Intervista su Il Manifesto / China-Files - 1 Ottobre 2009 - Rassegna stampa e partecipazioni - Associna Forum

Autore Topic: Intervista su Il Manifesto / China-Files - 1 Ottobre 2009  (Letto 2048 volte)

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thun88

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Intervista su Il Manifesto / China-Files - 1 Ottobre 2009
« il: 01 Ottobre, 2009, 11:19:17 am »
60 anni: i cinesi di seconda generazione
di Simone Pieranni
01/10/2009
http://www.china-files.com/page.phpòid=2410



Citazione
½Oggi la Cina è un paese molto più libero e democratico rispetto a quello che poteva essere tempo fa. La prima volta che sono stato in Cina era l'83 ed esistevano ancora le tessere per comprare i generi di prima necessità, oppure c'erano ancora i file che il partito raccoglieva per ogni lavoratore, quindi io come capo azienda avrei potuto avere accesso a informazioni private dei miei dipendenti. Il controllo del Partito sulla vita privata era qualcosa che non esiste più e non potrà più esistere: il cinese di oggi è molto più libero?. Lui in Cina è andato a lavorare, partendo da Bologna, la città in cui è nato nel 1963. E' Marco Wong, cinese di seconda generazione in Italia, una carriera lavorativa maturata tra aziende italiane e cinesi e una delle anime di Associna, realtà che raccoglie i cinesi di seconda generazione nel nostro paese. La loro è una prospettiva particolare: di chi pu? osservare il paese dai racconti dei genitori e valutare in prima persona i cambiamenti della propria terra di origine, difendendola, quanto ve ne sia bisogno, da facili preconcetti tutti occidentali.

E la Cina che celebra i suoi sessant'anni di Repubblica, per queste persone non passa certo inosservata: ½la viviamo in un modo più distaccato, stiamo in un ambiente meno influenzato da questi eventi, però nell'ambito della famiglia se ne parla e adesso con internet e tv c'è modo di essere coinvolti anche mediaticamente. Forse c'è una certa componente nazionalistica che le seconde generazioni vivono di meno?. Sun Wen-Long, è un altro cinese italiano, nato a Brescia, anch'egli residente a Bologna. Giovane, definisce il Dalai Lama ½una sorta di rockstar delle religioni?, non apprezza alcune pieghe della comunicazione italiana sulla Cina - ½si parla male della Cina perché una potenza emergente e perché la si conosce poco; questo produce pregiudizi oppure tormentoni, come quello sui parrucchieri cinesi o sul cibo? - e sottolinea il perché di tanta attenzione intorno a questo anniversario: ½sessant'anni rappresentano i cinque cicli, ogni ciclo rappresenta dodici anni del calendario lunare. Al termine si ritorna alla stessa posizione?. E aggiunge: ½purtroppo però in questi festeggiamenti il senso culturale viene a mancare, oscurato dal gioco di luci che fanno a Pechino. Vivendo in Italia non c'è l'amor patria di chi vive in Cina?.

Tornare alla stessa posizione, però, non sembra esattamente la soluzione migliore, anche perché ai cinesi di seconda generazione la Cina interessa per quello che è oggi, come forse alla maggioranza di chi sta là. La Repubblica Popolare, Mao, Deng, tutta quella storia così legata ai suoi protagonisti, oggi sembra più un'eredità: ½a livello di immaginario û dice Wen - la mia parola è gratitudine, siamo usciti dalla seconda guerra mondiale a pezzi e oggi bene o male tutti possono vivere e attingere al benessere?. Non senza sfide. Su questo Marco Wong parla come un politico, ed è pure ingegnere, come il presidente Hu Jintao e tanti leader del partito: ½di sfide ce ne sono tante, perché spesso la sensazione che si ha in Occidente è di una Cina che negli ultimi vent'anni circa è sempre cresciuta, invece non è proprio così, le riforme sono partite 30 anni fa, ma ci sono state varie crisi, come a fine anni 80 e 90 curate con ricette simili a quelle che si utilizzano adesso, grandi lavori strutturali e con modalità che sono proprie della peculiarità cinese come il controllo sui tassi di cambio, un potere sulla macroeconomia molto importante?.

A monte di tutto c'è la classe dirigente di Pechino, spesso considerata un mondo a parte, ultimamente alle prese con svariate proteste del proprio popolo contro corruzione e arroganza, nonché con problemi interni come il Tibet e il Xinjiang. In questo senso, i pensieri dei cinesi di seconda generazione, non paiono discostarsi da quelli dei cinesi in madrepatria: ½lo stile dei premier cinesi è molto cambiato in questi sessant'anni - dice Marco Wong - la conferenza stampa del premier un tempo era praticamente la lettura di un discorso già fatto. Ma poi è cambiato tutto. Wen Jiabao ad esempio, con le sue uscite durante il terremoto in Sichuan, ha dato l'idea di una classe politica più vicino al suo popolo?. Per Wen, classe 1988, è invece necessario un cambiamento più radicale:  ½spero in un ringiovanimento del partito, i giovani cinesi  sono interessati a come si raffronta la Cina con l'estero, vedono e ammirano il processo di Obama, pensano al futuro della Cina e si lamentano o della corruzione dilagante, tra i bassi funzionari, oppure del sistema che non funziona, non tanto per chiedere il voto o la democrazia occidentale?.

E la Cina sospesa tra passato e futuro, celebra il proprio presente con una parata mastodontica, mentre la Pechino italiana sarà Firenze: lì il 4 ottobre i cinesi italiani festeggeranno la propria Repubblica lontana.

[Pubblicato su Il Manifesto, il 1 ottobre 2009]
« Ultima modifica: 01 Ottobre, 2009, 22:59:27 pm da thun88 »
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« Risposta #1 il: 01 Ottobre, 2009, 11:33:50 am »
non si apre il file
« Ultima modifica: 01 Gennaio, 1970, 01:00:00 am da cavallo »
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