ecco le motivazioni riportate da La Repubblica:
Le reazioni non si fanno attendere. "E' improponibile il diritto di voto agli immigrati slegato dalla cittadinanza" spiega Luca Volontè dell'Udc, a proposito dell'appello di Veltroni. "Senza la cittadinanza, più seria nei tempi e nelle prove da superare, non è ragionevole immaginare di concedere il diritto di voto". Una "proposta fuori dal mondo" per il leghista Luciano Dussin: "Solo il segretario di un partito da museo delle cere poteva pensarla". E continua: "Siamo convinti che la normativa che c'è già vada bene per cui dopo dieci anni un immigrato che è nel nostro Paese fa domanda di cittadinanza e dopo che l'ha ottenuta vota. La Costituzione vieta qualsiasi altra forma di partecipazione alle consultazioni", conclude.
Sulla stessa linea Maurizio Gasparri: "La Costituzione non si cambia, la solidarietà agli immigrati in Italia è forte". Antonio di Pietro gela l'iniziativa di Veltroni. "Non si metta a fare annunci anzi tempo e fuori tempo. E' inutile scrivere al presidente della Camera di mettere all'ordine del giorno una proposta di legge che non è stata ancora presentata e dei cui contenuti non conosciamo né capo né coda".
Per Gianfranco Rotondi (Pdl) "solo una politica responsabile e che non fa polemiche speciose pu? trovare dei punti di confronto seri e non strumentali su temi delicati come quello del voto agli immigrati". Secondo Paolo Ferrero, leader di Rifondazione, "Veltroni ha ragione e in questo senso mi sono sempre mosso, a costo di ricevere feroci e scomposte critiche, per lo più dai partiti di destra, quando ho avuto responsabilità di governo".