Due locali commerciali in vendita zona Esquilino - page 2 - Bacheca Annunci - Associna Forum

Autore Topic: Due locali commerciali in vendita zona Esquilino  (Letto 5249 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

marcowong

  • Socio di Associna
  • Livello: Cittadino del Mondo
  • *
  • Post: 2.010
    • Mostra profilo
    • http://www.marcowong.it
Re: Manca il servizio
« Risposta #15 il: 19 Febbraio, 2009, 09:44:00 am »
Citazione da: "iocaws"
Perchè l'associazione dei commercianti cinesi dell'Esquilino non si attiva per farlo? Siamo sicuri che questa cosa interessi alla comunità cinese?
Ciao
Iocaws


La domanda è mal posta perchè implica che esista unA comunità cinese, mentre invece esistono tante comunità cinesi. A Roma ci sono più di una dozzina di associazioni così come nelle altre grandi città.
Per quanto riguarda il discorso delle filiere, si va molto attraverso il passa parola, e non a caso uno dei mezzi di comunicazione più efficaci sono gli annunci nelle bacheche.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

Dubbio

  • Visitatore
Re: Manca il servizio
« Risposta #16 il: 19 Febbraio, 2009, 09:51:33 am »
Citazione da: "marcowong"
A Roma ci sono più di una dozzina di associazioni così come nelle altre grandi città.

Questa cosa è molto vera, ed è una delle principali difficoltà, mai espresse nei resoconti giornalistici, che trovano le istituzioni locali nel rapportarsi con i commercianti cinesi.

Non si sa mai con chi parlare e chi rappresenti chi.

Perché questa frammentazione, non si fidano tra loro?
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

iocaws

  • Livello: Turista di passaggio
  • *
  • Post: 23
    • Mostra profilo
Hai ragione solo che c'è un particolare
« Risposta #17 il: 19 Febbraio, 2009, 09:52:26 am »
Hai ragione Marcowong, senza dubbio funziona il passaparola e gli annunci nelle bacheche, il problema è che sono annunci in cinese in bacheche cinesi, quindi inaccessibili ai non-cinesi, con cavallo ad un certo punto abbiamo parlato della mancanza della doppia lingua(in molti casi) e quindi della limitazione delle attività ai soli membri delle comunità cinesi.
Ti faccio un esempio stupidissimo, ora dobbiamo fare dei lavori nel nostro palazzo, mi farebbe piacere poter portare dei preventivi fatti da società cinesi che si occupano di queste cose(secondo il solito elenco telefonico del commercio cinese a Roma ce ne sono diverse), apri la pagina 242-243, ovviamente all'occhio va immediatamente la pagina 243, ma è scritta completamente in cinese e su Internet non si trovano informazioni sulla società(almeno in italiano), questo è il problema di cui discutevamo con cavallo.
Cari saluti
Iocaws
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da iocaws »

cavallo

  • Livello: Cittadino del Mondo
  • *****
  • Post: 14.723
  • Sesso: Maschio
  • silvio marconi, antropologo e ingegnere
    • Mostra profilo
(Nessun oggetto)
« Risposta #18 il: 19 Febbraio, 2009, 11:29:50 am »
l'idea che esista UNA "comunità cinese", spesso banalizzata facendola coincidere col falso concetto territoriale di "ChinaTown", che é del tutto improprio a Paolo Sarpi o all'Esquilino (o se é per questo che esista UNA comunità bengalese, che é invece lacerata da lotte politiche, da gruppi familiari, da associazioni, ecc., UNA comunità italiana a New York, UNA comunità maghrebina a parigi, UNA comunità marocchina a torino) é figlia del sistema classificatorio di matrice anglosassone adottato dalla sociologia occidentale. In GB, infatti, la struttura stessa dei rapporti fra migranti ed Istituzioni si basa sulla forzatura verso questo concetto, che trova la sua corrispondenza storica solo nei "millet" dell'Impero Ottomano...

Il fatto é che le Istituzioni italiane sono andate nello stesso senso, ad esempio lottizzando per origine geografica le rappresentanze nelle Consulte dei migranti, come se tutti i Cinesi o tutti i Senegalesi fossero un corpus unico e non avessero invece naturalmente frammentazioni.

E' un modo un po' razzista di credere che le collettività dei migranti sono realtà sociologicamente più "semplici" di quelle di romani, napoletani, milanesi che sono tutt'altro che omogenee (per ideologia, interessi economici, status sociale, tifoseria sportiva, gusti musicali, ecc.), che fa il paio con il modo altrettanto razzista di credere che nelle società occidentali la legge debba essere studiata dai giuristi, la sociologia dai sociologi, l'arte dagli storici dell'arte, la religione dagli storici delle religioni, ecc. mentre per le società non-Occidentali a noi Occidentali basta la figura onnicomprensiva dell'etnologo-antropologo.

anche io, anche noi usiamo "comunità cinese" in senso del tutto improprio.

rest il fatto che esistono certamente affinità (se non altro per il fatto di avere una lingua comune, almeno scritta, diversisima dall'Italiano e per le condizioni insite nell'essere stranieri) fra gli operatori commerciali (meno disomogenei socioeconomicamente che rispetto alle badanti, ai manovali, ecc.) cinesi ad esquilino e che le associazioni esistenti non li aiutano adeguatamente a fare di queste affinità (e anche della creatività individuale e delle differenze, perché no) ricchezze, valori, opportunità, come proprio le logiche della filiera e della rete permettono/richiedono.

perchè esse non si basano affatto sull'omologazione e la standardizzazione, ma su una diversificazione non selvaggia, su un'articolazione fra pluralità di scelte e correlazioni.

senza un ruolo trainante di alcuni soggetti individuali cinesi o seconde generazioni e, possibilmente, di 1-2 delle tante (troppe) associazioncine cinesi tutto ci? resterà impossibile.

spiace, personalmente, che quel che ho visto fare in Andalusia e Catalogna, a Parigi e ad Istanbul, a Trento e a Siena, quel che io ho contribuito a fare in aree difficili dell'Etiopia e in Tunisia, in Nicaragua e in Ghana, in Libano e in Siria non si riesca a fare né con gli operatori cinesi, né con quelli italiani a Roma, a Mazara del Vallo, a Lecce, a Genova...
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

Dubbio

  • Visitatore
(Nessun oggetto)
« Risposta #19 il: 19 Febbraio, 2009, 14:19:20 pm »
Citazione da: "cavallo"
anche io, anche noi usiamo "comunità cinese" in senso del tutto improprio.

Ma che c'entra, io non mi riferivo alla comunità cinese, ma alle dinamiche di sviluppo delle associazioni di categoria.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

vasco reds

  • Livello: Cittadino del Mondo
  • *****
  • Post: 12.160
  • Sesso: Maschio
  • vasco rossi andrologo, psicoterapeuta
    • Mostra profilo
Re: Hai ragione solo che c'è un particolare
« Risposta #20 il: 19 Febbraio, 2009, 14:48:07 pm »
Citazione da: "iocaws"
Ti faccio un esempio stupidissimo, ora dobbiamo fare dei lavori nel nostro palazzo, mi farebbe piacere poter portare dei preventivi fatti da società cinesi che si occupano di queste cose(secondo il solito elenco telefonico del commercio cinese a Roma ce ne sono diverse), apri la pagina 242-243, ovviamente all'occhio va immediatamente la pagina 243, ma è scritta completamente in cinese e su Internet non si trovano informazioni sulla società(almeno in italiano)


La questione è molto semplice iocaws, la guida telefonica in questione è rivolta a consumatori di lingua cinese per vari motivi.... :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

cavallo

  • Livello: Cittadino del Mondo
  • *****
  • Post: 14.723
  • Sesso: Maschio
  • silvio marconi, antropologo e ingegnere
    • Mostra profilo
(Nessun oggetto)
« Risposta #21 il: 19 Febbraio, 2009, 14:59:22 pm »
Dubbio, io riprendevo la giusta osservazione di marcowong sul fatto che NON ESISTE UNA sola comunità cinese a Roma (e direi ovunque)...

la frammentazione fra associazioni commerciali ha a che vedere parzialmente con quel fatto ma anche con altri denomeni:
- suddivisioni geografiche sia pure nella stessa regione;
- suddivisioni di origine sociale (città/campagna; pianura/montagna, ecc.);
- anzianità di arrivo e di rapporto con le Istituzioni;
- volontà di usare la "propria" asociazione per dare visibilità a se stessi ed ai propri "collegati" dinanzi alle autorità cinesi ed italiane;
- differenze nelle forme operative economiche (import/export, ingrosso, show rooms, servizio, ristorazione,  ecc.);
- scarsa padronanza dei meccanismi associativi italiani e carenza di consulenza istituzionale ed associativa italiana;
- assenza di strutture centralizzate e di "cinghie di trasmissione" del PCC;
- distacco tra l'attività lavorativa cinese e le iniziative sostanzialmente accademiche, teoriche, salottiere, ricreativo-culturali, senza collegamento "a rete" e senza progetto strategico dei soggetti associativi italiani "buonisti" (ossia puramente non xenofobi) e di quelli dei migranti ad essi più vicini, a fronte dell'attivismo pragmatico, aggressivo, concreto, dotato di strategie (sia pure criminali), capace di sinergie a rete delle forze del razzismo, della sinogobia, ecc.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)

marcowong

  • Socio di Associna
  • Livello: Cittadino del Mondo
  • *
  • Post: 2.010
    • Mostra profilo
    • http://www.marcowong.it
Re: Manca il servizio
« Risposta #22 il: 19 Febbraio, 2009, 15:30:54 pm »
Citazione da: "Dubbio"
Questa cosa è molto vera, ed è una delle principali difficoltà, mai espresse nei resoconti giornalistici, che trovano le istituzioni locali nel rapportarsi con i commercianti cinesi.

Non si sa mai con chi parlare e chi rappresenti chi.

Perché questa frammentazione, non si fidano tra loro?


Questa è una lunghissima storia che proverò a riassumere nelle poche righe di un post.
Agli inizi le associazioni cinesi erano assai poche, via via col crescere in termini numerici della presenza cinese sono cresciute in numero sia perchè andavano a coprire esigenze diverse, per es. le associazioni buddiste per coprire un bisogno spirituale, quella delle donne per la specificità della condizione femminile ecc., e poi ci sono quelle che si sono originate per scissioni varie, normalmente a seconda della città di provenienza.
A favorire la scissione nel secondo caso il fatto che queste associazioni danno molta importanza al rapporto con le istituzioni cinesi, e quindi ha un senso avere una associazione dei commercianti di Qingtian che si rapporta con la municipalità di Qingtian, oltre alle considerazioni umane, comuni sia ai raggruppamenti umani cinesi che di altre nazionalità, che in questo modo ci sono più poltrone e titoli.
Nel rapporto con le istituzioni italiane il ruolo di interlocutore è molto scomodo, perchè non esiste nessun empowerment da parte delle istituzioni italiane a fronte di una visibilità che non viene ricercata e che spesso conduce a situazioni scomode.
Vi sono stati casi di ritorsioni sotto forma di maggiori controlli o indagini verso coloro identificati come "capi" comunità, apparizione della propria immagine nei servizi in TV o giornali in forma negativa.
A questo si aggiunge lo scarso empowerment da parte delle associazioni cinesi, per il numero di esse e per la diversa agenda che queste hanno, verso un eventuale unico interlocutore, da qui si ha il quadro della situazione attuale.
Ovviamente il quadro varia da città a città ma in generale questa è la situazione attuale.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

Dubbio

  • Visitatore
Re: Manca il servizio
« Risposta #23 il: 19 Febbraio, 2009, 19:23:51 pm »
Citazione da: "marcowong"
Questa è una lunghissima storia che proverò a riassumere nelle poche righe di un post

Ci sei riuscito molto bene e ti ringrazio.

Sarebbe importante riuscire a far capire meglio in Italia questa realtà, e forse sarebbe utile stimolare all'interno delle comunità cinesi la riflessione sull'utilità che pu? avere in questo paese la rappresentanza organizzata di chi ha interessi comuni, come ad esempio coloro che svolgono la medesima attività imprenditoriale.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Dubbio »

iocaws

  • Livello: Turista di passaggio
  • *
  • Post: 23
    • Mostra profilo
Re: Hai ragione solo che c'è un particolare
« Risposta #24 il: 20 Febbraio, 2009, 06:50:59 am »
Citazione da: "vascoexinhong"

La questione è molto semplice iocaws, la guida telefonica in questione è rivolta a consumatori di lingua cinese per vari motivi.... :wink:


E' proprio questo il problema e l'origine di tutti i casini, l'essere rivolta solo a persone di origine cinese e non a cinesi ed italiani, così rischiano l'isolamento, io posso capire molto bene il problema/canco del razzismo, sono d'accordo che bisogna metterli nelle condizioni di potersi integrare, ma da parte delle comunità cinesi il bilinguismo è un requisito indispensabile, quindi SENZA perdere il cinese, ma usando anche la lingua del paese dove si trovano(Italia,Francia,Germania,Stati Uniti ecc...)
Ciao

Iocaws
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da iocaws »

vasco reds

  • Livello: Cittadino del Mondo
  • *****
  • Post: 12.160
  • Sesso: Maschio
  • vasco rossi andrologo, psicoterapeuta
    • Mostra profilo
(Nessun oggetto)
« Risposta #25 il: 20 Febbraio, 2009, 07:17:34 am »
concordo, ma alle volte ci si marcia un po' su.... :wink:
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da vascoexinhong »

cavallo

  • Livello: Cittadino del Mondo
  • *****
  • Post: 14.723
  • Sesso: Maschio
  • silvio marconi, antropologo e ingegnere
    • Mostra profilo
(Nessun oggetto)
« Risposta #26 il: 20 Febbraio, 2009, 08:10:17 am »
la fuida telefonica cinese é in cCinese perché chi l'ha realizzata si rivolge ad un mondo degli operatori economici cinesi a Roma ed in altre aree d'Italia che (con l'eccezione dei ristoranti, di alcuni negozi di bigiotteria, di alcuni negozi di gadgets e chincaglierie, in parte di alcuni negozi alimentar e di taluni tentativi di diversificazione - a Esquilino fiori artificali, enoteca -)  é ancora prevalentemente rivolto ad una clientela inesein uno dei ternmini seguenti:
- offerta di servizi agli operatori economici Cinesi;
- impot-export;
- vendita all'ingrosso classica:
- showroom per una vendita all'ingrosso delocalizata (confusi erroneamente con l'ingrosso clasico dai media e dalle istituzioni italici);
- vendita di prodotti per il consumo dei Cinesi in Italia.

Nel 2004-2005, la parte della ricerca ad Esquilino che realizzammo come Gruppo di antropologi "Esquilino Plurale" relativa alla realtà cinese (che é riportata anche in sintesi nel libro "Il icino Cinese" a cura di Valentina Pedone) venne intitolata "vendere la vendita" perché l'analisi delle vetrine, degli spazi commerciali e delle pubblicità poste proprio sulla guida telefonica cinese mostrava che ci? che veniva valorizzato non erano i prodotti (e meno che mai il loro valore immateriale, talora altissimo) ma l'atto di vendere (ad esempio con foto nella guida delle unità produttive in Cina e dei negozi più che dei prodotti), anche se nell'edizione 2009 della guida cominciano ad eservi pubblicizzati di più i prodotti.

Il bilinguismo é certo un problema (in Francia, GB, USA lo ha risolto il tempo assai più lungo che in Italia di stanziamento dei Cinesi), ma la questione della struttura dell'offerta e del conseguente rapporto con il "vendere" e coi targets é essenziale.

naturalmente la cosa é diversa per chi vende cibi e té o porcellane ed oggettistica (che potrebbe puntare alla clientela dell'"etnico" che oggi arrichisce Castroni ed altri operatori simili, a Roma...), chi vende borse, abbigliamento e calzature (che ha pur sempre come referente il mercato intermediato), chi ha un ristorante (che potrebbne valorizzare le regionalità...), chi vende bigiotteria (il settore dobe la clientela italiana é già oggi magioe, almeno ad Esquilino), chi ha un bar (e si sconra coi pregiudizi italici in tale settore...).


nb.: la lunghezza spesso serve per non scrivere banalità su fenomeni complessi e che non si possono affrontare a colpi di slogans se si vogliono davvero superare gli stereotipi.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
"anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti" (Fabrizio De André)