Dedicato alle seconde generazioni - Poesie & Pensieri - Associna Forum

Autore Topic: Dedicato alle seconde generazioni  (Letto 1478 volte)

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Dubbio

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Dedicato alle seconde generazioni
« il: 22 Settembre, 2008, 08:59:51 am »
Non so se è la sezione giusta per postarlo, perché non è un racconto mio, ma mi è parso giusto metterlo qui, come se l'autore, che è uno scrittore italiano, fosse un utente di questo forum.

Il futuro dei miei
Racconto di Alessandro Ghebreigziabiher
 
Su una nave. In mare. Da qualche parte.
½Zio Amadou??.
½Sì...?
½Zio??.
½Sì??.
½Mi senti??.
½Sì che tl sento...?.
½Ma non mi guardi.. .?.
L'uomo si volta ed accontenta il nipote. ½Stai tranquillo, gli dice inarcando il sopracciglio sinistro, le mie orecchie funzionano bene anche senza l'aiuto degli occhi...?. E si volta a studiare le onde.
Il ragazzino, poco più di sei anni, lo osserva dubbioso, tuttavia si fida e riattacca: ½Zio... Tu conosci bene l'Italiano?? .
½Certo, laggiù ci sono già stato due volte?.
½Conosci proprio tutte le parole??
½Sicuro,Ousmane?.
Il nipote si guarda in giro, come se avesse timore di essere udito da altri, e arriva al sodo: ½Cosa vuoI dire extracomunitario??.
L'uomo, alto e magro, ha trent'anni, ma la barba grigia gliene aggiunge almeno una decina. Non appena coglie l'ultima parola del bambino, si gira di scatto e fissa i propri occhi nei suoi.
Trascorre un breve istante che tra i due sa di eternità, possibile solo in un viaggio in cui è in gioco la vita.
½Extracomunitario, dici?, ripete abbozzando un sorriso sincero, extracomunitario è una bellissima parola. I comunitari sono quelli che vivono tutti in una stessa comunità, come gli italiani, e l'extracomunitario è colui che ne entra a farne parte arrivando da
lontano. Non appena i comunitari lo vedono capiscono subito che ha qualcosa che loro non hanno, qualcosa che non hanno mai visto, un extra, cioè qualcosa in più. Ecco, un extracomunitario è qualcuno che viene da lontano a portare qualcosa in più?.
½E questo qualcosa in più è una cosa bella??.
½Certamente!, esclama Amadou accalorato, tu ed io, una volta giunti in Italia, diventeremo extracomunitari. lo sono così così, ma tu sei di sicuro una cosa bella, bellissima?.
L'uomo riprende a far correre lo sguardo sulla superficie dell'acqua, quando Ousmane lo informa che l'interrogatorio non è ancora terminato: ½osa vuol dire immigrato??.
Lo zio stavolta sembra più preparato e risponde immediatamente: ½Immigrato è una parola ancora più bella di extracomunitario. Devi sapere che quando noi extra comunitari arriveremo in Italia e inizieremo a vivere lì, diventeremo degli immigrati?.
½Anche io??.
½Sì, anche tu. Un bambino immigrato. E siccome sei anche un extracomunitario, cioè uno che porta alla comunità qualcosa in più di bello, tutti gli italiani con cui faremo amicizia ci diranno grazie, cioè ci saranno grati. Da cui, immigrati. Chiaro??.
½Chiaro, zio. Prima extracomunitari e poi immigrati?.
½Bravo?, approva Amadou e ritorna soddisfatto ad ammirare il mare che abbraccia la nave.
Ci? nonostante, non ha il tempo di lasciarsi rapire nuovamente dai flutti che il bambino richiama ancora la sua attenzione: ½Zio...?.
½Sì??, fa l'uomo voltandosi per l'ennesima volta.
½E cosa vuoI dire clandestino??.
Questa volta Amadou compie un enorme sforzo per sorridere, tuttavia riesce nell'impresa: ½Clandestino... Sai, questa è la parola più importante. Noi extracomunitari, prima di diventare immigrati, siamo dei clandestini. I comunitari, come quasi tutti gli italiani che incontrerai di passaggio, molto probabilmente ancora non lo sanno che tu hai qualcosa in più di bello e qualcuno di loro potrà al contrario insinuare che sia qualcosa di brutto. Tu non devi credere a queste persone, mai. Promettilolò. Il tono dell'uomo diviene
all'improvviso aggressivo, malgrado Amadou non se ne accorga.
½Lo prometto!? si affretta a rispondere il bambino, sebbene non sia affatto spaventato.
½Per quante persone possano negarlo, prosegue lo zio, tu sei qualcosa in più di bello e questo a prescindere se tu diventi un immigrato o meno, a prescindere da quel che pensano gli altri. E lo sai perché??.
½Perché??.
½Perché tu sei un clandestino. Tu sei il destino del tuo clan, cioè della tua famiglia. Tu sei il futuro dei tuoi cari...?.
L'uomo riprende ad osservare il mare.
Ousmane finalmente smette di fissare lo zio e si volta anch'egli verso le onde.
Mi correggo, il suo sguardo le sovrasta e punta oltre, all' orizzonte. ½Sono il futuro dei miei...?, pensa il bambino. Le parole si mescolano ad orgoglio e commozione, gioia e fierezza. E chi pu? essere così ingenuo da pensare di poterlo fermare?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

marcowong

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« Risposta #1 il: 22 Settembre, 2008, 13:41:33 pm »
Dubbio grazie del pensiero. In realtà non so se il racconto è verosimile, io personalmente certe sensazioni e certe emozioni me le sono sempre chiuse dentro di me e penso che lo stesso sia avvenuto per i miei genitori.
Non abbiamo mai molto parlato di alcuni temi e certe cose che avrei voluto esprimere l'ho fatto dopo tanto e l'ho affidato ad uno scritto, pubblicato su un giornale ma che era destinato a mio padre.
E chissà che quel racconto non sia in realtà un dialogo che non è potuto avvenire.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

Idra

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« Risposta #2 il: 22 Settembre, 2008, 16:01:27 pm »
Assomiglia a un pezzo del film "La vita è bella" di Roberto Benigni dove l'attore traduce tutte le regole del lager in cui sono deportati lui e il figlio in parole belle, con l'amarezza dell'ascoltatore di turno. Ovvio che non voglio paragonare le due situazioni, era per cogliero come la sofferenza di un bimbo, da qualunque fonte derivi, è quanto di più doloroso per il proprio genitore.
Io non ho mai pensato a questo modo di intendere questi termini, penso invece spesso ai bimbi che per un motivo o l'altro vengono portati nell'età intorno ai 6-10 anni in Italia, di come abituati agli affetti della famiglia nel proprio paese d'origine, dei compagni degli asili e scuole, del giornalaio o del gelataio, si possano trovare in situazioni in Italia, paese che nel loro immaginaro e nel periodo iniziale del loro soggiorna sembra così bella, dove certe situazioni e certe persone li fanno comprendere che non sono desiderati per un semplice motivo. Questo motivo è racchiuso nella parola extracomunitario, straniero, clandestino.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Idra »