlava nel 1927 di "un'Europa che si avvia verso il cosmopolitismo, superando le ferite della Guerra Mondiale e la crescita della giustizia sociale". C'era solo il povero Gramsci (certo più capace di me di fare analisi) a far notare che l'"egemonia" (concetto di cui si intendeva e che magari sarebbe bene ristudiare) delle forze irrazionali, clerico-conservatrici, "nere" stava montando nella società e si andava verso quella che lui chiamò non "controrivoluzione" ma "rivoluzione conservatrice" (termine usato appropriatamente da Biagi e Montanelli non per Berlusconi ma per il Berlusconismo), per sottolinearne l'intreccio fra novità e vechiezza.
Tutti i movimenti xenofobi, militaristi e fascisti (occidentali di nascita o di ascendenza, compresi quello giapponese) hanno prevalso solo grazie all'illusione di tanti, troppi democratici che si trattasse di "fenomeni marginali", mentre sono infezioni che se non combattute all'inizio (e non facendo loro concorrenza con concezioni e provvedimenti securitari...) portano la cancrena a tutto l'organismo sociale, specie quando esso é colpito da crisi economica grave.
Per questo io preferisco vedere il bicchiere mezzo vuoto, perché il rischio é che ci venga sottratto l'intero bicchiere e non solo il contenuto e venga sostituito (come pensava Primo Levi, che per questo si é ammazzato) dalla gavetta del soldato o del prigioniero...
E vorrei che le seconde generazioni capissero più ancora degli "autoctoni" questo rischio perché tu ed io sappiamo chi sono, stavolta, i "nuovi Ebrei" (i migranti), di cui parlano esplicitamente (e senza reazioni dure di ANPI, CGIL, ARCI, PD, RC, PdCI, ecc.) Gentilini, Bossi, Calderoli, Storace, Le Pen, Santanché, Rauti, ecc. (e ripeto, prima del nazifascismo nessuna forza paragonabile a queste che tu credi "marginali" governava città come Milano, Verona, Rotterdam, regioni come la Carinzia o la Lombardia, ecc.) e più "elegantemente" Sarkozy, Fini, Haider (e prima del nazifascismo nessuno come loro era mai stato al governo nazionale in Paesi come Italia, Francia, Austria, Olanda, ecc.)!