alcuni mesi fa ho partecipato a Roma ad un interessantissimo incontro alla facoltà di Studi Orientali, organizzato da marcowong, su alcuni elementi dell'essere impresa in Cina e che includeva esattamente una presentazione assai dettagliata dei meccanismi (in Cina e nell'emigrazione) del guanxi, che peraltro sono spiegati anche nei libri recentemente usciti (tipo "Chi ha paura dei Cinesi?" e "I Cinesi non muoiono mai").
é una dimensione socialmente, emozionalmente, economicamente ed antropologicamente interessantissima, che purtroppo talora viene erroneamente confusa da chi cinese non é (ed anche da rappresentanti di Università o Questure) con le logiche mafiose (rafforzando gli stupidi stereotipi in materia), mentre va invece confrontata con le istituzioni sociali (perché tale é il guanxi antropologicamente) esistenti in India e nel mondo islamico, sia di derivazione berbera che di derivazione persiana.
l'elemento interessantisimo sta nel fatto che come marcowong ha spiegato si tratta di un concetto dinamico (a differenza della "sippe" dell'altomedioevo germanico, da cui deriva parte della legge salica), ossia che permette di includere, in forme diverse, al di là dei parenti di sangue ed acquisiti (due cose antropologicamente già completamente diverse fra loro; si vedano le conseguenze di tale differenza nelle culture ebraica, Rom e araba), anche persone che abbiano condiviso una esperienza lunga e significativa assieme (compagni di scuola, compagni d'arme, ecc.), secondo una concezione che potrebbe essere paragonata alla "camaraderie" francese.
sarebbe estremamente utile, culturalmente e nella battaglia contro la diffusione di infami stereotipi culturali in Italia, che Associna nel 2009 organizzasse, magari con la Facoltà di Studi Orientali di Roma (o di Venezia?), un Seminario serio, con interventi mirati e polivalenti, sugli aspetti umani, economici, sociali, antropologici, perfino letterari del guanxi.