Migranti ad Esquilino: alcuni risultati della ricerca-azione - Generale - Associna Forum

Autore Topic: Migranti ad Esquilino: alcuni risultati della ricerca-azione  (Letto 978 volte)

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EsquilinoPlurale

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Migranti ad Esquilino: alcuni risultati della ricerca-azione
« il: 11 Novembre, 2005, 11:47:00 am »
RIFLESSI ARCOBALENO:
LE FORME DELLA COMUNICAZIONE ALL’ESQUILINO

Il giorno 15 Novembre 2005, alle 16,00, presso la Facoltà di Studi Orientali dell’Università ôLa Sapienzaö, in via Principe Amedeo, si terrà la Tavola Rotonda ôRiflessi Arcobaleno û Migranti, commercio e comunicazione sociale: risorse non riconosciute all’Esquilinoö, durante la quale verranno presentati i primi risultati di una  ricerca-azione condotta dal Gruppo Esquilino Plurale e dall’Associazione VersOriente.
Nel Rione Esquilino vivono e lavorano persone provenienti da tutto il mondo, e soprattutto dall’Asia Orientale (Cina, Sri Lanka, Bangladesh, Pakistan, India); il mercato dell’Esquilino, nell’ex-caserma Sani, è ormai da anni un mercato ôetnicoö dove si trovano cibi esotici, stoffe, spezie e dove ogni giorno cittadini italiani e migranti si incontrano. Esiste, però, un dialogo organico e continuativo tra le presenze sociali eterogenee di Esquilino?
Il gruppo Esquilino Plurale sta svolgendo una ricerca-azione nel Rione dal mese di Aprile 2005, occupandosi delle molteplici forme di comunicazione esistenti nel territorio, con particolare attenzione a come le comunità di migranti comunicano (o non comunicano) al loro interno, con le altre comunità e con gli italiani residenti. La ricerca è stata centrata sull’analisi dei manifesti affissi a Piazza Vittorio e via Principe Amedeo e dei linguaggi commerciali, utilizzati nei diversi negozi e nell’elenco ôPagine Gialleö dei commercianti cinesi.
L’affichage sotto i portici di Piazza Vittorio e lungo i muri delle vie adiacenti (soprattutto via Principe Amedeo) risulta essere una delle principali vie di comunicazione per i migranti che risiedono, lavorano o transitano ad Esquilino, seppure l’uso di questo mezzo si differenzi per quantità e per qualità tra le varie comunità. Il contenuto dei manifesti varia molto a seconda della nazionalità, spaziando dalla politica alla pubblicità di eventi culturali, più o meno legati alle tradizioni dei paesi di origine, dalla promozione di esercizi commerciali a quella di servizi.
Le due considerazioni che sono emerse immediatamente dalle osservazioni fatte durante la ricerca-azione, riguardano la massiccia e a volte ôviolentaö presenza di manifesti affissi da Casa Pound, uno spazio occupato da neo-fascisti in via Napoleone III, e la pressoché totale assenza di manifesti cinesi.

Le comunità più rappresentate dai manifesti affissi nei principali luoghi di passaggio e di incontro del Rione, risultano senz’altro quella bengalese e quella srilankese: la prima radicata sul territorio attraverso la presenza di due associazioni di riferimento (Dhuumcatu e Associazione Bangladesh-Italia), di molti esercizi commerciali (ristoranti e bigiotterie) e della rappresentanza italiana di un partito politico bengalese (Awami League); la seconda, invece, poco presente dal punto di vista abitativo e commerciale ad Esquilino, ha però in uno sportello di informazione per migranti a via Giolitti un suo nodo simbolico  importante a livello cittadino, gestito dalla Associazione Sri Lankesi in Italia e dal Fronte di Liberazione Popolare dello Sri Lanka. Entrambi questi soggetti sociali hanno connotati politico-identitari abbastanza netti, e affiggono per lo più per pubblicizzare dibattiti sulla cultura bengalese e srilankese, feste tradizionali, manifestazioni politiche a sostegno dei diritti degli immigrati.
Abbastanza numerosi sono anche i manifesti delle comunità latino-americane, che però sono esclusivamente avvisi di concerti e di feste inneggianti la tradizione centro-sud americana, senza avere nessuna caratterizzazione politica o sociale e senza far capo a soggetti associativi attivi sul territorio. La comunità cinese è una delle meno rappresentate attraverso le forme di comunicazione pubblica, nonostante sia la più numerosa nel Rione. Si è rilevata una quasi totale assenza di manifesti affissi, sia di pubblicità commerciali che di eventi culturali o musicali. Le affissioni della comunità cinese, tuttavia, oltre ad essere quasi del tutto assenti, sembrano non  partecipare a questa varietà di messaggi: nei quattro mesi della ricerca sono stati rilevati, infatti, solamente manifesti a carattere commerciale in lingua cinese e senza alcun tipo di decorazione o immagine.

Particolarmente interessante è stato notare, poi, le modalità di esposizione della merce nelle vetrine dei negozi: in quelli di abbigliamento l’esposizione è ridotta al minimo e appare molto poco curata rispetto al cliente di passaggio, forse a causa del fatto che la principale attività è la vendita all’ingrosso; i negozi di alimentari, ugualmente, non sembrano curare in modo particolare l’esposizione dei prodotti, né dentro i locali né nelle vetrine. Per questa seconda tipologia di negozi cinesi la poca attenzione all’estetica della vendita si spiega più difficilmente, avendo gli alimentari la necessità della vendita al minuto, che potrebbe essere maggiormente stimolata da una diversa organizzazione dell’esposizione, che punti magari sul carattere immateriale e culturalmente esotico dei prodotti in vendita.
Il rapporto tra i commercianti cinesi e il territorio è così apparso quasi inesistente, e la mancanza di tentativi di apertura al gusto e alle aspettative dei residenti italiani potrebbe diventare un’ulteriore spinta verso fenomeni xenofobi e razzisti, che già non scarseggiano nel quartiere.
La comunità cinese, infatti, è bersaglio simbolico privilegiato delle invettive dei diversi soggetti sociali legati alla destra, molto più di quanto non lo siano le comunità bengalese e srilankese, le quali sembrano aver intrecciato maggiori relazioni con il tessuto sociale dell’Esquilino, utilizzando maggiormente (anche se in modo non organico) i significati immateriali della loro presenza, commerciale e non.
I diversi soggetti associativi italiani agenti nel Rione sono quasi del tutto assenti dalla comunicazione murale. Questa assenza potrebbe essere una delle ragioni della frammentazione e della poca comunicazione tra i soggetti migranti e quelli italiani che operano nel campo dell’intercultura e della promozione del dialogo sul territorio, che a parte per poche eccezioni non sembrano avere una forte ricaduta sulla realtà sociale.
Il progetto Esquilino Plurale vuole far emergere nella Tavola Rotonda del 15 Novembre queste ed altre contraddizioni interne alla convivenza nel Rione tentando, attraverso il coinvolgimento e la collaborazione attiva dei migranti, di promuovere iniziative sociali che rompano il muro di non-comunicazione che caratterizza il Rione per far sì che l’Esquilino, oltre ad essere simbolo della multiculturalità nella città di Roma, diventi anche un reale spazio di dialogo interculturale, di sperimentazione e mutuo riconoscimento.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da EsquilinoPlurale »