Ieri sera alle 21.30 su Rai 3 é stato trasmesso quello che poteva essere un interessante programma su Ying Zheng (a cura di Piero Angela).
In effetti, molte informazioni interessanti erano contenute nel programma come:
- la descrizione delle campagne militari, della superiorità tecnologica delle armi (bronzo cromato secondo un processo riscoperto in Occidente solo nel 1930, che permette alle lame di essere affilate ancora ogi, dopo 2.200 anni passati nella terra, produzione seriale con meno di 1 mmm di devianza, balestre con scatti mecanici, ecc.), dei costi umani (400.000 soldati e 2 milioni di civili mirti);
- il ruolo di unificazione di pesi, misure e scrittura;
- le forme di repressione del dissenso e di distruzione dei testi confuciani;
- gli intrighi di corte;
- l'esercito di terracota di Xian;
- la costruzione della Grande Muraglia;
- le strategie archeologihe relative al'esercito di teracotta ed alla grande tomba per ora volutamente non violata dagli studiosi cinesi.
Ciononostante, è stata divulgata come verità storica (non come leggenda, come invece é: basta anche solo vedere Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Ying_Zheng) la storiellina che l'imperatore, mentre stava facendo costruire la sua immensa tomba sotterranea (di cui una cronaca altrettanto leggendaria dice contenga la mappa della Cina in bronzo coi fiumi in mercurio, il che sembra provato dai sondaggi archeologici che hanno trovato presenza di mercurio nel sito) si sarebbe fatto convincere dai medici che per raggiungere l'immotalità doveva assumere pillole al mercurio, he invece ne favorirono la morte a soli 49 anni e l'impazzimento negli ultimi anni di vita.
E' evidente che chi pena di diventare immortale e in dialoghi col primo ministro ricostruiti in modo fantasioso nel programma afferma che ivrà per 10.00 generazioni non si fa costruire tombe grandiose!
Si affermava (e si faceva vedere) poi nel programma che centinaia di operai sarebbero stati rinchiusi semplicemente nella tomba, vivi e slegati, per impedire loro di divulgarne i segreti, non mettendo in cono che lasciati slegati e vivi a morire di una morte orribile avrebbero certo devastato la tomba.
Insomma, si mischiavano dicerie, archeologia, leggende e ricostruzione storiografica, facendo ancora una volta della storia cinese "un mistero racchiuso in un mistero", qualcosa di "lontano", "inesplicabile", "folle" e naturalmente sanguinario (specie per chi non sa come gli Italiani he il quasi coevo Giulio Cesare, a cui si intitolano in Italia scuole e strade anche se fu facitore di colpi di stato e guerre civili, massacrò solo nelle sue campagne in Gallia 1 milione di non combattentie ed altrettanti ne deportò schiavi a Roma).
Pu? sembrare secondario tutto questo rispetto agli stereotipi mediatici anticinesi, ma è invece una nuova prova di come si costruisca in Italia nell'immaginario collettivo un'immagine della Cina di comodo, il più "estranea" possibile all'identità occidentale e specificamente italiana.
Quanto ci sarebbe bisogno di operazioni culturali al contrario tese ad evidenziare le connessione e speicficamente i debiti che Occidente e in esso Italia hanno verso la Cina!