il 4 giugno 1989 nella mia cassetta dei ricordi - Sfoghi - Associna Forum

Autore Topic: il 4 giugno 1989 nella mia cassetta dei ricordi  (Letto 1905 volte)

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marcowong

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il 4 giugno 1989 nella mia cassetta dei ricordi
« il: 05 Giugno, 2009, 00:03:34 am »
Una amica mi ha giustamente chiesto se si parla dell’anniversario di Tian An Men nella comunità cinese in Italia e devo ammettere che questa domanda mi ha messo in difficoltà. Nel Giugno del 1989 ero uno studente universitario ed ero appena tornato da un periodo di studi in Cina.
Avevo vissuto l’atmosfera dei campus universitari cinesi ed osservavo con estremo interesse il clima di promesse e di speranze che si viveva durante quella primavera pechinese.
Il clima politico mondiale d’altronde induceva a queste speranze, nell’Unione Sovietica la perestroika e la glasnost gorbacioviana stavano modificando per sempre gli equilibri mondiali e gli studenti universitari cinesi erano influenzati da quei cambiamenti.
Ero convinto che quella primavera sarebbe stata destinata ad essere storia, e presi a collezionare gli articoli di giornale che ne parlavano, le foto che ritraevano i simboli di quel momento giovane e creativo che coinvolgeva centinaia di migliaia di persone in quella piazza, come la statua dedicata alla libertà, le foto di quei ragazzi.
Fino al giorno in cui quelle foto di gioia e di speranza lasciarono il posto ad altre immagini, quelle dei carri armati, e degli stessi ragazzi feriti, sanguinanti, disperati. Morti.
Seguii ancora per qualche giorno le vicende, portai il lutto al braccio e lo urlai e lo piansi di fronte alle manifestazioni che si organizzarono per l’occasione.
E poi chiusi quella cassetta con i ritagli di giornale e di foto. La chiusi per anni, solo ogni tanto una menzione con qualche amico, immaginando cosa sarebbe successo se gli eventi avessero preso una piega diversa.
Ci ho messo tanto a metabolizzare quegli eventi, per tanto tempo ho pensato che fosse un fatto da tenere per sè, come riguardasse solo il tuo intimo.
Solo negli ultimi anni ho pensato che era giusto ricordare quegli eventi. Perchè il tempo passa e se allora ero giovane adesso non lo sono più, ed allora la memoria va tenuta viva. Per ricordare quelli che nel 1989 erano giovani, e dopo il 4 di giugno non lo erano più.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da marcowong »

kinzika

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Re: il 4 giugno 1989 nella mia cassetta dei ricordi
« Risposta #1 il: 05 Giugno, 2009, 09:01:41 am »
Citazione da: "marcowong"
Una amica mi ha giustamente chiesto se si parla dell’anniversario di Tian An Men nella comunità cinese in Italia e devo ammettere che questa domanda mi ha messo in difficoltà. Nel Giugno del 1989 ero uno studente universitario ed ero appena tornato da un periodo di studi in Cina.
Avevo vissuto l’atmosfera dei campus universitari cinesi ed osservavo con estremo interesse il clima di promesse e di speranze che si viveva durante quella primavera pechinese.
Il clima politico mondiale d’altronde induceva a queste speranze, nell’Unione Sovietica la perestroika e la glasnost gorbacioviana stavano modificando per sempre gli equilibri mondiali e gli studenti universitari cinesi erano influenzati da quei cambiamenti.
Ero convinto che quella primavera sarebbe stata destinata ad essere storia, e presi a collezionare gli articoli di giornale che ne parlavano, le foto che ritraevano i simboli di quel momento giovane e creativo che coinvolgeva centinaia di migliaia di persone in quella piazza, come la statua dedicata alla libertà, le foto di quei ragazzi.
Fino al giorno in cui quelle foto di gioia e di speranza lasciarono il posto ad altre immagini, quelle dei carri armati, e degli stessi ragazzi feriti, sanguinanti, disperati. Morti.
Seguii ancora per qualche giorno le vicende, portai il lutto al braccio e lo urlai e lo piansi di fronte alle manifestazioni che si organizzarono per l’occasione.
E poi chiusi quella cassetta con i ritagli di giornale e di foto. La chiusi per anni, solo ogni tanto una menzione con qualche amico, immaginando cosa sarebbe successo se gli eventi avessero preso una piega diversa.
Ci ho messo tanto a metabolizzare quegli eventi, per tanto tempo ho pensato che fosse un fatto da tenere per sè, come riguardasse solo il tuo intimo.
Solo negli ultimi anni ho pensato che era giusto ricordare quegli eventi. Perchè il tempo passa e se allora ero giovane adesso non lo sono più, ed allora la memoria va tenuta viva. Per ricordare quelli che nel 1989 erano giovani, e dopo il 4 di giugno non lo erano più.


Come non concordare sul fatto che la memoria, anche degli avvenimenti che si preferirebbero scordare, a volte deve essere risvegliata? Le motivazioni sono tante: ad esempio imparare dagli errori commessi in passato per guardare avanti.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da kinzika »
sono responsabile di quello che scrivo non di quello che capisci tu. Anonimo(?)

Gia_76

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« Risposta #2 il: 05 Giugno, 2009, 12:00:25 pm »
Interessante testimonianza Marco.

Personalmente resto della mia idea, l'unico errore del PCC è stato quello di usare pallottole anziché idranti per disperdere gli studenti rimasti.

Dai diari di Zhao Ziyang pubblicati di recente emergono i dialoghi all'interno del partito circa lo svolgersi degli eventi, pare che Deng troncò così la discussione: "Se un miliardo di cinesi si lancia nel pluralismo affonderemo nel caos, in una guerra civile totale come durante la Rivoluzione culturale. Chi protesta in piazza vuole il modello occidentale. Non capirlo, vuol dire fraintendere la natura profonda di quel movimento ö. (Il neretto è mio per sottolineare il punto più importante) Credo che nessuno possa negare che queste frasi di Deng siano esatte, soprattutto le ultime due.
 
La storia dirà se il modello occidentale è così buono e universale o se farà sprofondare nella crisi e nel declino l'Occidente stesso, nelle prossime due decadi avremo la risposta.


PS Marco complimenti per la candidatura, hai scelto il meno peggio della sinistra (?) italiana, hai più fiducia tu che vieni dalla Cina nella politica italiana di me che sono italiano doc  :-D
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Gia_76 »

Alex80

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« Risposta #3 il: 05 Giugno, 2009, 14:19:43 pm »
Sicuramente è sbagliato pensare che uno stesso modello di governo sia universalmente valido e funzionale...Ogni Paese ha una storia e caratteristiche peculiari di cui tener conto.
Però, credo ci siano alcuni diritti inviolabili dell'uomo che qualsiasi nazione dovrebbe garantire...Uno di questi è la libertà di espressione.
Penso che se un sistema, per funzionare, deve reprimerla, allora non è sano.
Spetta sempre e comunque ai cittadini di quel determinato Paese, muovere il primo passo verso il cambiamento, e nessuno ha il diritto di inventarsi di sana pianta guerre di aggressione verso uno stato sovrano per esportare il proprio modello culturale.

Complimenti a Marco per la sua testimonianza, e mi unisco al ricordo di quei giovani dell'89.
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da Alex80 »